omonimo
(2011)
Pur riconoscendo agli Oasis una loro ragione d'esistere, ed identificando in almeno due loro album (Morning Glory e Definetely maybe) un ruolo di primaria importanza nella discografia dei novanta, non sono mai stato esattamente un loro fan. E non mi ha certo aiutato a diventarlo tutta quella sovraesposizione construita sul dualismo tra i fratelli, le liti, le minchiate, gli screzi che si accumulavano come una densa coltre di fumo sul poco arrosto che ormai era diventata la loro musica.
Non mi sono pertanto capicollato ad ascoltare i debutti solisti dei due Gallagher. Di Liam m'è bastato un pezzo per decidere di lasciar perdere, mentre, sorprendentemente, il disco di Noel mi è lentamente entrato sottopelle obbligandomi a prestarci attenzione.
Noel Gallagher's High Flying Birds è infatti un lavoro gagliardamente pop, in rigorosa scia dei Fab Four ma totalmente privo di arroganza o di abuso di posizione dominante data dall'essere i precursori del revival beatlesiano, anzi, con l'umiltà di una vera prova d'esordio. Canzoni perlopiù tranquille, grandi armonie, refrain a profusione, una manciata di pezzi assassini (su tutti ovviamente If i had a gun). In generale un gusto per la melodia semplice ma di grande effetto che conquista attraverso la persuasione e non l'autorità. Tra molti riferimenti espliciti ai Beatles io vorrei segnalarne invece un'altro insospettabile. L'attacco di The death of you and me (anche questo gran pezzo) è preciso preciso Je so' pazz di Pino Daniele, fateci caso.
1 commento:
Uffaaa...Perchè dovrei ascoltare degli emuli dei Beatles quando posso ascoltare gli originali???
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