Pistol Annies
Hell on heels
(Columbia Nashville) 2011
Ci provano Miranda Lambert, Ashley Monroe e Angaleena Presley, con le loro vocine candide e il loro perfetto aspetto da american sweetheart a fare lo sguardo truce da bad girl sciupamascoli. E partono anche bene, con la gustosa title track posta in apertura ad esplicitare gli intenti del trio, cioè ridurre i maschi del testo a uomini-oggetto da spennare, ma poi, quando si entra nel mood del disco, nonostante altri tentativi di darsi arie da riot grrrl (i più divertenti sono Bad example e Takin pills) ad emergere è il vero status delle cantanti, quello cioè di autrici di buon pop-country-western commerciale. Detto questo, c'è da aggiungere che l'album si ascolta comunque piacevolmente (anche perchè dura giusto una mezzoretta) e che i brani (sopratutto quelli che incrociano le due/tre voci, sette su dieci) sono arrangiati molto bene, al punto che danno l'impressione di poter funzionare alla grande anche in un'ipotetica versione acappella.
Accantonato l'aspetto da bad cowgirl, sono forse i pezzi che esprimono male di vivere ad essere più credibili. Come ad esmpio la delicata e poetica Lemon drop e la cruda Housewife's prayer che fracassa la tradizione classica della casalinga felice americana : "I've been thinking about / Setting my house on fire / Can't see a way out of the mess I'm in". Non è proprio come sparare un uomo a Reno solo per vederlo morire, ma d'altro canto nessuna delle Pistol Annies è Johnny Cash.
Hell on heels
(Columbia Nashville) 2011
Ci provano Miranda Lambert, Ashley Monroe e Angaleena Presley, con le loro vocine candide e il loro perfetto aspetto da american sweetheart a fare lo sguardo truce da bad girl sciupamascoli. E partono anche bene, con la gustosa title track posta in apertura ad esplicitare gli intenti del trio, cioè ridurre i maschi del testo a uomini-oggetto da spennare, ma poi, quando si entra nel mood del disco, nonostante altri tentativi di darsi arie da riot grrrl (i più divertenti sono Bad example e Takin pills) ad emergere è il vero status delle cantanti, quello cioè di autrici di buon pop-country-western commerciale. Detto questo, c'è da aggiungere che l'album si ascolta comunque piacevolmente (anche perchè dura giusto una mezzoretta) e che i brani (sopratutto quelli che incrociano le due/tre voci, sette su dieci) sono arrangiati molto bene, al punto che danno l'impressione di poter funzionare alla grande anche in un'ipotetica versione acappella.
Accantonato l'aspetto da bad cowgirl, sono forse i pezzi che esprimono male di vivere ad essere più credibili. Come ad esmpio la delicata e poetica Lemon drop e la cruda Housewife's prayer che fracassa la tradizione classica della casalinga felice americana : "I've been thinking about / Setting my house on fire / Can't see a way out of the mess I'm in". Non è proprio come sparare un uomo a Reno solo per vederlo morire, ma d'altro canto nessuna delle Pistol Annies è Johnny Cash.
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