lunedì 27 marzo 2023

Dead for a dollar (2022)

Il cacciatore di taglie Max Borlund è ingaggiato da un ricco proprietario terriero con ambizioni politiche per riportare a casa la moglie Rachel, a suo dire rapita da un nero, disertore dell'esercito americano. Borlund, che prende molto sul serio il suo lavoro, si mette sulle tracce della donna, coadiuvato da un militare, ex compagno del rapitore. Parallelamente, dopo un periodo di reclusione di cui proprio Borlund è responsabile, esce di prigione il vendicativo Joe Cribbens.

Walter Hill torna (e già questa è un'ottima notizia!) al western, genere che ha contribuito prima a rilanciare negli anni ottanta con l'imprescindibile I cavalieri dalle lunghe ombre e, successivamente, a ribadire con il più meditativo Geronimo e infine con Wild Bill. In verità possiamo dire che il pattern di Hill sia sempre stato quello dell'epica western, anche nei suoi crime urbani (Johnny il bello), nei suoi action più riusciti (Strade di fuoco, i due 48 Ore, Danko, I trasgressori, Ancora vivo) o nelle sue scorribande nelle periferie più nascoste dell'american dream (I guerrieri della palude silenziosa), per cui resta nella sua comfort zone.

Da grandissimo fan del maestro, incurante dell'inevitabile scorrere del tempo (quest'anno le primavere sono 81), ogni sua nuova produzione mi provoca eccitazione. In questo caso poi, il cast suntuoso (Christoph Walts, William Dafoe e Rachel Brosnahan) mi faceva davvero sperare (avevo molto apprezzato Nemesi, del 2016) per il meglio. Ahimè, il destino cui sono stati relegati i registi nati dal movimento della "nuova Hollywood" e che si sono poi affermati, anche commercialmente, negli anni ottanta (oltre a lui John Landis, Carpenter, Brian De Palma - il cui recente Domino è stato letteralmente brutalizzato da tagli di montaggio che hanno portato il regista a disconoscere l'opera -  Coppola, per citare ovviamente quelli ancora in vita) è quello di essere costretti, se vogliono lavorare, a smazzersela con budget ignobilmente bassi, irrispettosi della storia e del contributo dato al Cinema da questi Maestri.

Qui sta il problema del film. Per contenere i costi gli esterni sono ridotti al minimo, gli interni sono quello che sono, l'uso del digitale è insopportabile, addirittura rumors dal set segnalano problemi legati alla sicurezza degli stuntmen. E non c'è niente da fare, nonostante il mestiere di Hill tutto questo risulta un ostacolo evidente. Manca la sporcizia, sembra tutto clamorosamente finto, la fotografia è fredda (per tacere delle sequenze con la pellicola virata al color seppia nei quali sembra di assistere ad una soap brasiliana) e di questa assoluta povertà di mezzi ne risente anche la recitazione dei big del cast, spaesati (soprattutto Dafoe, irriconoscibile) e mai credibili, al netto della Brosnahan, che è l'unica a, mio avviso, a salvarsi. 

Un vero peccato, perchè la storia, manco a dirlo un classicissimo western plot che richiama i grandi miti (Un dollaro d'onore su tutti), con i protagonisti "intrappolati" dagli eventi in una cittadina sperduta (del Messico) ad attendere il loro destino, avrebbe potuto essere un altro colpo andato a segno da parte di Hill.

C'è da rimarcare tuttavia come, anche in questa condizioni "ingiocabili",  il Maestro, almeno per il sottoscritto, non scenda mai sotto la sufficienza.


Noleggiabile su Sky e Prime.

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