Chief
(EMI Nashville) 2011
Se volete conoscere la canzone più suonata nelle autoradio dei camionisti e dentro i locali a loro adibiti, lungo le highway che si srotolano dal Tennesse attraverso il Mississippi, la Lousiana e il Texas, non dovete fare altro che posizionale il lettore mp3 sulla traccia numero due di questo album e premere play. Drink in my hand è l'anthem perfetto dei venerdì sera della working class di quelle zone e l'intero album (numero uno sia nelle classifiche generaliste USA che in quelle country) è un classico esempio, nei testi e nello stile, di country rock commerciale.
Eric Church (classe 1977) si ispira al movimento outlaw, ma quello più presentabile, che come deriva massima ha la sbandata alcolica del weekend e relativi doposbornia. Per intenderci, le spirali oscure ed autodistruttive di Hank 3 non vivono qui. Church, sapendo di non potersi giocare la carta dell'originalita, punta tutto sulla solidità delle composizioni, sull'attitudine e sul bilanciamento dei pezzi da matricola in libera uscita con quelli romantici.
Gli episodi più riusciti, oltre al già citato Drink in my hand, risultano essere Creepin' , Keep on, Hungover and hard up e soprattutto Country music Jesus e Jack Daniels. Da segnalare infine un tributo al più famoso Bruce nazionale, con la traccia numero nove che s'intitola semplicemente Springsteen.
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