lunedì 24 aprile 2017

Battle Beast, Bringer of pain


Un paio d'anni fa mi ero imbattuto in questa band finlandese che con Unholy saviour aveva acceso il mio interesse grazie a diversi elementi: un ottimo bilanciamento tra cazzimma e melodia; il timbro grintoso della vocalist Noora Louhimo e la scelta spregiudicata di inserire un pezzo pop-dance in un disco metal. 
Due anni dopo i Battle Beast tornano, cercando di ripetere abbastanza pedissequamente la formula dell'album precedente: brani dal buon impatto fatti apposta per esaltare le capacità della Louhimo (tra i miei preferiti Straight to the heart, King for a day, Beyond the burning sky, la ballad Far from heaven) e, verso la fine della tracklist, un altro pezzo che si ispira alla dance degli ottanta: Dancing with the beast
Ma se per Unholy saviour a colpire nel segno era stato anche l'elemento sorpresa, qui la band (orfana del chitarrista originario, nonchè leader e principale compositore, Anton Kabanen, che ha lasciato il gruppo prima della registrazione del disco) non può più contare su questo effetto e il risultato finale chiaramente ne risente. 

martedì 18 aprile 2017

Born to run, l'autobiografia di Bruce Springsteen



Pur essendo molto attesa, la prima autobiografia di Bruce Springsteen doveva misurarsi con alcune sfide non semplici.
La prima, superare in qualità l'altra bio del boss, titolata anch'essa Born to run e pubblicata da Dave Marsh nel 1980 (successivamente lo scrittore rilascerà anche Glory Days, a consuntivo degli anni ottanta), vera e propria bibbia dei fan più stagionati.
La seconda, riuscire a coinvolgere nella lettura quanti, da operazioni di questo tipo, si aspettano sempre di trovare quantità industriali di sesso, droga, party selvaggi e devastazioni di camere d'hotel (un pò alla The dirt o La sottile linea bianca) totalmente assenti, com'è noto, nella vita e nella carriera di Springsteen.
A ciò aggiungiamo le grandi aspettative che tutti nutrivamo in merito alla qualità della scrittura del libro: in considerazione delle capacità liriche e della proverbiale onestà intellettuale dell'artista, volevamo ne più ne meno un capolavoro.

Togliamoci subito il dente: Born to run un capolavoro non lo è.
Tuttavia l'autobiografia ci permette di trovare tra le parole, i racconti e i ricordi di Bruce, le impalcature di molte sue canzoni, gli spunti che hanno giustificato un passaggio, una strofa, una melodia.
Più di tutto ci permette di scavare (fin dove è consentito) nella personalità di uno degli artisti più influenti degli ultimi quarant'anni.
O meglio, sarebbe più corretto riferirsi alle diverse personalità dell'artista, perchè l'aspetto della narrazione in cui la figura pubblica dell'uomo instancabile in concerto, che si contrappone alla dimensione intima, privata, dell'essere umano attanagliato da mille dubbi e incertezze, spesso in preda alla depressione e ad un'ansia divorante, è la chiave di lettura dell'intera opera.

Un'opera molto sbilanciata verso l'infanzia e la prima parte di carriera di Bruce (basti pensare che per giungere alla boa degli anni ottanta, segnata dall'uscita di The River, bisogna arrivare ben oltre la metà delle 520 pagine del libro) e che ignora totalmente una parte della carriera del Boss (per fare un solo esempio, di Human touch e Lucky town, i dischi gemelli del 1992, non compaiono nemmeno i titoli).

In compenso sono onnipresenti the ties that binds, i vincoli più importanti delle nostre esistenze: la famiglia, sia quella che ci ha cresciuto che quella che siamo stati in grado di realizzare noi stessi. Molto, molto spazio è perciò concesso al difficile rapporto col padre, all'affetto per la madre e all'amore incondizionato per la moglie Patti e per i figli. 

Oltre a ciò una meno prevedibile ma altrettanto salda riconoscenza nei confronti della psicanalisi e degli antidepressivi, al punto che, con un pò di coraggio in più, Bruce avrebbe potuto pescare in maniera più efficace nel suo repertorio per individuare il giusto titolo del libro: non l'enfatico Born to run, che a ben vedere riguarda solo l'aspetto pubblico della vita springstiniana, ma Two faces, oscura traccia contenuta in Tunnel of love che, alla luce dei contenuti dell'autobiografia, risulterebbe sua perfetta colonna sonora.
 La lettura di Born to run, pur non essendo pratica imprescindibile è altresì caldeggiata a chi Bruce lo ama visceralmente pur riuscendo a conservare la giusta distanza e la doverosa capacità di analisi dei suoi alti e bassi, dei suoi capolavori e dei suoi compitini.
A chi ama l'artista ma non lo tiene sul piedistallo.
A chi si sottrae ai perniciosi dibattiti facebookiani che si trasformano in ottuse liti da ultras.
Dopo aver religiosamente coltivato per decenni l'affetto per l'artista,  Born to run ci consegna ora la possibilità di affiancargli l'empatia per l'uomo e le sue tante debolezze.

giovedì 6 aprile 2017

Tutti gli 80 minuti (so far)

Ho pensato di fare cosa gradita, soprattutto ai lettori occasionali del blog, pubblicando un indice con i link a tutte le playlist fin qui postate. In attesa delle prossime...


01. Volbeat
 
02. Arctic Monkeys
 
03. Arcade Fire
 
04. Eriykah Badu
 
05. Mastodon
 
06. Woven Hand
 
07. Hank III (1/2)
 
08. Hank III (2/2)
 
09. Black Eyed Peas
 
10. Rancid
 
11. The Black Keys
 
12. Kings of Leon
 
13. Nine Inch Nails
 
14. The Killers
 
15. The Gaslight Anthem
 
16. Justin Townes Earle
 
17. Those Poor Bastards
 
18. Il meglio del 2013 (1/2)
 
19. Il meglio del 2013 (2/2)
 
20. Aerosmith dei settanta
 
21. Lucinda Williams
 
22. Hair Metal
 
23. Bruce Springsteen I
 
24. Bruce Springsteen II

25. Bruce Springsteen 2007/2014
 
26. Coldplay
 
27. Zac Brown Band
 
28. Alter Bridge
 
29. Kid Rock
 
30. Foo Fighters (80 + 80)
 
31. Slayer
 
32. Mark Knopfler
 
33. Dave Matthews Band (80+80)
 
34. Dropkick Murphys
 
35. Motley Crue (80 + 80)
 
36. The Strokes
 
37. My favorites eighties pop songs

38. My favorites eighties songs
 
39. Amos Lee
 
40. Black Sabbath, Ozzy years (1/2)
 
41. Black Sabbath, Ozzy years (2/2)
 
42. Black Sabbath, The Dark Years
 
43. Anthrax
 
44. Rage Against The Machine
 
45. Angry Singalong
 
46. The National
 
47. Joe Bonamassa
 
48. Lamb of God
 
49. The Avett Brothers
 
50. Metallica 1983/1989 (1/2)
 
51. Metallica (2/2)
 
52. Christmas Tracks

53. Uno! Dos! Trè! (Green Day)

54. Danko Jones

55. John Mayer

56. The Alarm

57. Ryan Bingham

58. Favorites 90/95 songs (1/3)

59. Favorites 90/95 songs  (2/3)

60. Favorites 90/95 songs  (3/3)

61. Thrash metal

62. Norah Jones

63. AC/DC (80+80)

64. Tom Waits

65. Bob Dylan