Non che la classe politica italiana non dia spunti di profonda critica, con le sue contraddizioni, i suoi privilegi e il suo progressivo allontanamento dai problemi quotidiani della gente, ma ho deciso che i toni con i quali Beppe Grillo pone i temi in questione alla ribalta, non riesco davvero a condividerli.
Ho appena spento il televisore dove trasmettevano il suo comizio di ieri al Vaffanculo Day a Bologna e la visione di Grillo arruffapopoli mi ha lasciato un profondo senso di inquietudine.
Vederlo lì con la bava alla bocca salmodiare i suoi vaffanculo nell’indifferenza generale di una folla che sembrava adunata lì per ridere e si è trovata davanti uno che parlava come l’ubriaco del paese, al quale dai sempre ragione perché tanto sai che argomentare sarebbe inutile, mi ha fatto un po’ pena e un po’ raccapriccio.
Mi sembra che da spunti meritevoli e interessanti, Grillo sconfini sempre in terreni al limite dei provvedimenti da regime totalitario (la prima iniziativa che hanno preso fascismo e nazismo dopo aver raggiunto il potere è stata quella di chiudere partiti e sindacati).
Che i deputati condannati non possano più essere eletti lo firmerei anche col sangue, e che nel meccanismo elettorale non ci debbano più essere quote attraverso le quali i partiti piazzino i loro cavalli fuori dal consenso degli elettori può essere condivisibile, mentre sul limite delle due legislature ho qualche perplessità e proprio non penso che i partiti vadano cancellati dalla faccia della terra, sarebbe un po’ come radere al suolo una città per uccidere un delinquente.
Ormai quella di Grillo più che satira mi sembra quasi rancore personale, che posso capire vista la storia del comico con le istituzioni e la politica nazionale, ma che non può diventare la battaglia alla quale aderiscono migliaia di cittadini.
Le precarietà (sociali, lavorative, abitative, di sicurezza) sono le profonde insoddisfazioni della gente, ed è chiaro che chi fa il CO.CO.PRO. o l’interinale da sessanta mesi è lì che urla “VAFFANCULO” davanti a microfoni e telecamere, davanti ad una politica, anche di centrosinistra, cieca e sorda alle sue esigenze, ma c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel proporre una sorta di bomba H contro il sistema italiano.
Non è più satira dicevo, nessuno rideva al comizio di Grillo, ma non è nemmeno politica, è più uno sfogatolo, una sputacchiera collettiva, quella che il comico offre alla gente che condivide il suo pensiero.
Non voglio dire che la politica va cambiata al suo interno, perché so che è retorica, i movimenti slegati dalla politica mi sembra però che abbiano sempre esistenze brevi e rimangano legati al momento, senza un progetto realistico per il medio-lungo periodo.
Non voglio nemmeno fare sociologia spicciola, ma è chiaro che la società è mutata radicalmente da 10-15 anni a questa parte.
Eravamo il paese delle due chiese, quella cattolica e quella comunista, in ogni sobborgo insieme alla chiesa, nella piazza principale, c’era la sezione del Partito. E lì, una sera sì e una sera no, c’erano i dibattiti, i direttivi, i comitati, discussioni fino a notte fonda, c’era la partecipazione collegiale. C’era un attenzione al sociale, ai bisogni collettivi, magari non sempre si riusciva ad intervenire, ma almeno a Montecitorio sapevano di avere gli occhi puntati adosso e raramente cagavano fuori dalla tazza.
Mi ripeto, secondo me l’asticella del degrado e del malaffare è stata portata su dall’avvento di Berlusconi, oggi si può fare quasi tutto, che gli italiani sono anestetizzati. Quello che fa ancora paura è la mole di voti che prende quest’uomo. A nessuno interessa chi, come,perché, lo votano, e lo votano con entusiasmo.
Ho appena spento il televisore dove trasmettevano il suo comizio di ieri al Vaffanculo Day a Bologna e la visione di Grillo arruffapopoli mi ha lasciato un profondo senso di inquietudine.
Vederlo lì con la bava alla bocca salmodiare i suoi vaffanculo nell’indifferenza generale di una folla che sembrava adunata lì per ridere e si è trovata davanti uno che parlava come l’ubriaco del paese, al quale dai sempre ragione perché tanto sai che argomentare sarebbe inutile, mi ha fatto un po’ pena e un po’ raccapriccio.
Mi sembra che da spunti meritevoli e interessanti, Grillo sconfini sempre in terreni al limite dei provvedimenti da regime totalitario (la prima iniziativa che hanno preso fascismo e nazismo dopo aver raggiunto il potere è stata quella di chiudere partiti e sindacati).
Che i deputati condannati non possano più essere eletti lo firmerei anche col sangue, e che nel meccanismo elettorale non ci debbano più essere quote attraverso le quali i partiti piazzino i loro cavalli fuori dal consenso degli elettori può essere condivisibile, mentre sul limite delle due legislature ho qualche perplessità e proprio non penso che i partiti vadano cancellati dalla faccia della terra, sarebbe un po’ come radere al suolo una città per uccidere un delinquente.
Ormai quella di Grillo più che satira mi sembra quasi rancore personale, che posso capire vista la storia del comico con le istituzioni e la politica nazionale, ma che non può diventare la battaglia alla quale aderiscono migliaia di cittadini.
Le precarietà (sociali, lavorative, abitative, di sicurezza) sono le profonde insoddisfazioni della gente, ed è chiaro che chi fa il CO.CO.PRO. o l’interinale da sessanta mesi è lì che urla “VAFFANCULO” davanti a microfoni e telecamere, davanti ad una politica, anche di centrosinistra, cieca e sorda alle sue esigenze, ma c’è qualcosa di profondamente sbagliato nel proporre una sorta di bomba H contro il sistema italiano.
Non è più satira dicevo, nessuno rideva al comizio di Grillo, ma non è nemmeno politica, è più uno sfogatolo, una sputacchiera collettiva, quella che il comico offre alla gente che condivide il suo pensiero.
Non voglio dire che la politica va cambiata al suo interno, perché so che è retorica, i movimenti slegati dalla politica mi sembra però che abbiano sempre esistenze brevi e rimangano legati al momento, senza un progetto realistico per il medio-lungo periodo.
Non voglio nemmeno fare sociologia spicciola, ma è chiaro che la società è mutata radicalmente da 10-15 anni a questa parte.
Eravamo il paese delle due chiese, quella cattolica e quella comunista, in ogni sobborgo insieme alla chiesa, nella piazza principale, c’era la sezione del Partito. E lì, una sera sì e una sera no, c’erano i dibattiti, i direttivi, i comitati, discussioni fino a notte fonda, c’era la partecipazione collegiale. C’era un attenzione al sociale, ai bisogni collettivi, magari non sempre si riusciva ad intervenire, ma almeno a Montecitorio sapevano di avere gli occhi puntati adosso e raramente cagavano fuori dalla tazza.
Mi ripeto, secondo me l’asticella del degrado e del malaffare è stata portata su dall’avvento di Berlusconi, oggi si può fare quasi tutto, che gli italiani sono anestetizzati. Quello che fa ancora paura è la mole di voti che prende quest’uomo. A nessuno interessa chi, come,perché, lo votano, e lo votano con entusiasmo.
Ecco, anche se so che l’iniziativa di Grillo è trasversale, mi avrebbe comunque fatto piacere che fosse stata organizzata con la destra al potere, che i nostri basta un raffreddore per andare all'altro mondo
.
Alla fine ho la brutta sensazione che Grillo strada facendo abbia cominciato a prendersi un po’ troppo sul serio. Intendiamoci, alcune battaglie civili sono e sono state meritorie, ma aprire il suo blog e trovare, accanto ai post, pubblicità sui suoi libri, i suoi dividì, le sue iniziative commerciali, mi fa pensare a quei canali americani dove i preti fanno il tre per due sulle bibbie, con in sovraimpressione i riferimenti per i versamente di contante, carte di credito o bonifici.
Non lo so, ho sempre diffidato di chi spara a zero senza avere la responsabilità di confrontarsi, mediare, compiere scelte difficili, ma questo è un mio problema, legato probabilmente all’attività che svolgo e al senso di responsabilità che mi è stato trasmesso.
Alla fine ho la brutta sensazione che Grillo strada facendo abbia cominciato a prendersi un po’ troppo sul serio. Intendiamoci, alcune battaglie civili sono e sono state meritorie, ma aprire il suo blog e trovare, accanto ai post, pubblicità sui suoi libri, i suoi dividì, le sue iniziative commerciali, mi fa pensare a quei canali americani dove i preti fanno il tre per due sulle bibbie, con in sovraimpressione i riferimenti per i versamente di contante, carte di credito o bonifici.
Non lo so, ho sempre diffidato di chi spara a zero senza avere la responsabilità di confrontarsi, mediare, compiere scelte difficili, ma questo è un mio problema, legato probabilmente all’attività che svolgo e al senso di responsabilità che mi è stato trasmesso.
Chiudo con una citazione. Arrivo buon ultimo su Giorgio Gaber, e non voglio insegnare la sua arte a nessuno, ma credo che la sua critica politica, seppur impregnata anch’essa di una buona dose di anarchia, sia di un livello superiore e che descriva al meglio il come eravamo e cosa siamo diventati. Come questo brevissimo monologo, tratto da Il teatro canzone (1992):
Che cambiamento, eh?
Io mi ricordo che qualche tempo fa si parlava, si parlava, si parlava con i comp… con gli amici, si parlava nelle case, ma anche fuori, nelle piazze, si discuteva, si discuteva di tutto, il mondo, la politica, la vita, i fatti personali, insomma si parlava… anche troppo!
Poi di colpo, niente!
No, voglio dire, altre cose: il tennis, i vini del Reno, com’è la neve a Cortina… per carità io non c’ho niente contro la montagna e neanche contro il tennis o il cricket o lo squash.
Ci dev’essere uno strano godimento a sentirsi inutili, perché sono tutti più allegri, più ottimisti e tutti via a sciare e vela, windsurf, equitazione, golf… bello!
Secondo me per essere bravi in quegli sport lì non è che bisogno essere proprio imbecilli, però aiuta!
Poi un po’ di bella vita, un po’ di soldi non fanno schifo a nessuno, si diventa più belli, più puliti, un’ora di palestra, una doccia, l’amore, la pienezza dei sensi, la natura…
4 commenti:
eheheh, bella citazione.
Sono abbastanza d'accordo. Il problema è che la generalizzazione del Vaffanculo tende a rovinare, a far passare su un piano diverso, quei vari Vaffanculo veramente validi che vanno gridati a una classe politica ipocrita, corrotta, incapace, markettista.
Purtroppo, e questa idea ce l'ho da un po' di tempo, a Grillo piace cavalcare il popolo. E così, pur di dargli il pane (che in questo caso sarebbero pseudo-ingiustizie su cui scandalizzarsi) spesso prende anche cantonate. E queste cantonate gli fanno perdere credibilità, per quanto mi riguarda. Ma questo è un altro discorso.
Ora, il V-Day ha trattato tematiche sacrosante e questo è palese. Però c'è un aspetto più importante che secondo me va considerato, ed è collegato al successo di questa manifestazione.
A Grillo se lo son filati davvero in pochi sui media (e infatti ce l'ha con loro...), ciononostante è riuscito a riempire le piazze e a raccogliere 300.000 firme in un giorno, quando ne erano previste 50.000. Non so se vi rendete conto della portata della cosa, 300.000 firme in una giornata è qualcosa di pazzesco. Questo vuol dire che la gente è stufa, ma sancisce soprattutto la vittoria del Web. Perchè questa è stata una manifestazione nata sul web, e si è sviluppato solo esclusivamente tramite questo.
Si tratta di qualcosa di nuovo e di positivo, anche se il mio consueto pessimismo di fondo mi fa pensare che anche in questo caso la "gente" rischi di non saper sfruttare a fondo il mezzo a sua disposizione per informarsi correttamente. Fare un filtro delle fonti, praticamente, e non bersi tutto quello che gli viene propinato.
Scusatemi per la lunghezza,
Vit
cercherò di non dilungarmi per quanto possibile nel intervenire su un paio di punti che toccate e che non riesco a condividere.
angelo:
quello che grillo sta facendo è proprio di cambiare la politica dal suo interno, usando la prorpia popolarità come megafono per far capire alle persone che la vera politica non quella dei palazzi romani. ma la fai tutti i giorni, comprando un giornale, al supermercato. accendendo la televisione. la manifestazione di piazza di bologna non è l'evento cui guardare di tutto questo v-day, ma la raccolta di firme per una proposta di legge popolare che per tua stessa ammissione ha del buono. la proposta di legge va poi discussa in parlamento e li eventualmente approvata.
se non è cambiare le cose dall'interno questo... se poi la spinta nasce da fuori perchè chi siede alle camere se ne strafotte del malessere di chi dovrebbe rappresentare...
i movimenti "slegati dalla politica" come dici (ma che secondo me sono la vera politica) hanno vita breve perchè i partiti a corto di idee e a caccia di voti si intromettono, si appropriano si spartiscono. (non è questo che è successo coi girotondi?).
poi grillo può piacere e non piacere. ma il fatto (ad esempio) che campi del suo lavoro (e si dei dvd che vende su internet) e non sui contributi statali (hai lette lo cifre dei finanziamenti ai partiti in italia o alle testate giornalistiche?) per me è un valore aggiunto. dici che una volta c'era più partecipazione alle cose della stato da parte della gente, e che a montecitorio sapevano di non poter cagare fuori dal vasino. ma tangentopoli e silvio hanno dimostrato che la dc & co. cagafa eccome fuori dal bulacco. silvo non è stato l'ago della bilancia. è stata la manifestazione di un cancro che affligge l'italia da più di 30 anni.
e comunque se non è interesse popolare alla cosa pubblica il v-day di grillo. allora proprio non condividiamo lo stesso punto di vista.
vitto: più o meno daccordo su tutto. solo che io cerco di essere ottimista. però ho una domanda. tu parli di informazione e di rischi. e sai di che parli essendo giornalista. ma una persona come me, ad esempio, che non sa nulla o quasi di giornalismo, come dovrebbe fare ad evitare le trappole della mala-informazione? a chi credere? come filtrare le fonti. ammetterai che la sta-grande maggioranza dei tuoi colleghi non svolge il lavoro che dovrebbe.
io ci provo e tieni conto che ho 29 anni, una discreta capacità e possibilità di utilizzare internet e amici più informati (ale) che mi aiutano e stimolano a cercare un informazione quanto più "pulita" possibile.
e gli altri?
ma i giornalisti non dovrebbero esistere proprio per non dover obbligare tutti gli altri a questo lungo e faticoso filtro delle fonti?
p.s. dove hai visto le immagini di bologna angelo?
m.
massi, sinceramente non so come risponderti. L'ideale sarebbe leggere più giornali per poter avere così idee diverse, ma il rischio è solo quello di confondersi le idee. Io ho accesso alle agenzie di stampa 24 ore su 24 e già questo è un aiuto in più perchè leggo direttamente da fonti primarie e abbastanza imparziali. Insomma, è fredda cronaca. Ma questo lo posso (foooorse) fare io che posso leggere le agenzie.
Davvero non so come si possa ottenere un'informazione pulita. Internet potrebbe essere una risorsa fondamentale, ma vi si leggono tante di quelle puttanate...
Sarebbe bello vedersi presentare i fatti nudi e crudi davanti, ma ormai è impossibile. Non mi ricordo chi scrisse che ormai non si riesce ad avere un'idea precisa neanche su dati oggettivi come quelli economici, perchè ognuno se li va a interpretare a modo suo.
Dall'altra parte, l'aspetto positivo è che un'informazione che ti crea dei dubbi ti costringe a pensare per avere un'idea ben precisa, e questo non è mai male.
I giornalisti dovrebbero fare questo lavoro, ma con gli interessi che ci sono in ballo la cosa non è possibile. Per questo, come dicevo ad ale un po' di tempo fa, i blog gestiti dai giornalisti assumono una grande importanza perchè lì il giornalista può fare giornalismo e può scrivere quello che gli pare e come gli pare, senza condizionamenti.
Questo non vuol dire, ovviamente, che quello che scriverà corrisponderà necessariamente a verità, perchè l'interpretazione dei fatti secondo il proprio punto di vista è connaturata non solo al giornalismo, ma all'essere umano in sè.
Come i giornalisti vagliano le fonti, quindi, forse sta a noi vagliare i giornalisti e verificare quali possono essere quelli più affidabili.
vit
intanto vi ringrazio per il contributo,
veramente interessante e stimolante, era quello che speravo.
allora massi
sarò un vecchio partitocratico, non lo so, ma cambiare la politica dall'interno per me significa farne parte.
Sai perchè sottolineo questo aspetto?
Perchè da fuori (come grillo, secondo me) puoi dire tutto quello che ti
passa per la testa, senza confrontarti
con chi, nella tua struttura politica / sindacale o all'esterno di essa,
non la pensa così e argomenta le sue posizioni.
E' quasi impossibile, in politica così
come nella vita di tutti i giorni, non mediare, non filtrare i propri intendimenti attraverso il confronto.
1000 risposte ad un post pubblicato su di un blog,
per quanto evento straordinario,
non sono la stessa cosa.
Non sono così nostalgico della prima repubblica
da elogiare la diccì, ma in quella
fase politica, leggi come quelle ad personam di silvietto o il suo personale schieramento di avoocati, dottori e commercialisti
tra i banchi di montecitorio, credo
non sarebbe passate senza reazioni
significative
come invece è successo.
Io insisto sulla radicale trasformazione del tessuto sociale,
mi sembra che nei suoi interventi
grillo, imputi la responsabilità di
questa situazione esclusivamente AGLI ALTRI.
Assolvendo oltre a se stesso, anche gli italiani, che
evidentemente ritiene vittime.
Io penso invece che da quando abbiamo
smesso di pensare in termini di
collettività, cominciando a coniugare
le situazioni esclusivamente in prima persona, quello è stato
l'inizio della fine, loro hanno
capito che il momento era propizio
per allargarsi, esagerare.
Sul successo che ha avuto la manifestazione
e la raccolta di firme, ricordo anche
che l'anno scorso, con molto meno clamore,
l'associazione di donne
USCIAMO DAL SILENZIO, attraverso una iniziativa anche lì
partita dal web, ha portato in piazza
duecentomila persone in difesa
delle donne e dalla 194, il tutto
senza auspicare la morte della democrazia partitica.
Nel suo comizio/monologo grillo
ha esposto la sua contrarietà all'indulto
chiamando in causa i figli della
coppia spaventosamente trucidata
a treviso, "chiediamolo a loro
cosa ne pensano dell'indulto!!!".
Il discorso mi sembra più complesso,
e spero di poterlo approfondire, ma
per ribattere al suo livello cosa
dovremmo dire, proviamo a chiedere
cosa ne pensa dell'indulto a chi è
entrato a san vittore per un reato
minore o per consumo di droga, e si
è rovinato per sempre la vita?
Non possono essere questi i termini
di ragionamento per uno che
vuole fare politica (nell'accezione che gli dicevamo)
Sembrava di sentire la lega prima che si abituasse
alle poltrone.
Poi guarda, ha fatto una battuta su
de michelis tirando in ballo pavarotti " pensate! muore pavarotti e demichelis è ancora vivo!" (a bologna, pochi giorni
dopo la sua morte), che mi è sembrata
davvero insincera. Nel suo delirio
di scherno si è dimenticato infatti
che il Maestro è stato un grande evasore fiscale, al pari di altri soggetti
meritevoli della sua pubblica gogna.
Come dicevo di là massi, sabato
andrò a vederlo a milano, prontissimo, come sa chi mi conosce, a cambiare idea.
Ma assistere alla sua performance di
sabato mi ha fatto proprio una
brutta impressione...
P.S.
SKY ha ripreso le immagini di una
tv locale di bologna, e le ha
trasmesse per tutto la domenica, sul
suo servizio "active"
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