Il primo ascolto di Fuori, il nuovo album dei Ministri,mi ha fatto inorridire al punto di posare il disco sullo scaffale e di non avere alcuna voglia di dargli una seconda chance.
Ma nell'arte si sa, ogni cosa ha il suo tempo e l'apprezzamento di un'opera passa sia dalle aspettative che riponevi in essa che dal tuo stato d'animo nel momento cui l'hai approcciata .
Difatti, riascoltando l'album oggi, laddove lo trovavo molle e inefficace, lo scopro, seppur a tratti, aggressivo e accattivante.
Certo, il tentativo di evolvere il proprio sound rispetto agli esordi (come hanno fatto giustamente notare Ale e Filo nelle loro rece) è evidente, così come l'ambizione di allargare il proprio target di pubblico (questo si evince già dalla copertina, molto "normale"), ma resta fondamentalmente un'attitudine punk non comune dalle nostre parti, l'eccezionale tiro di una manciata di pezzi come Gli alberi, Il sole, Noi fuori, Due dita nel cuore, lo sforzo di migliorare il suono della band, a partire dalle parti vocali, e l'affermazione di una propria personalità artistica.
Sui testi c'è invece, a mio avviso, ancora da lavorare. A parte qualche bella intuizione infatti, li trovo in più frangenti ancora eccessivamente scolastici. Ci si passa sopra quando la furia dell'esecuzione li mette giustamente in secondo piano, ma quando si placano le acque e l'attenzione è tutta sulle liriche, i limiti emergono in maniera evidente.
Niente di male, intendiamoci. L'urgenza comunicativa, l'ironia, la forza che i ragazzi sanno sprigionare dal vivo (qui vado a fiducia sulla base dei racconti degli amici) ne fanno comunque una band unica e provvidenziale nel panorama ruokk italico.
Dài, dài,dài!
2 commenti:
Guarda, Angelo, è due o tre giorni che mi frulla per la testa una rece un po' più "completa" dei Ministri, che non quelle 4 righe scritte di corsa per la top ten.
In linea di massima la penso come te, però l'avrei etto con altre parole. :D
Ministri=appena suff
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