lunedì 28 marzo 2022

Due film (più uno) che segnano il ritorno della macchina propagandistica americana



Questa non è una recensione, piuttosto una semplice riflessione comune a due film molto diversi tra loro, sorprendentemente accumunati da una filosofia che si pensava appartenere al passato . Il primo, Red Sparrow (2018), decorosa pellicola di spionaggio con doppi e tripli giochi tipici del genere, l'altro, A proposito dei Ricardo (2021), buon film che celebra, con una modalità tipicamente americana, un episodio nella vita televisiva degli anni cinquanta degli attori di una serie epocale, I love Lucy. Qual è l'elemento in comune? Beh un ritorno, in un caso molto evidente e irritante, nell'altro più sfumato, alla classica divisione tra impero del bene (USA) e del male (Russia/URSS) attraverso un'ottica propagandistica cui non mi capitava da tempo di assistere. 

La dicotomia è sbattuta in faccia senza vergogna in Red Sparrow, storia ambientata ai tempi nostri, dove tutti gli agenti segreti di oltre cortina sono abietti, crudeli e senza scrupoli mentre la controparte ammerigana altruista e nobile d'animo. Vale a dire zero sfumature e assenza di zone d'ombra che accompagnano le produzioni più verosimili sul tema. 

A proposito dei Ricardo, ambientato nei cinquanta, nel periodo della caccia alle streghe maccartista, nel quale bastava una parola fuori posto per decretare la fine di un artista, è il classico film divertente di Sorkin: dialoghi scoppiettanti e dinamicità verbale, ma che, con una semplice battuta verso la conclusione del film, messa in bocca al co-protagonista di origini cubane (Desi/Javier Bardem), arriva in sostanza a giustificare la terrificante macchina di distruzione umana del senatore McCartney, perchè gli avversari comunisti, protagonisti della rivoluzione cubana, erano sostanzialmente una manica di selvaggi, assassini senza scrupoli che hanno privato la popolazione dell'isola del proprio benessere. Pertanto, andava bloccata sul nascere e con qualunque mezzo la loro "avanzata" sul suolo americano. Il capitalismo non poteva essere messo in discussione.

A questa doppietta di film potrei aggiungerne un terzo, l'atroce The King's Man - Le origini (co-produzione USA/UK), terzo capitolo-prequel della saga, che, a differenza degli altri due, è anche un film di rara bruttezza la cui "trama", sviluppata in un vomitevole tripudio di computer grafica, ipotizza (certo, in chiave semi seria) complotti e alleanze fantasiose tra Lenin e un'organizzazione segreta prima e con addirittura un giovane Hitler poi, senza farsi mancare, anche qui, messaggi molto poco subliminali atti a dipingere i sovrani russi come governanti buoni e generosi, vittime innocenti dei terribili bolscevichi. 

Quali che siano le ragioni che abbiano portato certa Hollywood (non tutta, ovviamente) a rimettere in strada la macchina propagandistica non è dato sapere. La "minaccia comunista" ormai non esiste più nemmeno nei comizi di Berlusconi. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia è successiva alle produzioni sopra citate. 
Di certo il cinema hollywoodiano di un certo tipo ha sempre usato la propaganda dell'american way of life come arma da contrapporre ai nemici, ma si pensava che quella fase fosse conclusa. Il fatto che ritorni in maniera così perentoria è, a mio avviso, il tentativo di tornare ad imporre, ad un pubblico giovanile distratto (insomma, non lo dico io, ma alcuni sondaggi, i cui risultati indicano che i più giovani hanno un pò di confusione sui fatti storici del novecento) lo stesso obiettivo di egemonia culturale ipotizzato da Gramsci, indirizzato però al successo dell'altra parte delle barricate.

Red sparrow e The King's man sono disponibili su Disney plus
A proposito dei Ricardo è disponibile su Prime Video



lunedì 21 marzo 2022

I miei migliori film del 2021

Ho atteso un pò più della prassi, ma prima di stilare la lista delle mie pellicole preferite del 2021 volevo recuperare una manciata di titoli a cui tenevo particolarmente. Ora che l'operazione, tra sala, supporto fisso, Sky e varie piattaforme, è quasi riuscita (non sono proprio stato in grado di vedere One second) vado a proporre quello che mi ha più emozionato e coinvolto nell'anno da poco salutato. Alcuni film li ho recensiti nel corso del tempo (la recensione è recuperabile attraverso il link del titolo), altri no, ragion per cui in questo caso mi sono concesso una riga di commento. Tutti i titoli sono in ex aequo.


Last night in soho (Wright in uno stato di forma leggendario. 4/5)

The last duel (Da una storia vera tramandata nei secoli, un film che è una lezione di coraggio femminista, ma anche di Cinema, da parte dell'ottuagenario Scott. 4/5)

Il collezionista di carte (Inconfondibile, malinconico, meraviglioso Paul Shrader 4/5)

Dune - Parte uno (fantascienza di grandissimo respiro ed ennesima dimostrazone di classe da parte di Villenueve. 4/5)


Drive my car (film dalla bellezza indescrivibile. Poesia allo stato pur0. La sublimazione dell'amore. Dolore, catarsi e rinascita. Indimenticabile. 4,5/5) 





giovedì 17 marzo 2022

AAVV, The Metallica Blacklist (2021) recensione 2/2


Qui la prima parte della recensione

Il terzo CD del tributo ai Metallica si apre con quattro versioni di una delle tracce più iconiche del Black album: Wherever I may roam. Purtoppo, lo affermo subito, le interpretazioni offerte dal rapper colombiano J Balvin, dal duo inglese di musica elettronica Chase & Status, dai The Neptunes (Pharrell Williams e Chad Ugo) e dal giovane countryman Jon Pardi non vanno oltre il livello di proposta gradevole, ma del tutto innocua. 

Meglio, molto meglio le tre versioni di Don't tread on me, tutte meritevoli di segnalazione, a partire dall'unione tra questa canzone e Nothing else matters , chiamata Don't tread on else matters ad opera dal produttore francese di musica elettronica Sebastian, che propone, per il primo pezzo, un funky/disco che può richiamare nella base ritmica Another one bites the dust dei Queen, e per il classico lentaccio un suggestivo accompagnamento da colonna sonora orchestrale. A seguire la versione della band alt-rock americana (dall'Alaska) Portugal.The man assieme al bassista/cantante dei Red Fang, Aaron Beam, che propongono un'interpretazione nervosa, elettrica, molto convincente. Insomma, il livello per Don't tread on me è alto, ma la partita se l'aggiudicano i Volbeat che trasformano il pezzo dei Metallica in un brano del proprio repertorio, ricordandoci la ragione per cui, nemmeno tanti anni fa, ci siamo innamorati del sound extreme metal/country/rockabilly di questo combo danese. 
Anche la doppietta di Through the never è baciata da una ottima dose di ispirazione, grazie al gruppo folk metal mongolo The Hu, che offre una versione ignorante quanto serve, e alla cantante errebì nigeriana Tomi Owò, che, al contrario, ci regala una elegante pop song, con una sferzata elettrica finale.

Ora, io posso anche capire tutto il narcisismo e la megalomania che sta dietro a questa operazione commerciale, però alla fine sempre di musica parliamo, e come tale è prodotta per essere ascoltata, no? Allora qualcuno dovrebbe spiegarmi come sia possibile essere sottoposti ad una sorta di cura Ludovico in modalità audio con dodici versioni dodici (suddivise tra terzo e il quarto CD) della stessa merdosissima canzone, senza perdere completamente la propria sanità mentale. 
Eh sì, sto parlando di Nothing else matters. Evito il track by track, o meglio artist by artist, i curiosi possono leggere i crediti dell'immagine sopra, dalla traccia trentacinque alla quarantasei. Mi limito ad affermare che in questo mare di melassa non riesco a salvare nemmeno la classe di Dave Gahan (in versione Soulsavers), che magari in un contesto diverso sarebbe anche emersa, oppure le improvvisazioni pianistiche alla Keith Jarrett di Igor Levit. Invece accendo un cero ai santi del roccherroll per i My Morning Jacket che della ballata propongono un'irresistibile, sbarazzina versione sixties sospesa tra tra le Ronettes di Be my baby e lo Springsteen di Hungry heart, e per Chris Stapleton, che impone il suo brand stilistico allungando il pezzo fino ed oltre gli otto minuti, di cui la metà composti da una goduriosa jam country/southern. 

Dopo la mattanza rappresentata da più di un'ora di versioni di Nothing else matters (ormai solo a scriverne il titolo sono colto da malore) quello che viene dopo è una boccata di aria fresca e rigenerante. Anche perchè siamo arrivati alla coda del disco, con le canzoni meno celebrate, e probabilmente meno commerciali del Black album. A dimostrazione di questo status, è solo una, ma molto riuscita, la cover di Of wolf and man, presentata dai folkers Goodnight, Texas. Per The god that failed, uno dei miei brani preferiti del disco originale, sono proposte due versioni, suonate dagli Idles e da Imelda May. Anche qui, in entrambi i casi obiettivo centrato, in particolare per i post-tutto inglesi, che si appropriano con arroganza della canzone, modellandola in modo da indossarla perfettamente. Arrivati a My friend of misery (tre versioni) esplode incontenibile tutto il mio entusiasmo, grazie all'interpretazione del sassofonista Kamasi Washington che ci porta in una prima parte del pezzo su terreni jazzy per poi esplodere, nel bridge, in un caotico, affascinante free che ti fa dimenticare tutte le Nothing else matters del mondo. Brividi. Chiudono Rodrigo y Gabriela che fanno, prendere o lasciare, i Rodrigo y Gabriela su The struggle within.

Il giudizio finale, anche in relazione a ciò che avrebbe potuto essere, mi sembra appena sufficiente. Chiara la volontà di agire fuori dal perimetro metal (come se i Metallica non fossero già "trasversali" al genere), ma allora serviva più coraggio, invece di insistere quasi esclusivamente sui mercati discografici latin e hip hop. Poi, se devo dire la mia, avrei amato una sezione del tributo riservata ai grandi del metal, sia in ambito thrash contemporaneo ai Four Horseman (Megadeth, Anthrax, Testament, Slayer) che nwobhm (Maiden, Priest, Saxon, Venom, etc.) che alle nuove leve. 
Ma vabbeh, chest'è.

Best tracks:

5) Wherever I may roam: J Balvin
6) Don't tread on me; Volbeat
7) Through the never: Tomi Owò
8)  Nothing else matters: My Morning Jacket; Chris Stapleton
9) Of wolf and man: Goodnight, Texas
10) The god that failed: Idles
11)  My friend of misery: Kamasi Washington
12) The struggle within: Rodrigo y Gabriela

lunedì 14 marzo 2022

Contagion (2011)



Beth, durante un viaggio di lavoro ad Hong Kong contrae una nuova forma di virus. Il giorno dopo essere tornata a casa dalla sua famiglia si sente male e viene ricoverata d'urgenza. Da lì a poco le persone con cui è entrata in contatto (ad eccezione del marito) si ammalano a loro volta, mentre anche in altri Paesi si verificano casi analoghi. Le autorità scientifiche e quelle militari intuiscono di trovarsi di fronte all'inizio di una pandemia e cercano disperatamente di individuare una soluzione, mentre, tra la gente comune, anche a causa delle informazioni distorte che viaggiano sul web, cresce la diffidenza verso l'establishment e le fonti ufficiali.

Contagion è probabilmente il film che ha avuto la maggiore rivalutazione postuma in tutta la storia del cinema. In effetti, una decina d'anni prima dell'avvento del famigerato covid-19, Steven Soderbergh, su soggetto e sceneggiatura di Scott Z. Burns, ha messo in scena un'opera che ha predetto una fase futura di vita vera con inquietante precisione. La realizzazione del film ha probabilmente dietro un lavoro importante di studio sulle procedure d'ingaggio di una pandemia, perchè i comportamenti, le terminologie, i tentativi e le soluzioni trovate assomigliano tremendamente a ciò che ci è recentemente capitato, e che ancora condiziona la nostra vita. Attraverso l'utilizzo di un cast sontuoso, per assortimento e qualità, assistiamo ad una serie di storylines (che a volte si intrecciano) nelle quali i personaggi affrontano, ognuno assecondando la propria natura e le proprie possibilità, questa catastrofe umanitaria, a partire da Beth/Gwyneth Paltrow, il "paziente zero", moglie occasionalmente fedifraga di Mitch/Matt Damon che contrae il virus durante un viaggio di lavoro a Hong Kong e lo veicola negli States, l'eroica dottoressa Mears/Kate Winslet e il blogger subdolo e approfittatore, divulgatore di fake news, Alan/Jude Law. L'idealista dottoressa Orantes/Marion Cotillard e la scienziata Hextall/Jennifer Ehle, il capo del dipartimento delle scienze Cheever/Lawrence Fishburne e il responsabile della sicurezza nazionale Haggerty/Bryan Cranston. Il film si apre con il counter dei giorni, che segna la progressione della pandemia, partendo dal giorno due. Geniale l'ultima sequenza del film che mostra gli accadimenti che fanno da prologo alla storia contrassegnandoli con giorno uno.

Dentro un tipo di narrazione assolutamente corale e su un soggetto di finzione, Soderbergh realizza un'opera che oggi fa tremare i polsi per il suo realismo. La sovrapposizione tra lavoro di fantasia e fatti reali sicuramente condiziona il giudizio puramente artistico del film, che tuttavia, anche facendo uno sforzo di affrancamento dalla realtà, risulta coinvolgente e ben realizzato.

Disponibile su Prime Video

giovedì 10 marzo 2022

AAVV, The Metallica blacklist (2021) recensione 1/2


Un pò megalomani, dopo il raggiungimento del successo planetario, i Metallica lo sono sempre stati. Basti pensare a come decisero di pubblicare l'attesissimo disco live celebrativo, a valle dell'incontenibile entusiasmo scaturito dalla pubblicazione del Black Album (1991) e del relativo, lunghissimo, tour mondiale, quando optarono più che per un cofanetto, per un vero e proprio baule, contenente tre cd o cassette e tre VHS, oltre a memorabilia varia, per un prezzo non esattamente alla portata di tutti. Oggi, nell'ambito delle celebrazioni dei trent'anni di un disco (sempre il Black album) contestato dai vecchi fan, ma che, dato di fatto, ha sdoganato il metal estremo al grande pubblico, i Tallica "se la cavano" con un monumentale tribute album composto da quattro CD, che ospita cinquantatre versioni, per altrettanti artisti, delle dodici tracce originariamente previste sul disco del 1991. Non è la primissima volta che si realizza un tributo non genericamente dedicato alla produzione di una band/artista ma ad una sua opera singola (ad esempio ricordo l'omaggio a Nebraska di Springsteen), ma è senza dubbio senza precedenti la portata di questa operazione. Nel ricordare che la metà dei proventi dalla vendita dell'opera sarà devoluta in beneficienza, concludo andando al punto, cioè alla modalità con cui ho deciso di recensire un lavoro così particolare, suddividendo la mia analisi in due parti, iniziando con i primi due CD, contenenti un totale di venticinque versioni di Enter Sandman, Sad but true, Holier than thou e The unforgiven

Enter Sandman, probabilmente il pezzo che ha fatto da grimaldello al successo mainstream del disco e della band, anche grazie all'altissima rotazione del video, era probabilmente il più scivoloso da riprendere. E infatti gli artisti e le band che ci si cimentano non riescono, se non a tratti, a trovare una chiave particolarmente originale per presentarlo. Ne vengono fuori quindi copie pressochè fedeli all'originale per Mac DeMarco, Rina Sawayama e, purtroppo, per i Weezer, da cui viceversa mi aspettavo molto. Nel mezzo si piazza il colombiano Juanes, che propone una versione sincopata del pezzo, e sul podio ci vanno la godibilissima cover pop-metal di Alessia Cara assieme alla band messicana dei The Warning e quella dei Ghost, che però a mio avviso perdono un'occasione, in quanto partono con un mood molto gotico, solo piano e voce, per poi riprendere sostanzialmente il pattern originale. Avessero realizzato l'intero brano come la prima strofa/ritornello, a mio avviso sarebbe stato un centro clamoroso. 

Dalla traccia sette alla tredici (sette versioni) troviamo Sad but true. E qui si viaggia subito alla grande con le prime tre interpretazioni proposte da parte di Sam Fender, che regala una suggestiva perla acustica (dal vivo, ma non si sente) alla Roy Orbison; Jason Isbell and the 400 Unit, che propongono un irresistibile southern rock, con tanto di slide e voglia di ubriacarsi di bourbon, e infine la meraviglia dei Mexican Institute of Sound, che, come consuetudine, creano una osmosi tra il brano orginale, la musica tradizione messicana e l'hip hop, per un risultato godereccio e divertentissimo, che ti porta ad alzare il volume di una tacca, poi di un'altra e di un'altra ancora. Chiudono la sezione di reintrepretazioni di Sad but true le versioni feroci ma senza sussulti dei Royal Blood e dei White Reaper, mentre emerge maggiormente la personalità degli interpreti nelle versioni di St. Vincent e dei coreani YB. 

Aprono la tracklist del secondo CD, e le cinque interpretazioni di Holier than thou, gli scozzesi Biffy Clyro, band alternative rock che del brano fornisce una versione sicuramente personale ma che mi sembra resti un pò a metà del guado. Magari sarà apprezzata dai loro fan. Molto buone, dritto per dritto, le botte punk degli australiani The chats e hardcore punk del supergruppo degli Off! che regalano interpretazioni oneste e in linea con la filosofia originaria dei Tallica. Entusiasmante per passione ed energia la prova di Corey Taylor (Slipknot): niente di particolarmente originale ma attitudine a strafottere, con la sezione ritmica che nella seconda parte della canzone asfalta tutto. 

E' il turno della prima ballata del disco, The unforgiven, proposta in ben sette versioni. Aprono gli stilosi Cage the Elephant con un'interpretazione che ammicca al pop più elegante. A seguire un duo indiano: Vishal Dadlani e Divine, che alternano cantato in inglese a rap in indiano. Proposta particolare. Molto virata alla melodia la cover del duo americano di indie rock Diet Cig, mentre torniamo al rap metal con venature ragamuffin per Flatbush Zombies & DJ Scratch. Evocativa anche se sull'orlo del baratro del kistch la versione latin pop delle Ha*Ash, mentre il meglio arriva in coda: la scarna, emozionante, suggestiva interpretazione di Moses Sumney sbaraglia decisamente la concorrenza, che, a differenza dell'artista ghanese/americano, su questo brano non offre nessuna reinterpretazione che fa saltare sulla sedia.

Best tracks:

1) Enter Sandman: Alessia Cara and The Warning; Ghost
2) Sad but true: Sam Fender; Jason Isbell & The 400 Unit; Mexican Institute of Sound
3) Holier than thou: The Chats; Corey Taylor
4) The unforgiven: Moses Sumney


1/2 - continua

lunedì 7 marzo 2022

Psycho II (1983)


Dopo oltre vent'anni di manicomio, Norman Bates viene rimesso in libertà sotto la supervisione dello psicologo che l'ha curato. Norman torna nella sua casa e al suo motel, nel frattempo gestito da un viscido individuo. Per guadagnarsi da vivere lavora in una tavola calda dove conosce Mary, una cameriera dalla vita privata incasinata, cui Norman offre ospitalità. Le stanze della sua vecchia abitazione, e in particolare quella della madre, mettono però a dura prova la stabilità mentale di Norman. 

Quasi un quarto di secolo dopo il capolavoro di sir Alfred Hitchcock, alla Universal pensarono bene di dare un seguito al padre di tutti gli slasher, nonchè ad uno dei livelli massimi raggiunti dalla cinematografia di tutti i tempi. 
Preparato al peggio, in maniera completamente inaspettata mi sono invece trovato ad assistere ad un buon film di genere, che, manco a dirlo, non sfiora nemmeno la grandezza dell'originale, ma che si gioca bene le sue carte.
Curiosamente la trama del film non è la trasposizione del romanzo Psycho II, dello scrittore Robert Bloch (autore anche del primo Psycho), ma un plot originale di Tom Holland, sceneggiatore che in seguito ci regalerà quei due gioiellini tipicamente ottantiani de l'Ammazzavampiri e La bambola assassina. Il regista è invece Richard Franklin, allievo di Hitchcok, autore, a parte questo film, di opere minori, e forse è un peccato, perchè Psycho II è girato in maniera magistrale, nel suo abbinamento tra i doverosi omaggi al Maestro e una buona personalità. I carrelli, la fotografia, le riprese a piombo sono i punti di forza di una messa in scena che si avvale altresì di un'ottima prova del protagonista Anthony Perkins, sempre in bilico tra stupore fanciullesco e follia. L'idea vincente di un film che gira attorno al classico meccanismo whodunit, e che regala anche notevoli momenti slasher, è quella (SPOILER) di mettere il carnefice nel ruolo della vittima fino alla strepitosa scena finale, dove un Bates "risolto" si riprende la sua eredità maledetta. 

A questo sequel ne è seguito un altro (III) e a Norman Bates è stata dedicata anche una serie tv, Bates Motel, che si è conclusa dopo cinque stagioni (2013/2017). 

giovedì 3 marzo 2022

MFT, gennaio - febbraio 2022

ASCOLTI

Spiritbox, Eternal blue
Employed to serve, Conquering
Mammoth WVH, ST
Smith/Kotzen, ST
Sonny Rollins, Saxophone colossus
John Mellencamp, Strictly a one-eyed Jack
Eddie 9V, Little black flies
Brandee Younger, Somewhere different
Charlie Parker, The complete Savoy and Dial master takes
Battle Beast, circus of doom
Agent Steel, No other godz before me
Wovennest, Temple
John Coltrane, Ballads
Charles Wesley Godwin, How the mighty fall
Bruce Springsteen, The legendary 1979 No Nukes concerts
Be'lakor, Coherence
Dave Gahan, Imposter
Neil Young & Crazy Horse, Barn
Volbeat, Servant of the mind
Miles Davis, A tribute to Jack Johnson
Mike and the Moonpies, One to grow on
Hayes Carll, Get it all
Touch, Tomorrow never comes
Saxon, Carpe diem
AAVV, The Metallica blacklist
Eels, Extreme witchcaft
North Mississippi Allstars, Set sail
Mexican Institute of sound, Politico
Slash, 4
Eddie Vedder, Earthling
Tears for Fears, The tipping point
Scorpions, Rock believer
The Chats, High risk behaviour
Off!, ST


VISIONI

Queenpins - Le regine dei coupon (2,5/5)
Don't look up (3,25/5)
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve (3,5/5)
Il prezzo dell'arte (3,25/5)
Quelli che mi vogliono morto (2,25/5)
E' stata la mano di dio (3,5/5)
Ariaferma (3,75/5)
The father (3,75/5)
Riders of justice (3,25/5)
Spider-Man - No way home (2,75/5)
E venne il giorno (2,75/5)
007 - No time to die (3/5)
Tesla (3,25/5)
No sudden move (3,5/5)
Dune (3,75/5)
Robinù (3,5/5)
Eternals (2,75/5)
La furia di un uomo - Wrath of man (3/5)
The Tender bar - Il bar delle grandi speranze (3/5)
The tax collector (2,5/5)
The harder they fall (3/5)
Qui rido io (3,5/5)
Danny the dog (3,25/5)
Il capo perfetto (3,5/5)
Il segreto dei suoi occhi (3,75/5)
Le idi di marzo (3,25/5)
Hasta el cielo (3/5)
Il potere del cane (3,5/5)
Pig (3,75/5)
La fiera delle illusioni - Nighmare alley (4/5)
Agente 117 al servizio della Repubblica - Allarme rosso in Africa nera (3/5)
Una preghiera prima dell'alba (3,5/5)
La ragazza del terzo piano (3,25/5)
American Animals (3,75/5)
Tempo limite (2017) (2/5)
Psycho II (3,25/5)
Impero criminale (2,5/5)
Bed time (3,75/5)
Tre piani (2,5/5)
Contagion (3,5/5)
Way Down - Rapina alla banca di Spagna (2,5/5)
Mondocane (3,75/5)
The French Dispach (4/5)
L'eroe dei due mondi (3,5/5)
Assassinio sul Nilo (2022) (2,75/5)
Red Sparrow (2,75/5)
Un uomo sopra la legge (2,5/5)
A proposito dei Ricardo (2,75/5)
Che Dio ci perdoni (3,75/5)
The walker (2007) (3,5/5)
Occhiali neri (2,75/5)
Il presidente (3,5/5)
Baby gang (3/5)
Una festa esagerata (2,5/5)
Johnny Mnemonic (3/5)

Visioni seriali

Dexter - New blood (2,75/5)
Monterossi (3/5)
Ozark 4, prima parte (3/5)
Yellowjackets (3/5)
Reservation dogs (3,5/5)

















LETTURE

Gèrad Thomas, Il comunismo spiegato ai bambini capitalisti
Jacopo De Michelis, La stazione
Eric Nisenson, Ascension Vita e musiche di John Coltrane