Da bambino, benchè volessi solo divertirti in un'atmosfera festosa, lo sentivi a pelle che quando la famiglia tutta si riuniva per gli interminabili pranzi o cenoni delle feste, c'era qualcosa nell'aria pronta a guastare il tuo patinato idillio da pubblicità del Mulino Bianco.
Da adulto sei parte di questo agente contaminante, perchè non c'è niente da fare, è stato oggetto di studi, libri e film: quando metti intorno ad un tavolo persone unite da legami di sangue ma divise da differenti scelte di vita, personalità e vecchie fratture mal ricomposte, serve giusto un pretesto per far riaffiorare rancori e conti aperti e innestare una lenta ma inarrestabile deflagrazione.
Attorno alla tavola tutti lavorano per la pace ma sono pronti alla guerra. Lo capisci dagli sguardi, dagli argomenti toccati e in quelli evitati, dalle espressioni dei visi, dal linguaggio non verbale. Come nei momenti che precedono i duelli dentro i film di Sergio Leone ognuno è preparato per il peggio e così quando non succede niente e si arriva alla fine senza morti e feriti, coi figli e i nipoti che, ignari, si coccolano i propri regali, dici a te stesso che è andata, che hai attraversato un campo minato uscendone incolume.
Ma il compiacimento che ti concedi mentre, in pigiama e pantofole, osservi la Citrosodina sciogliersi nel bicchiere d'acqua s'infrange subito contro la dura realtà.
Domani, dopodomani e il giorno dopo ancora si torna in scena.
Non ce la puoi fare.
1 commento:
Bel post, meno male che la mia famiglia invece ha piacere di ritrovarsi e coloro che hanno "il culo sporco" si autoestromettono dai festeggiamenti.
E per il resto ce la farai, come sempre.
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