venerdì 17 settembre 2010

Canta Lotta Ama


M.I.A.
Maya
N.E.E.T. Recordings, 2010


E' arrivata alla terza prova discografica Mathangi Maya Arulpragasam, meglio conosciuta come M.I.A., interessantissima artista che nasce nei sobborghi di Londra da genitori dello Sri Lanka.

Il suo marchio di fabbrica, che nel frattempo ha dato il via ad uno vero e proprio filone musicale, è una miscela di suoni e stili che abbracciano l'etnico, l'hip-hop, la dance, il reggae ed altre ispirazioni di cui non so nemmeno tracciare le coordinate, oltre ad un impegno sociale verso i popoli terzomondisti veicolato da buona parte delle liriche.

Anticipato dai singoli XXXO (dal sound più commerciale, tanto che al remix ha lavorato Jay-Z) e Born free, Maya prosegue su questo personalissimo solco, riuscendo ancora una volta a colpire nel segno.

I dodici brani (sedici nell'edizione deluxe) presenti nell'opera, ad eccezione dell' ossessiva cavalcata di Teqkilla , si attestano intorno ai tre minuti o poco più, trascinandoci in uno speziato melting pot musicale guidato dal suono che produce il dinamismo frenetico di una metropoli nell'ora di punta abbinato però ai colori e agli odori di un mercato popolare di Calcutta.


Per accompagnare i suoi testi sghembi M.I.A. utilizza qualunque sorgente di suoni: dal trapano elettrico per la filastrocca Steppin' up, ad inattesi riffoni di chitarra elettrica campionati su Meds and feds. Per Story to be told invece l'artista pianta semi di certificata origine reggae/ragamuffin dentro l'arida terra elettronica e li guarda germogliare felice. La musica di Kingstown fa capolino anche nella successiva It take a muscle.

Verso la fine (parlo della versione a dodici tracce, che io prediligo) le battute rallentano, e così ci si può lasciar andare ai lontani echi sixties di Tell me why e alla fluttuante Space.

Uno dei dischi dell'anno.





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