Sto cazpita di raffreddore di cui scrivevo più in basso non solo non accenna a passare, ma peggiora di giorno in giorno. Adesso sputo delle cinquecentolire di catarro verdastro che fanno paura. Oggi ho mollato il lavoro e ho dormito tutto il pomeriggio, la camomilla bollente col miele che sto bevendo adesso mi sembra la cosa più buona al mondo, in queste condizioni.
Il nuovo medico di famiglia, una donna, a prima vista sembra una stronza di prima scelta, sta a vedere che in 35 anni ho cambiato solo un medico della mutua (per decesso) e adesso ne cambio uno al mese. Che poi sai cosa ti dicono alla ASL all'atto del cambiamento? "No guardi questo è meglio che non lo scelga perchè è nel giro di quello che ha cambiato. Sa comè..." Non lo so comè, me lo spieghi lei.
Sabato sono a Milano a vedere Grillo c/o la festa dell'Unità (non è una contraddizone, Grillo ad una festa di partito?) e un pò la voglia mi è passata per le ragioni già espresse, un pò se sto conciato così mi viene da piangere al pensiero.
Domani rimango a casa. Riposo e autocommiserazione. Uniti ad una dose massiccia di medicine, tra l'altro prive finora di alcun effetto significativo. Magari ne approfitto per leggere e riportare qui il capitolo finale di Civil War (vi è andata male, non mi sono dimenticato...).
Ho in sottofondo il disco di Eddie Vedder, colonna sonora, mi dicono, del nuovo film di Sean Penn, Into the wild. Recuperato pochi minuti fa grazie ad un amico (trattasi di illecito, non posso fare il nome) e cotto e mangiato, come si dice. Sono arrivato alla traccia numero sette senza avvertire il bisogno di cambiare, e di questi tempi è già molto.
Però mi ci vuole un'altra camomilla.
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