1. Gli amici frequentatori di questo spazio già lo sanno, o comunque l'avranno intuito, ma "la rogna" adsl si è risolta e lo ha fatto con un tempismo sospetto. Fino al 20 gennaio infatti non s'intravedeva la luce alla fine del tunnel del nuovo contratto con Telecom. Il 21 gennaio, dopo un mese e mezzo di telefonate surreali, pubblicavo un post nel quale mi lamentavo del servizio clienti Telecom e improvvisamente, il giorno dopo, la linea era attiva. Solo una coincidenza con tutta probabilità, ma molto curiosa.
lunedì 31 gennaio 2011
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1. Gli amici frequentatori di questo spazio già lo sanno, o comunque l'avranno intuito, ma "la rogna" adsl si è risolta e lo ha fatto con un tempismo sospetto. Fino al 20 gennaio infatti non s'intravedeva la luce alla fine del tunnel del nuovo contratto con Telecom. Il 21 gennaio, dopo un mese e mezzo di telefonate surreali, pubblicavo un post nel quale mi lamentavo del servizio clienti Telecom e improvvisamente, il giorno dopo, la linea era attiva. Solo una coincidenza con tutta probabilità, ma molto curiosa.
sabato 29 gennaio 2011
Album o' the week/ Prefab Sprout, Steve McQueen (1985)
venerdì 28 gennaio 2011
(Ci stanno) Dentro
Ma nell'arte si sa, ogni cosa ha il suo tempo e l'apprezzamento di un'opera passa sia dalle aspettative che riponevi in essa che dal tuo stato d'animo nel momento cui l'hai approcciata .
Difatti, riascoltando l'album oggi, laddove lo trovavo molle e inefficace, lo scopro, seppur a tratti, aggressivo e accattivante.
Certo, il tentativo di evolvere il proprio sound rispetto agli esordi (come hanno fatto giustamente notare Ale e Filo nelle loro rece) è evidente, così come l'ambizione di allargare il proprio target di pubblico (questo si evince già dalla copertina, molto "normale"), ma resta fondamentalmente un'attitudine punk non comune dalle nostre parti, l'eccezionale tiro di una manciata di pezzi come Gli alberi, Il sole, Noi fuori, Due dita nel cuore, lo sforzo di migliorare il suono della band, a partire dalle parti vocali, e l'affermazione di una propria personalità artistica.
Sui testi c'è invece, a mio avviso, ancora da lavorare. A parte qualche bella intuizione infatti, li trovo in più frangenti ancora eccessivamente scolastici. Ci si passa sopra quando la furia dell'esecuzione li mette giustamente in secondo piano, ma quando si placano le acque e l'attenzione è tutta sulle liriche, i limiti emergono in maniera evidente.
Niente di male, intendiamoci. L'urgenza comunicativa, l'ironia, la forza che i ragazzi sanno sprigionare dal vivo (qui vado a fiducia sulla base dei racconti degli amici) ne fanno comunque una band unica e provvidenziale nel panorama ruokk italico.
Dài, dài,dài!
giovedì 27 gennaio 2011
Spider-Man v 3.0
Si colloca in questa strategia commerciale anche la serie animata Spectacular Spider-Man, tredici episodi per due stagioni, presentata a partire dal 2008 dal canale Disney XD e prodotta, tra gli altri, anche dallo stesso Lee.
Peter Parker è un adolescente dei giorni nostri, zia May un'anziana fricchettona, Gwen una timida compagna di scuola, MJ la solita disinibita vicina di casa. Norman Osrbourne non è il primo Goblin ed è lui a creare in laboratorio tutti i nemici storici di Spidey: Elektro, Uomo Sabbia, Rhino, Octopus, Shocker, Avvoltoio. L'albino Lapide con il fido Testa di Martello controllano il crimine nella città. C'è posto anche per Gatta Nera e Lizard e per l'emersione del lato oscuro di Parker a causa del simbiota alieno (che arriva a NY in modo differente rispetto ai comics e al film) che poi diventerà Venom.
La serie si fa apprezzare: molto colorata, vivace, moderna. Il bilanciamento tra vita sociale di Parker e avventure in calzamaglia dell'arrampicamuri non è al livello delle storie su carta, ma può andare. D'altro canto il target a cui è destinato il prodotto (bambini in età da elementari) non è quello delle serie Marvel storiche. Se proprio vogliamo ci sarebbe qualcosa da dire sullo stile eccessivamente moderno del disegno, sulle proporzioni di alcune figure, sugli occhi a forma di moneta da due euro che non si possono proprio guardare.
Da un pò di tempo a questa parte, Spider-Man è diventato il personaggio preferito di Stefano. Dico personaggio e non solo cartone animato, perchè la passione non si limita alla visione della serie animata o al film, ma si estende ai fumetti, al gioco, alle discussioni che facciamo spesso sulla trama delle storie, sulle caratteristiche dei super-dudes e addirittura all'ascolto ossessivo di una canzone che centra, ma solo di sbieco,con Spidey: Hanno ucciso l'Uomo Ragno degli 883.
mercoledì 26 gennaio 2011
A different way
Bella dritta, quella dell'amico blogger Filo per i BellRays. Nel recensire Black Lightning (pensate, album numero undici del combo) del quartetto di Riverside, California, propongo un giochino che ultimamente va per la maggiore. Si tratta di indovina la citazione.
Il giochino inizia con la title-track posta in apertura. Un pezzo veloce dal ritornello potente, che, seppur canonico nello stile, e pertanto riconducibile a innumerevoli band, rimanda ai primi Skunk Anansie, quelli di Selling Jesus per intenderci. Lo stesso si può dire per Hell on heart, la traccia successiva. E' con il brano numero tre (Sun comes down) che arriva, spiazzante, la componente soul del gruppo. Si manifesta attraverso un giro di basso che sembra sputato quello di Papa was a rolling stone (il classicissimo Motown portato al successo anche dai Tempations).
La black music fa capolino di nuovo, ma questa volta nella sua interpretazione più spensieratamente legata ai sixties, all'interno di Anymore mentre non è la Tina Turner mainstream rock degli ottanta quella che si affaccia in Living a lie? E non è sempre lei, coadiuvata dagli AC/DC, quella che sbraita Everybody get up?!?
The way è la chiusura è rigorosamente soul, con una esplicita citazione, sin dall'attacco, ai Four Tops di Sugar Pie Honey Bunch.
Disco breve (dieci tracce), divertente, "leggero". Non inventano nulla sti BlackRays ma quello che propongono è una convincente interpretazione di canoni normalmente inconciliabili. Strano non essersi accorti di loro prima, visto che sono in giro da vent'anni.
P.S. L'album è della fine del 2010, ma lo inserisco per scelta arbitraria tra quelli dell'anno nuovo.
martedì 25 gennaio 2011
La banda dei tre
Da quel film hanno cominciato a timbrare il cartellino delle uscite un anno si e uno no, collezionando così cinque film. Per la verità nessuno memorabile, anche se si può premiare lo sforzo ambizioso di La leggenda di Al, John e Jack.
Arriviamo in questo modo all'ultima uscita, presentata ovviamente in coincidenza delle festività di fine anno: La banda dei babbi Natale, opera con la quale, dopo un film a episodi e la riproposizione nelle sale di uno spettacolo teatrale, i tre sono tornati a proporre al pubblico un film nel formato più abituale.
Pur non gridando al miracolo (si sorride più che ridere di pancia), la pellicola è gradevole. Lo svolgimento è costruito sul meccanismo dei flashback e tra una citazione al Il grande Lebowski (lì il bowling qui le bocce), qualche cameo azzeccato (le brave Angela Finocchiaro e Sara D'Amario) e una nevicata palesemente computerizzata, il film si lascia guardare, con la parte di Giovanni Storti a prevalere questa volta su quella degli altri.
domenica 23 gennaio 2011
Album o' the week / Billy Ray Cyrus, Some gave all (1992)
Per la cronaca, negli anni zero Billy Ray ha smesso i panni del cantante e ha vestito quelli dell'attore televisivo per il serial Doc. Miley Cyrus, la star Disney di Hannah Montana e Trace, leader delle band emo Metro Station e Ashland High, sono suoi figli.
venerdì 21 gennaio 2011
Alice in wonderland
Già, in trattativa. Perchè qui due sono le cose. O sono nel bel mezzo di un'interminabile candid camera, oppure chi gestisce i potenziali clienti Alice Adsl viene pagato in cannabis da consumare per contratto durante l'orario di lavoro mentre svolge la mansione di telefonista solo per divertirsi alle mie spalle.
Dovete sapere infatti che dai primi di dicembre ad oggi avrò chiamato il 187 almeno una quindicina di volte. VI GIURO che dopo ogni telefonata il nuovo contratto era stato regolarmente registrato ("andato a buon fine") e con lui attivata la linea di internet veloce. Peccato che quando richiamavo per avere conferma il nuovo operatore cascava sistematicamente dal pero e mi faceva rifare da capo tutta la procedura di registrazione rassicurandomi ogni volta sull'efficacia dell'operazione. Per giustificare i continui fallimenti sono stati tirati in ballo i codici segreti dall'operatore precedente, tecnici da mandarmi a casa, la linea ancora impegnata dal concorrente, registrazioni non andate a buon fine, indefiniti problemi tecnici. Mancava solo si abbassassero i Rayban, fissandomi nella palle degli occhi e giustificandosi con l'invasione delle cavallette.
Mi sa che ricambio la verve goliardica abbonandomi a Fastweb, almeno poi si ride in due...
giovedì 20 gennaio 2011
Gli scarafaggi non hanno re (cit)
Chi è Tony Pagoda? Un cantate melodico napoletano che all'apice della sua carriera arriva ad esibirsi financo al Madison Square Garden davanti ad un pubblico adorante, con Frank Sinatra a complimentarsi nei camerini. Nel privato Tony è un cocainomane abituale con una dipendenza feroce dalla pucchiacca. A quarant'anni è anche uno che la sa lunga su tutti gli aspetti della vita, e non perde occasione per farlo pesare a tutti: amici, parenti, band. La famiglia è ai margini della sua vita, la casa solo un porto sicuro dove rifugiarsi occasionalmente. I rapporti con moglie e figlia sono unicamente improntati ad una formale convivenza. E' però proprio da questo microcosmo sociale che s'innescherà una reazione di eventi che porterà la vita di Tony ad un'incredibile svolta radicale.
Sorprendente è l'aggettivo più usato dalla critica per definire l'esordio letterario di Sorrentino. Anche se i recensori partivano probabilmente prevenuti, a causa dei mediocri risultati ottenuti da altri artisti italiani che si sono cimentati in ambiti differenti dalle loro abituali tazze da tè (chissà perchè mi viene in mente sempre il Ligabue regista e/o scrittore), mi sento di condividere questa lapidaria impressione. Aggiungo che,a mio avviso, lo stupore più grande nasce dal trovarsi al cospetto di un'opera dotata di una strabordante urgenza comunicativa.
Il lato negativo di questa caratteristica è che in più di un frangente la concentrazione del lettore vacilla sotto i colpi di una narrazione che a tratti si fa ridondante,verbosa. Gli incisi, le lunghe parentesi aperte infiacchiscono un pò la verve del racconto, la sua continuità, il potenziale dei personaggi (questo aspetto mi ha fatto scattare un collegamento - probabilmente improprio - con il Don Chisciotte di Cervantes che intervallava continuanamente il filo narrativo principale delle gesta del protagonista Don Alonso Quijano con storie di personaggi collaterali), ma è un difetto che passa in secondo piano, perchè il Paolo Sorrentino scrittore dimostra di essere davvero bravo a dipingere una tela che mischia tonalità malinconiche con sfumature comiche, tinte ciniche ad una spietata analisi sull'Italia degli ultimi trent'anni.
Sono tanti i passaggi memorabili del racconto, dall'iniziazione sessuale del giovane Pagoda con una nobildona decaduta, all'esilio in Brasile, al "poema del comodino vuoto", all'amore/odio con l'amica Rita, fino alle tecniche di seduzione per individui non avvenenti. C'è infine spazio anche per un inatteso colpo di scena finale (buttato via come un dialogo de Gli occhi del cuore, recitato male per scelta stilistica della produzione) e per un finale che ti strozza la gola per quanto riesce ad essere doloroso nella sua ineluttabilità.
Avercene, di esordi così.
martedì 18 gennaio 2011
MFT, gennaio 2011
ALBUM
Social Distortion, Hard times and nursery rhymes
Ministri, Fuori
The Bellrays, Black lightning
Miles Davis, Bitches Brew
Soundgarden, Telephantasm
Mavis Staples, You are not alone
Ritmo Tribale, Uomini 1988/2000
LETTURE
James Ellroy, Il sangue è randagio
VISIONI
Boris, stagione 1,2,3
Californication, stagione 3
Boardwalk Empire
lunedì 17 gennaio 2011
Tel chi el Zamora
Terza e ultima analisi, da Fuga per la vittoria in poi non si può fare un'opera di finzione sul football (film o libro che sia) senza metterci il calcio di rigore decisivo all'ultimo minuto della partita della vita. Spero di non togliere suspance ai potenziai lettori dicendo che neanche Perrone sfugge a questa regola. E' però probabilmente consapevole del clichè a cui ricorre, e allora se lo gioca togliendogli la responsabilità di essere il fulcro della storia. Addirittura ne anticipa l'avvento rispetto alla narrazione in tempo reale.
Zamora è in definitiva un romanzo leggero e godibile, che ha come spunto la passione sportiva per antonomasia degli italiani, ma che offre anche una disimpegnata lezione sulla regola che, nella vita, non è davvero mai troppo tardi per cambiare.
venerdì 14 gennaio 2011
I migliori del 2010: epilogo
15. Il Pan del Diavolo, Sono all'osso
14. Eels, End times
13. Robert Plant, Band of Joy
12. Isobell Campbell & Mark Lanegan, Hawk
11. Nina Zilli, Sempre lontano
Sono consapevole dei sorrisini di compatimento e degli sdegnati no con la testa che provocherò, ma se fosse uscito nel 2010 The Fame Monster di Lady Gaga avrebbe avuto un posto sicuro in classifica.
mercoledì 12 gennaio 2011
I migliori del 2010, 2 / 2
5. BRUCE SPRINGSTEEN – The promise
La sorpresa dell’anno. Un concept album che racconta di astronavi e pianeti perigliosi dipanando classicissimi riffoni blacksabbathiani, ma riuscendo anche a sorprendere con poderose accelerazioni trash (Astreas's dream) e addirittura accenni glam (Night city). Fantascientifico.
Un'opera collocata armoniosamente tra lo Springsteen dei settanta, Van Morrison e i Replacements, suonata però da tizi che dicono di avere sull’auto il santino dei Pearl Jam e dei Social Distortion che probabilmente li esortano ad andare piano. Pardon, forte, a suonare forte. Out of time.
martedì 11 gennaio 2011
Moody's blues
La prima considerazione che mi trovo a condividere è che non ti accorgi di quanto sei legato a questa produzione fino a quando non ti immergi di nuovo nelle vicende che ruotano attorno ad Hank Moody (un David Duchnovny a suo agio nella parte come Berlusconi ad una festa di conseguimento del diploma di maturità).
Ad incremetare ulteriormente l'affinità con il telefilm, ci si mettono i temi trattati. Rispetto alla prima stagione meno letteratura (Hank è uno scrittore), più industria del rock e business del porno. In pratica il massimo per un dinosauro onanista.
Moody si è appena riconciliato con Karen, la donna della sua vita che per tornare con lui è fuggita dall'altare durante la cerimonia nunziale (con un altro, ovviamente), ma le cose si complicano quasi subito. Il suo manager (lo strepitoso Evan Handler/Charlie Runkle) viene licenziato perchè ripreso a masturbarsi durante l'orario di lavoro e per una serie di circostanze, che comprendono una sbandata per un'attricetta hard emergente, si trova ad investire un ingente somma in un film pornografico. Ma senza alcun dubbio la new entry più riuscita di questa seconda tornata di episodi è Lew Ashsby (Callum Keith Rennie) re mida della produzione (hard) rock: una sorta di Rick Rubin perennemente strafatto e costantemente allupato, tanto eccessivo e perentorio nello stile di vita, quanto fragile nell'animo.
A partire dalle citazioni e dai giochi di parole nei titoli originali, per passare ai dialoghi, alle battute fulminanti, alle situazioni inverosimili spesso oltre i limiti tv della (s)correttezza sessuale, per finire al sapiente uso della musica ad accompagnare le immagini (chi non si commuove su Warren Zevon nell'ultimo episodio non è vivo) e nonostante qualche caduta di livello della sceneggiatura (il modo in cui vengono troncati i personaggi Ashsby e la ex-moglie è delittuoso), Californication si conferma come una delle serie più entusiasmanti in circolazione.
A questo giro gli autori si sono divertiti ad inserire una prima figura (Lew Ashsby, di nuovo) che sembra una parodia di Hank, o meglio una versione dello scrittore che, davanti ad un bivio temporale, abbia scelto di lasciarsi andare alla libido più sfrenata invece che continuare a cercare di convincere la donna della sua vita, nonchè madre di sua figlia, a tornare con lui ed una seconda, Damien,un quindicenne che di Moody sembra invece una versione agli albori.
Si vive di momenti nei quali la trama sembra davvero essere quella di un film porno, con ragazze bellissime che cadono letteralmente ai piedi di Hank, alternati ad altri nei quali Moody (o Lew) sembra incarnare il personaggio perfetto che tutti i maschietti vorrebbero essere (pigramente cool, irresistibile senza sforzo apparente, sarcastico, che vive della sua arte) mentre invece, nella realtà, siamo un pò tutti Charlie Runkle, come ricordava argutamente Ale.
Ma non solo. Californication è anche la più classica metafora del dito e della luna. Mentre mostra una vita per certi versi idilliaca fatta di allegra promiscuità e fellatio elargite a profusione, in realtà esalta il valore della monogamia o comunque della fedeltà ad un solo partner. Tutti i protagonisti della storia: Hank, Lew, Charlie e per certi versi anche Damien, il fidanzatinio di Becca, testimoniano che quando si trova quella/o giusta/o, lasciarla per spargere fluidi corporali in giro è un delitto che prevede la più atroce delle pene: una malcelata solitudine.
Tra poco attacco la terza, mentre è appena iniziata la quarta. Che dire ai non adepti? Siete sempre in tempo...
lunedì 10 gennaio 2011
I migliori del 2010 1/2
Analogamente a quanto fatto l’anno scorso divido in due la classifica, linkando sui titoli dei dischi le recensioni fatte a suo tempo.
10. MIDLAKE - The courage of others
Un album questo che è cresciuto mooolto lentamente, come un acido che sembra non fare effetto e invece poi. Atmosfere rarefatte, gusto per la melodia e un'intrigante malinconia di fondo costituiscono i pilastri fondanti dell'opera. Lisergico.
Il melting pot culturale che tanto spaventa la Lega è tutto freneticamente racchiuso qui dentro, nel terzo capitolo discografico di M.I.A. . In aggiunta continuano ad essere presenti nei testi (e nei video) le componenti di denuncia e rivolta sociale. Riot on a dance floor.
8.TOM PETTY & HEARTBREAKERS – Mojo
Un compendio a trent'anni di sodalizio. Rockblues certo, ma anche folk, psichedelia e refrain che strizzano l'occhio al pop. Their mojo 's working as well.
7. FABRI FIBRA – Controcultura
Chi apprezza il rap italiano (anche) mainstream non può ignorare il ritorno del Fibra. Rumoroso. Polemico. Srafottente. Ironico. Irriguardoso. Insensibile. A suo modo, politico. In questo ambito, imprescindibile.
6. ALEJANDRO ESCOVEDO – Street songs of love
Non so quante vite abbia Alejandro Escovedo. Emerge dal suo passato di artista new wave e post punk con un disco di classic rock, muscoli, sudore e poesia. Refrain potenti sostenuti congruamente da chitarra basso batteria ma anche intime slide guitar notturne. Passionale e ispirato.
continua
sabato 8 gennaio 2011
Album o' the week / Sepultura, Chaos A.D. (1993)
venerdì 7 gennaio 2011
If i had a hammer
Vista l'ambientazione epica la produzione ha scelto Kenneth Branagh per la regia, sarà curioso vederlo alla prova in un genere così diverso dai suoi canonici.
Il dio del tuono è impersonato dal pressochè sconosciuto Chris Hemsworth, ma nel cast figurano anche le star Antony Hopkins (il colleroso padre Odino), Natalie Portman (la fidanzata storica della versione terrena di Thor) e Rene Russo (Frigga, la madre di Thor).
giovedì 6 gennaio 2011
Di rape e capelli
Altre considerazioni:
- la visione del film è stata in parte rovinata dalla perfida nipote acquisita che ha preso in giro per giorni Stefano perchè andava a vedere un film "da femmine". Secondo me faceva come la volpe con l'uva, siccome non vuole più raccoglierla perchè a dodici anni fa la superiore, alza le spalle e dice che è acerba.
- Accanto a me in sala c'erano due sorelle, una adolescente e l'altra di 7-8 anni. Nel punto più drammatico del film, verso la fine, quando il groppo nella mia gola aveva raggiunto le dimensioni di una papaya, la grande fa ai genitori, con tono canzonatorio : - guardate, Chiara piange, si è commossa -. E la piccola, con la voce rotta dalle lacrime: - Non è vero, è una bugia!. La cosa è andata avanti per un pò senza che i genitori intervenissero (erano probabilmente rassegnati a menate di quel tipo), tant'è che a un certo punto volevo alzarmi e dire alla provocatrice d'infanti: - Sì, Chiara sta piangendo,stracciacazzi di una guastafeste insensibile e sto piangendo anch'io, adesso puoi lasciarci ai nostri singhiozzi per cortesia?!?"
Purtroppo non l'ho fatto.
- A Stefano alla fine il film è piaciuto. Personaggio preferito: il piccolo camaleonte Pascal.
Direi che anche per le feste di quest'anno abbiamo dato. Attenzione però, a febbraio esce Yogi: the movie!!!
mercoledì 5 gennaio 2011
Trappole
In fondo anche la strada per la cultura è lastricata di insidiosissime trappole.
lunedì 3 gennaio 2011
A year in music / 4
10. The Drums - The Drums
9. Liars - Sisterworld
8. Salem - King Night
7. Zola Jesus - Stridulum II
6. Foals - Total Life Forever
5. Laura Marling - I Speak Because I Can
4. LCD Soundsystem - This Is Happening
3. Beach House - Teen Dream
2. Arcade Fire - The Suburbs
1. These New Puritans - Hidden
domenica 2 gennaio 2011
He's too much for my stereo
Mentirei spudoratamente se dicessi che conosco a memoria tutti i suoi dischi, la centrifuga di Trout mask replica mi è abbastata per temere ulteriori sortite nella sua folle arte. Ai più distratti però (ammesso che esista al mondo gente più distratta di me) un ascolto non farebbe male, per capire che cazzo di precursore sia stato e per collocare i primi vagiti dello stile rumorista di Tom Waits proprio tra quei solchi antichi.
Ovunque si trovi , c'è puzza di reunion col suo vecchio amico e mentore. Un peccato perdersela.
sabato 1 gennaio 2011
Album o' the week / U2, Under a blood red sky (1983)
A year in music / 3
Top ten album
10. LCD Soundsystem, This Is Happening
9. Eminem, Recovery
8. Robert Plant, Band of Joy
7. Drake, Thank Me Later
6. Vampire Weekend, Contra
5. Jamey Johnson, The Guitar Song
4. Arcade Fire, The Suburbs
3. Elton John and Leon Russell, The Union
2. The Black Keys, Brothers
1. Kanye West, My Beautiful Dark Twisted Fantasy
Top ten singles
10. Kanye West feat. Jay-Z, Rick Ross, Nicki Minaj and Bon Iver, Monster
9. Broken Bells, The Ghost Inside
8. Janelle Monáe feat. Big Boi, Tightrope
7. Vampire Weekend, White Sky
6. Mavis Staples, You Are Not Alone
5. Arcade Fire, We Used to Wait
4. Katy Perry, Teenage Dream
3. Sade, Soldier of Love
2. Cee Lo Green, Fuck You
1. Kanye West feat. Pusha T, Runaway