lunedì 20 settembre 2010

Flashback

Prima di fare il sindacalista, in aeroporto facevo assistenza a terra agli aeromobili. L'omino che sta sottobordo con il walkie talkie, in pratica. La mansione prevedeva anche una parte di attività da svolgere, alternativamente a quella esterna, in ufficio, dove ci si occupava del controllo del volo e della produzione dei documenti che ne attestavano carico e pesi.

L'ufficio nel quale si svolgevano queste operazioni era esattamente come dovrebbe essere una sala di controllo di un aeroporto importante. Un grande salone con una decina di scrivanie, telefoni, computer, telex, stampanti, manuali operativi. Dava direttamente sul piazzale aeromobili che si ammirava attraverso un'enorme vetrata che occupava un'intera parete. Ricordo che la prima volta ci entrai, appena ventenne, con tutto quel vociare, il rumore degli strumenti di lavoro, i telefoni che suonavano, le discussioni che riempivano l'aria, mi affascinò in maniera indescrivibile, mi sembrò incredibile poter far parte di quel mondo.

All'epoca la mia azienda seguiva tutte le compagnie che venivano in aeroporto, oggi in pratica solo Alitalia. Ragion per cui gli operatori di quell'ufficio sono stati spostati in uno spazio più piccolo ed economico e quello splendido open-space è rimasto vuoto.
Dopo moltissimi anni (oggi la mia sede è in un altro edificio) qualche giorno fa ci sono tornato. Il tempo di aprire la porta e la vista del locale vuoto e in disarmo ha fatto da agente scatenante, investitendomi come un treno merci in corsa con un flashback violento, da film. L'ho visto prendere vita, animarsi, ho rivisto persone, frenesia, attività. E' durato un solo momento, una frazione di secondo, poi sono tornato alla realtà.

Prima di andarmene ho indugiato un ultimo istante, il tempo di cercare (vanamente) di rievocare il piacere del flashback di un attimo prima e di scattare questa foto. Poi sono uscito.


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