venerdì 28 maggio 2010

Are we men or cartoons?

Jonathan Lethem è uno degli scrittori americani più quotati tra le cosidette nuove (fino a un certo punto, visto che è del 1964) leve della letteratura.
Ha cominciato a pubblicare trentenne, alternando generi (fantascienza, gialli, avantpop autobiografici) e formati (racconti brevi e romanzi).

Io ho letto la raccolta di narrativa breve Men and Cartoons, incuriosito dalla commistione di personaggi dei fumetti Marvel (per la Casa delle Idee Lethem ha sceneggiato anche una Graphic Novel) e storie di vita quotidiana di persone comuni.

Il risultato è altalenante. Intanto non tutti i racconti hanno connessioni dirette con i fumetti, alcuni citano reconditi super-eroi creati da Stan Lee, mentre altri diciamo che sfiorano appena il contesto comics book. La palma del migliore va senza dubbio a Super Goat Men, storia sospesa tra realtà e finzione, che ha come protagonista un inverosimile supereroe che ricorda vagamente il dude de Il Grande Lebowski, disilluso e un pò avanti con l'età.

Meno riusciti, ma comunque positivi La Visione, che prende spunto dal personaggio dei Vendicatori per raccontare una storia di ordinario risentimento, e Lo Spray che utilizza una leva fantascientifica per mettere a nudo ruggini, rancori e rimorsi, quelli sì reali, di una coppia.
Gli occhiali è un divertente racconto paradossale, mentre il Distopista proprio non l'ho digerito.

Un discorso a se merita infine L'inno nazionale, racconto in forma epistolare che conclude la raccolta.
Lethem parla verosimilmente di se stesso e lo fa in maniera molto fredda e disincantata, attraverso un movimento di camera che parte dal tempo presente e che va indietro fino alla sua giovinezza, e che include gli amici a lui più cari. Intimo e nostalgico, è fuori tema (se davvero il libro ne ha uno) rispetto alla raccolta, ma riesce a toccare più di tutti gli altri le corde più sensibili ed emotive del lettore trenta/quarantenne.
L'inno nazionale americano, secondo una protagonista di questo racconto, è The dark end of the street, tristissima canzone soul di James Carr (
la potete ascoltare qui) che parla di abbandoni e solitudine, e che per questo sarebbe la colonna portante delle vite degli americani.

Un autore da approfondire.

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