Dopo oltre vent'anni di manicomio, Norman Bates viene rimesso in libertà sotto la supervisione dello psicologo che l'ha curato. Norman torna nella sua casa e al suo motel, nel frattempo gestito da un viscido individuo. Per guadagnarsi da vivere lavora in una tavola calda dove conosce Mary, una cameriera dalla vita privata incasinata, cui Norman offre ospitalità. Le stanze della sua vecchia abitazione, e in particolare quella della madre, mettono però a dura prova la stabilità mentale di Norman.
Quasi un quarto di secolo dopo il capolavoro di sir Alfred Hitchcock, alla Universal pensarono bene di dare un seguito al padre di tutti gli slasher, nonchè ad uno dei livelli massimi raggiunti dalla cinematografia di tutti i tempi.
Preparato al peggio, in maniera completamente inaspettata mi sono invece trovato ad assistere ad un buon film di genere, che, manco a dirlo, non sfiora nemmeno la grandezza dell'originale, ma che si gioca bene le sue carte.
Curiosamente la trama del film non è la trasposizione del romanzo Psycho II, dello scrittore Robert Bloch (autore anche del primo Psycho), ma un plot originale di Tom Holland, sceneggiatore che in seguito ci regalerà quei due gioiellini tipicamente ottantiani de l'Ammazzavampiri e La bambola assassina. Il regista è invece Richard Franklin, allievo di Hitchcok, autore, a parte questo film, di opere minori, e forse è un peccato, perchè Psycho II è girato in maniera magistrale, nel suo abbinamento tra i doverosi omaggi al Maestro e una buona personalità. I carrelli, la fotografia, le riprese a piombo sono i punti di forza di una messa in scena che si avvale altresì di un'ottima prova del protagonista Anthony Perkins, sempre in bilico tra stupore fanciullesco e follia. L'idea vincente di un film che gira attorno al classico meccanismo whodunit, e che regala anche notevoli momenti slasher, è quella (SPOILER) di mettere il carnefice nel ruolo della vittima fino alla strepitosa scena finale, dove un Bates "risolto" si riprende la sua eredità maledetta.
Curiosamente la trama del film non è la trasposizione del romanzo Psycho II, dello scrittore Robert Bloch (autore anche del primo Psycho), ma un plot originale di Tom Holland, sceneggiatore che in seguito ci regalerà quei due gioiellini tipicamente ottantiani de l'Ammazzavampiri e La bambola assassina. Il regista è invece Richard Franklin, allievo di Hitchcok, autore, a parte questo film, di opere minori, e forse è un peccato, perchè Psycho II è girato in maniera magistrale, nel suo abbinamento tra i doverosi omaggi al Maestro e una buona personalità. I carrelli, la fotografia, le riprese a piombo sono i punti di forza di una messa in scena che si avvale altresì di un'ottima prova del protagonista Anthony Perkins, sempre in bilico tra stupore fanciullesco e follia. L'idea vincente di un film che gira attorno al classico meccanismo whodunit, e che regala anche notevoli momenti slasher, è quella (SPOILER) di mettere il carnefice nel ruolo della vittima fino alla strepitosa scena finale, dove un Bates "risolto" si riprende la sua eredità maledetta.
A questo sequel ne è seguito un altro (III) e a Norman Bates è stata dedicata anche una serie tv, Bates Motel, che si è conclusa dopo cinque stagioni (2013/2017).
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