venerdì 30 novembre 2007

La situazione non è buona

Quest'anno ci sono elevatissime probabilità che non avrò un disco dell'anno da eleggere.
E' la prima volta, credo che non ho nemmeno un album nuovo che mi ha eccitato per davvero. Qualcosa sopra la media c'è, ma anche tante delusioni. Nel 2007 ha prevalso l'aspetto canterino, partendo dai 99 posse, passando per Bennato, Carosone, Gaber, persino gli Squallor, sono scivolato in una spirale karaoke, che se non mi fermo, pur di avere ritornelli facili da cantare mi regalo il quadruplo di D'alessio per Natale.
Credo che alla fine il trittico che si eleva dalla palude di uscite potrebbe essere Steve Earle/ Xavier Rudd/ Plant & Krauss.
Ma devo ancora deliberare, e sarà più dura del welfare al senato.

mercoledì 28 novembre 2007

Helpless

Arrivava verso le quattro del pomeriggio dopo aver attraversato tutto il paese con la chitarra in spalla, lei aveva una Washburn jazz, io una Fender Prodigy (una specie di strato, prodotta solo in USA, che avevo comprato a Hollywood nel 95) . Preparavo per l'occasione un discreto caffè americano con Baileys e panna di cui però andavo molto fiero.
Ci mettevamo al tavolo della cucina, accordavamo le chitarre, sorseggiavamo il caffè fumante(una manna, visto gli spifferi gelati che giravano a casa mia) e partivamo a massacrare alcune canzoni. In genere facevamo qualcosa dall'unplugged dei Nirvana, The man who sold the world, Jesus don't want me for a sunbeam, Come as you are, Where did you sleep last night, oppure Dylan, I want you, Just like a woman, Stuck inside of a mobile, One of us must know; ovviamente Springsteen, Two hearts, Ghost of Tom Joad,Dancing in the dark, Dry lighting, Lucky town; i Beatles, Back in USSR, Dear prudence. L'ultima volta che abbiamo suonato, le mura hanno vibrato per una versione emozionante di Helpless di Neil Young. Sembrava l'inizio, invece era finito tutto.
Troppi omissis in questo post per dire di chi fu la colpa, ma quei pomeriggi mi mancano come ossigeno.

domenica 25 novembre 2007

Incompiuto

Sono almeno due mesi che tento di buttare giù qualcosa su Edoardo Bennato, giacchè dopo aver acquistato ad un prezzo intrigante la sua raccolta tripla Salviamo il salvabile, per un bel pò non ho ascoltato altro. Volevo scrivere dei ricordi che mi risveglia, di quanto fosse follemente anarchico e slegato sia dalla canzone d'autore di sinistra che dal disimpegno del resto del pop italico, di quanto sperimentasse (il suo disco "unplugged" -Rinnegato- ha anticipato di qualche anno la moda dei dischi acustici; fu lui, nell'80 il primo a far uscire due dischi contemporaneamente, il noto Sono solo canzonette e Uffà uffà, uscito invece "a fari spenti"), del valore delle sue canzoni, delle sue metafore, della sua strafottenza, di Affacciati affacciati, una delle più irriverenti canzoni sul Papa mai scritte, del suo modo quasi irritante di cantare , del piano regolatore con progetto di metropolitana per Napoli presente sulla cover di Io che non sono l'imperatore; della sua parabola discendente che sembra inarrestabile.
Tutto questo volevo fare, ma non ci sono riuscito.

venerdì 23 novembre 2007

Uazzamericanboooi!

Quando dovete usare dei termini inglesi, come li pronunciate, all’italiana, con una leggera cadenza british o come se aveste in bocca un pacchetto intero di Big Babol?

Ad esmpio, come chiamate la marca di abbigliamento sportivo col baffo: Naik o Naiky?
E i jeans? Levis o Livais?
Il transatlantico è Titanic (come l’abbiamo chiamato fino al film di Cameron) o Taitaenic?
La città: Boston o Bast’n?
Lo scrittore: Capote o Capoti?
La rockstar: Vedder o Ved'a?

mercoledì 21 novembre 2007

La 60

L’altro giorno ero sulla (o sul?) 60, Centrale/C.so 22 Marzo. Seduto in uno di quei terrificanti posti a coppie di due, che stanno di fronte, con spazio per le gambe pari a zero. Gli altri tre sedili occupati da tre ragazzini undicenni talmente odiosi che ho maledetto di aver dimenticato in macchina il lettore mp3. Soppesavo attentamente se fosse peggio ascoltarli, stando però seduto, oppure proseguire il viaggio in piedi, pur di togliermeli di torno, quando ad una fermata si aprono le porte e sale un vecchietto d’ordinanza.

Si dirige diretto verso i tre, come se li conoscesse. Dalle loro espressioni capisco però che non è così. Si rivolge al più vicino dandogli di gomito e dice, con voce inaspettatamente ferma: “vi racconto una bella barzelletta!”. Oddio, penso io, sta a vedere che ho beccato il pedofilo e adesso gli spaccia una squallida storiella porno…

L’anziano passeggero comincia:
C’è un signore che compra un Rolex da novemila euro per regalarlo alla moglie. Lo porta a casa, e lo dona alla sua signora, che come è facile prevedere, ne è entusiasta. Lo guarda, se lo rigira fra le mani, se lo infila. Bello, bellissimo. Dopo un po’ però si accorge che è fermo, non funziona. “Ti hanno fregato!” Dice subito lei a lui. “Mannò cara, figurati. Ho lo scontrino, la garanzia…Dammelo che vado a sentire il venditore.” Il signore lo riporta in negozio all’addetto che subito apre il Rolex e lo osserva con attenzione. Dentro c’è un moscerino morto, il venditore lo soffia via. Il signore torna a casa, la moglie gli chiede: “allora, cosa aveva l’orologio, perché non funzionava?” E lui: era morto il macchinista!”

A questo punto l’anziano passeggero gira i tacchi con aria soddisfatta e se ne va verso la testa del bus. Io resto con un sorriso da ebete stampato. Due dei tre ragazzini si rivolgono all’unico del gruppo che ha riso e gli fanno: “di un po’, ma tu l’hai capita?!?”

martedì 20 novembre 2007

Drinkin' songs (sing along) 4



Riprendo dopo diverso tempo questa rubrica tanto apprezzata. L’avete visto Romance and Cigarettes di Turturro? All’inizio del film, quando Gandolfini litiga con la Sarandon ed esce di casa a fumare, comincia timidamente ad intonare Man without love (contributo video).
Canzone originariamente cantata dallo sconosciuto Engelbert Humperdinck, ma che ha avuto dozzine di interpretazioni (ricordo che la fecero persino i Mavericks a Milano) ed una versione in italiano. Ha una cantabilità straordinaria, se urlate il ritornello a pieni polmoni produce un immediato effetto liberatorio.
Ah! Ovviamente se non avete visto il film, sarebbe opportuno riparare.

Man without love

I can remember when we walked together
Sharing a love I thought would last forever
Moonlight to show the way so we can follow
Waiting inside her eyes was my tomorrow
Then somethin' changed her mind, her kisses told me
I had no lovin' arms to hold me

Every day I wake up, then I start to break up
Lonely is a man without love
Every day I start out, then I cry my heart out
Lonely is a man without love
Every day I wake up, then I start to break up
Knowing that it's cloudy above
Every day I start out, then I cry my heart out
Lonely is a man without love

I cannot face this world that's fallen down on me
So, if you see my girl please send her home to me
Tell her about my heart that's slowly dying
Say I can't stop myself from crying

Every day I wake up, then I start to break up
Lonely is a man without love
Every day I start out, then I cry my heart out
Lonely is a man without love
Every day I wake up, then I start to break up
Knowing that it's cloudy above
Every day I start out, then I cry my heart out
Lonely is a man without love
Every day I wake up, then I start to break up
Lonely is a man without love
Every day I start out, then I cry my heart out
Lonely is a man without love

lunedì 19 novembre 2007

Uno, nessuno e centomila


Se avessi aperto questo blog 4-5 anni fa, il cinema avrebbe avuto lo stesso spazio che concedo alla musica, vista la frequenza (anche tre volte a settimana) con cui ci andavo.
Adesso invece se ci vado tre volte all’anno posso dirmi soddisfatto, in compenso, non so se esserne orgoglioso o meno, sto scoprendo una serie di serie (ah ah) TV che mi sembrano di qualità e che mi appassionano.

L’ultima è Dexter (protagonista il bravo Michael C. Hall già David Fisher in Six Feet Under) evento dell’anno per la rete che la pubblicizza, gradita sorpresa per me che mi aspettavo tutt’altro.

Dunque, Dexter è un tecnico della scientifica di Miami esperto di sangue, più esattamente delle traiettorie tracciate dal sangue sulla scena del crimine. Conduce però una doppia vita, di notte si occupa dei peggiori serial killer, o comunque pedofili e assassini accertati, li cattura e li elimina proprio come farebbe un serial killer (cioè immobilizzandoli e tagliuzzandoli prima di accopparli).
Durante la narrazione ci vengono mostrati dei flashback di quando Dexter era ragazzino. Adottato da un poliziotto ( ci viene rivelato senza entrare nei dettagli che l’infanzia è stata una terribile spirale di violenza) che si rende conto della deformazione psicologica del ragazzo e gradualmente la incanala per dirigerla verso chi “merita di morire”.

Detta così la trama non sembra granchè, un incrocio tra C.S.I. e il Giustiziere della notte. In realtà il TF ha uno svolgimento molto lento,poco televisivo direi, con molta voce narrante, linguaggio esplicito, dialoghi realistici, e il tutto diventa una metafora dell’essere e dell’apparire. Il padre poliziotto infatti insegna a Dexter a mimetizzarsi nella società e a fingere emozioni (dato che il ragazzo è incapace di provarne) e relazioni sociali. Così Dexter ha una fidanzata, amici, va fuori a bere coi colleghi, ride alle battute, si confonde con gli altri. Però è una menzogna. Vive una bugia, lui è un altro, sopporta a fatica quel mondo per lui irreale, ma nessuno può saperlo.

E di serial killer emozionali,ne sono certo, nella realtà ne esistono a pacchi.

venerdì 16 novembre 2007

Sant'Atalanta martire

I provvedimenti federali e istituzionali che sono seguiti alla morte del tifoso laziale domenica ad Arezzo, non serviranno a un belino. Lo so io, lo sapete voi, lo sanno loro. Non ho invece la soluzione del problema, di certo bisognerebbe cominciare a parlarne senza reticenze e ipocrisie, di questa vicenda.

Un passo avanti concreto ed epocale l'ha fatto l'Atalanta, società, calciatori e allenatore, con un comunicato durissimo contro quegli ultras che domenica hanno chiesto e ottenuto (previa un pò di devastazione) che la partita con il Milan non fosse giocata, per "onorare" la morte di Sandri.
Da notare che se lo fossero trovato davanti in vita,prima,dopo o durante una partita, da solo, con la sciarpa biancazzurra al collo, magari l'avrebbo gonfiato loro di mazzate, ma così è la vita. E il codice morale di questi qua.

Speravo che, dietro l'esempio dei bergamaschi, altre società, sopratutto quelle che in passato hanno avuto grossi problemi con le curve, e campo squalificato (vedi l'Inter) si accodassero con lo stesso coraggio, invece, sono andate avanti fischiettando con le mani in tasca.
Moratti addirittura ha criticato Ruggeri (il presidente dell'Atalanta) perchè, a corredo di quanto detto contro la curva, ha espresso la provocazione di fare entrare allo stadio solo minorenni, senza fargli pagare il biglietto ("la curva è di tutti", ha detto l'illuminato presidente nerazzurro).
E' come criticare uno che ha lanciato una bomba atomica perchè nel farlo ha utilizzato un aereo che inquina troppo...

Ad ogni modo, rendo onore all'Atalanta e posto il testo completo della lettera-outing della società, firmata da tutta la squadra. Una volta tanto rendo merito anche ad un quotidiano popolare ( il più popolare): la Gazzetta dello Sport, che ieri è uscita con la massima esposizione a favore di questa iniziativa, con il titolo a caratteri cubitali: SANT'ATALANTA.
Applausi.

"Noi, allenatore e calciatori dell'Atalanta, sentiamo il dovere morale di appoggiare pubblicamente e incondizionatamente la dura presa di posizione del Presidente Ivan Ruggeri contro i delinquenti che domenica scorsa hanno causato gli incidenti allo stadio di Bergamo, generando vergogna per tutta la città. Noi quei delinquenti non li vogliamo più, né allo stadio né agli allenamenti; noi vogliamo solo il tifo e l'affetto degli sportivi veri che domenica hanno pesantemente contestato il comportamento violento di questa minoranza".
Seguono tutte le firme

martedì 13 novembre 2007

The crying game

Da molto prima dell'avvento della rete e della condivisione dei files, noi dovevamo avere tutte le canzoni che ci sono piaciute, e anche di più. Le abbiamo recuperate tutte, niente è sfuggito al nostro archivismo emotivo.

Per pudore però abbiamo evitato di comprendere nella nostra illustre collezione di dischi (o di files) canzoni che ascoltavamo e cantavamo con aria persa da Humphprey Bogart, ma che erano francamente impresentabili nella buona società rockettara. Non potevamo mica,ad esempio in una discussione sulle canzoni migliori del decennio, uscircene con "ti dirò, Ricordati di me di Venditti, quell'estate lì, con Barbara in macchina..."

Ma queste canzoni hanno la memoria lunga, sono rancorose e vendicative che nemmeno un corleonese. Ti seguono, sanno dove vivi, ti scovano, non puoi scappare ne nasconderti, e quando ormai pensi di averle fregate ti colpiscono con inaudita violenza.

Ieri, alle 19:30 mentre tornavo stremato a casa è partita Una canzone per te di Vasco Rossi, e mi si è attivato il flashback di quel periodo. Niente di particolare intendiamoci, solo spensieratezza, infinite partite a pallone sul campo di basket dell'ùratòri, il gruppo di amici con cui si condivideva tutto, nessuna figa, tanto parlare di figa.

Stavano arrivando i lucciconi, poi ho pensato a quel coglione del Vasco, e sono tornato alla normalità. Devo essere un pirla a sprecare energie emotive per un drugat de merda.
Però quell'arpeggio iniziale...

Last great american hero


Da ragazzo per me era già difficile essere un vorace lettore di americanissimi albi Marvel avendo un papà comunista e attivista politico e sindacale, pensate un po’ quando poi mi presentavo a casa con Capitan America, il super eroe che se ne andava in giro indossando la bandiera USA…

Sbagliava però mio papà a giudicare dalle apparenze. Certo, Cap, che è nato durante la seconda guerra mondiale come strumento propagandistico del mito della potenza militare statunitense, col tempo, e soprattutto dopo i sessanta, è stato spesso curato da team creativi liberal, tantè che, per esempio ai tempi del watergate e delle porcate CIA in america latina, in segno di sdegno nei confronti dell’amministrazione, Steve Rogers (l’uomo dietro la maschera del Capitano) ha smesso colori e nome nel suo alter ego, e ha indossato per un po’ quelli di Nomad, eroe senza patria ne leggi.

L’America per Capitan America non è mai stata necessariamente il suo governo. L’America per Steve Rogers è sempre stata il sogno. So perfettamente che questa cosa è una litania che sentiamo troppo spesso e che ormai trova rara rispondenza con la realtà, ma ricordiamoci che alla fine parliamo di un fumetto mainstream. Anche in questo contesto comunque, quando, durante i recenti episodi della Civil War, Cap afferma che il governo ha tradito i principi sui quali si basa la costituzione americana, e quando questo tradimento ha dei collegamenti con la realtà, bisogna riconoscere a lui (ai suoi autori, ovvio) almeno un po’ di coraggio.

Su Captain America 25 (edizione USA) e su Thor & i nuovi Vendicatori (Ed. Italiana, nelle edicole adesso), a seguito della sua resa al termine della guerra civile tra super eroi, Cap viene arrestato e mentre sta per essere condotto all’interno del tribunale per essere arrestato, un cecchino lo colpisce ferendolo gravemente. Il colpo di grazia però lo spara a distanza ravvicinata la sua donna, tale Sharon, che, ipnotizzata dal Teschio Rosso (storica nemesi del Capitano) si avvicina colpendolo all’addome. Steve Rogers muore in ospedale. Il palazzo dal quale spara il cecchino è la replica esatta di quello di Dallas da cui Oswald sparò a Kennedy.

Capitan America è morto. Non essendo Superman, difficile pensare che possa rinascere. Certo, nel mondo virtuale dei comics tutto è possibile, ma data la natura del personaggio, un suo ritorno sarebbe davvero poco apprezzato dagli stessi sui fans.


A sessant'anni dalla sua nascita si potrebbe pensare che un eroe che si fa chiamare Capitan America (cristo, con tutto quello che gli USA hanno combinato e continuano a combinare in giro per il mondo) possa essere una figura anacronistica, in realtà nel mondo Marvel mai come oggi agganciato alla realtà, la sua figura è un punto di riferimento per tutti i personaggi disegnati che gli ruotano attorno. Dall'Uomo Ragno che lo venera come un padre, ad Iron Man che lo ha combatuto e masscrato di botte.

Ci mancherai Capitano. Però fai un piacere a tutti. Resta morto.

mercoledì 7 novembre 2007

Tight connection

Questa settimana davvero pochissimo tempo per scrivere (anche solo per pensare a cosa scrivere), però una cosa devo proprio riportarla. Ieri mattina ho avuto modo, data la sua partenza da Linate, di conoscere Ale (alias whipping boy alias jumbolo).
Con lui Daniela e Filippo. Un abbraccio, cappuccino e brioches, giusto il tempo di notare un paio di donzelle che sfilavano a fianco al bar e poi dritti check-in del volo Klm 1620 delle 10:45, loro, e alla quinta assemblea in due giorni,io.
Una cosa breve (molto breve) ma intensa.
Roba da uomini veri.

venerdì 2 novembre 2007

Una volta all'anno


Rolling Stone diventa un giornale decente solo quando pubblica materiale d'archivio del genitore americano. Come accade in questo numero celebrativo dei quarant'anni dalla nascita di RS USA, che contiene decine di interviste ad artisti della scena musicale e artistica delle ultime decadi (una lista non esaustiva è sulla copertina). Last but not least, su questo numero anche una password per scaricare gratutitamente cinque brani a scelta da itunes.

Patetiche in compenso (eccezion fatta per Elio) le lettere di auguri degli artisti italiani per il quarto compleanno dell'edizione italiana, goffa marchetta alla rivista musicale italiana che si gioca con XL la palma di giornale più trendy e meno competente.