Old Man Markley
Down side up (2013)
Gli Old Men Markley sono un pò fuori zona rispetto alla bible belt americana, habitat naturale del country rurale. La band (sette elementi, due donne e cinque uomini) è infatti basata a Los Angeles e musicalmente parte dal blugrass per ampliare il proprio raggio d'azione al folk da combattimento, con un attitudine aggressiva che gli ha fatto guadagnare il titolo di punker del blugrass, appunto.
Per la verità, rispetto all'esordio di Guts n' teeth, rilasciato due anni fa, questo Down side up prova ad uscire dal recinto di quell'etichetta alternativa, toccando sovente momenti più convenzionalmente country 'n western. Certo l'opener Blood on my hands riprende esattamente il discorso là dove il furioso banjo di For better for worse, del disco precedente, l'aveva interrotto. E' questa la versione dei Markley che personalmente prediligo, veloci, precisi, guasconi. Ma già dalla successiva Reharsal (anch'essa molto bella, per la verità) risulta evidente come al collettivo interessi raccordarsi anche con la parte più tradizionale del loro discorso musicale. Così, allo stesso modo, non sfigura Come around here, un bel passaggio dixieland, con tanto di fiati, cantato dalla fiddler Katie Weed, la square dance di Hard to understand o il blugrass minimale di Beyond the moon. Tanto per chi preferisce la caciara c'è ancora soddisfazione nell'ultima parte del disco, tutta orientata alla velocità (Hand me down, la title track e Fastbreak sulle altre) fatta eccezione per Too soon for goodnight, classico western valzer da epilogo.
Nel complesso mi sembra che con Down side up gli Old Man Markley abbiano cercato di coniugare il loro furore giovanile con una scrittura più matura ed un sound maggiormente accessibile ai normali fruitori di questi generi. Ci sono anche abbastanza riusciti, la qualità delle composizioni è buona, con qualche picco sopra la media. Attendiamo il prossimo passo per capire meglio la direzione della band. Per adesso bene così.
7/10
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