Allora è vero. Ci siamo ancora. C'è ancora speranza per il Cinema di Genere in Italia. Il regista Andrea Di Stefano (studi americani, dietro la mdp per Escobar e The informer) confeziona un noir cla-mo-ro-so che sfida i maestri storici (francesi, americani) e i più recenti (spagnoli, sudcoreani).
L'ultima notte di Amore (dove Amore sta per Franco Amore, il protagonista interpretato da un Favino superlativo per misura e sottrazione) funziona semplicemente in tutto: nel plot, nei comprimari (Antonio Gerardi/Cosimo; Linda Caridi/Viviana), nella tecnica, che rinuncia tanto al digitale, usando la pellicola, quanto agli effetti speciali in CGI (sparatorie, inseguimenti, ogni cosa è girata come old school comanda), alla colonna sonora, debitrice di un commovente mood alla Milano Calibro 9, persino nelle riprese dall'alto di Milano (il piano sequenza che apre il film) per le quali la produzione invece che i droni ha messo a disposizione un elicottero. Ma più di tutto vale l'assoluto godimento di una Pellicola come non se ne vedevano, da queste latitudini, da tempo (almeno dal 2006 con Arrivederci amore ciao di Soavi).
Un film che vorresti non finisca mai e quando lo fa, con l'ultimissima sequenza prima dei titoli di coda che è l'ennesimo colpo di classe, vorresti ricominciarlo subito da capo. Fossimo in Francia si prenderebbe un 4/5, siccome è un fiore meraviglioso che è riuscito ad emergere dall'arido ed inospitale terreno italiano, il massimo dei voti (5/5) non glielo leva nessuno.
Il film dell'anno è uscito a marzo. Ed è italiano.
Al cinema
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