Diciamo la verità. I telespettatori di sesso maschile non hanno mai avuto bisogno di grandi stimoli per seguire questa serie. Giusto nel caso ce ne fossero che invece necessitano di ulteriori incentivi, la quarta stagione ne fornisce due imperdibili. Uno è la presenza di Carla Gugino (l'avvocata Abby Rhodes), al massimo del suo splendore (anche più che nel completino lattex di Watchmen) e gli altri (le altre?) sono le tette di Addison Timlin (nei panni di Sasha Bingham, attrice di fantasia).
L'esistenza di Hank Moody si è fatta complicata e la giustizia è arrivata a presentare il conto di una vita da debosciato sciupafemmine. Deve subire un processo per aver fatto sesso con una minorenne e il fatto che lui non fosse consapevole dell'età della ragazza non sembra importare a molti. Chiaramente uno come lui si trova l'avvocato più figa di LA (la Gugino, appunto) e non penso di spoilerare troppo se insinuo come andrà a finire tra i due , mentre la storia d'amore con Karen sembra proprio giunta al capolinea, anche per il profilarsi all'orizzonte di un micidiale antagonista maschile.
In questa stagione gli autori si divertono a giocare con la metatelevisione (una puntata si svolge negli uffici della Showtime, rete che produce il serial, con appesi alle pareti i manifesti di altre serie realmente trasmesse, come Dexter o Nurse Jackie) e il metacinema, con la vita di Hank che diventa progetto cinematografico (uno scoppiettante Rob Lowe a fare Moody, la Timlin nei panni di Mia e tutti i membri della famiglia impersonati da altrettanti attori con un effetto davvero inquietante).
Tra le curiosità, da segnalare la presenza di Zoe Kravitz, figlia di Lenny, nei panni della singer della band in cui suona Becca e un'apparizione fugace, ma non per questo meno appagante (almeno per me), di Tommy Lee dei Motley Crue che strimpella Home sweet home al pianoforte della lounge dell'hotel nel quale alloggia (e beve, e rimorchia) Hank. Che altro? Ah si! Gli affiliati (come il sottoscritto) del fan club Charlie Runkle troveranno anche questa volta pane per i loro denti.
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