Una breve premessa. Ho scritto questo post tra domenica e lunedì. Dopo aver visto Ballarò di ieri sera (martedì) mi è venuto lo stimolo di cancellare il passaggio su Maroni, ma ho considerato che mi serve per spiegare il mio punto di vista, e poi di sti tempi non butto via niente...
C’ero anch’io, nonostante le mie indecorose condizioni fisiche, sabato al palasharp di milano per assistere allo spettacolo-comizio di Beppe Grillo.
Devo dire che vederlo dal vivo non ha modificato di molto la mia opinione sulla campagna promossa dal comico genovese, su alcuni argomenti mi sono ulteriormente allontanato dal suo pensiero, su altri ho condiviso le sue opinioni.
Ha iniziato schernendosi, il Grillo nazionale, “io non sono il vostro messia” “non sono il leader di nessuno” e via discorrendo, per poi lanciarsi, per un ora e quarantacinque nel suo monologo, recitato sempre in mezzo alle sedie degli spettatori e carico di fisicità.
Grillo rovescia addosso agli spettatori chilometri di parole, dati, idee, fatti, proposte, denunce, che a un certo punto ti verrebbe da alzarti e fermarlo: "aspetta un attimo, fermati, sta cosa me la spieghi per bene invece di limitarti al titolo?". Niente da fare, lui va. Un fiume di parole ingrossato dalle piogge torrenziali di polemiche dei giorni tra il V-Day e lo spettacolo di Milano.
Alcuni temi erano noti, già sentiti o vecchi cavalli di battaglia, altri inediti. L’informazione italiana è poca, arretrata e in malafede. Tutte le testate giornalistiche sono compromesse. Solo la rete è davvero democratica e partecipativa. Nessuno ha dato spazio alle iniziative a lui associate (i grillini, i meet-up eccetera), i media non informano il pubblico sulla portata dell’evento V-day e sulle iniziative ad esso correlate nonostante la portata rivoluzionaria dell’evento.
Sarà anche vero, certo è che in più di un’occasione ho sentito baroni della TV affermare di aver invitato Grillo per un dibattito o un talk show, e sentirsi negare la disponibilità apartecipare.
Tra l’altro la stessa cosa pare sia successa per radio popolare. Grillo aveva dato la sua disponibilità a partecipare alla trasmissione “microfono aperto” (storico momento di discussione con gli ascoltatori, trasmesso in rigorosa diretta) salvo poi non rendersi disponibile al momento di andare in onda.
Il problema informazione in Italia (ma non solo) è innegabile, mentre il rapporto Grillo-media mi sembra più complesso di come lo fa apparire lui.
I politici vanno in televisione sempre senza contraddittorio, vero anche questo, ormai i conduttori fanno a gara su chi mette più a suo agio l’onorevole di turno, ma non è che sabato al palasharp ho assistito a tutto sto confronto aperto alle opinioni differenti da quelle del comico genovese…
Certo, afferma Grillo, sul blog ognuno può ribattere e dire la sua, ma Internet in Italia ha una diffusione dichiarata del 15%, e soprattutto penalizza diverse fasce d’età, sicchè è una tribuna libera, ma limitata.
Durante lo spettacolo è stata mandata sui megaschermi la lista dei politici condannati per diversi reati, civili o penali. Su 25 nomi, 22 erano del centrodestra (quasi tutti FI), uno della rosa nel pugno, uno del PDCI e uno dei diesse. Grillo non ha ritenuto di sottolineare la cosa. I politici sono tutti uguali anche di fronte ai numeri che indicano una situazione diversa.
Sull’argomento dell’ineleggibilità per chi ha commesso reati vedere l’esibizione di Grillo mi ha fatto addirittura vacillare dalla convinzione che fosse una battaglia giusta così come è stata impostata.
Cerco di spiegarmi. Prendiamo il caso di Maroni. Non serve che io dica quanto sia agli antipodi culturalmente, politicamente e geograficamente dalle idee dell’onorevole leghista e dalla sua cricca, però, nel merito della discussione, mi sembra corretto dire che Maroni risulta condannato per “resistenza a pubblico ufficiale”. L’episodio incriminato credo ve lo ricordiate, la Polizia fa teatralmente irruzione nella sede della Lega per sequestrare documenti, e gli esponenti leghisti, ancora più teatralmente, fanno una blanda resistenza a favor di telecamere. Spintoni, ressa, lievi escoriazioni (per i politici). Segue denuncia e condanna.
Adesso lasciamo perdere Maroni, che lè un pirla e consideriamo il merito del problema. Se un attivista di partito, o facciamo così: se Grillo si vede arrivare in casa la Polizia che pretende di sequestrargli materiale cartaceo o l’hard disc del pc, per ordine di un magistrato,e si oppone magari anche solo verbalmente all’azione (lo sapete no, che basta poco per far reagire, in quel contesto, le forze dell’ordine?), viene denunciato e condannato, è giusto che non possa più,nella sua vita, candidarsi a cariche pubbliche?
Secondo me, no.
Il discorso è complesso, ed andrebbe sviscerato, anche perché per un reato così “border line” ce ne sono dozzine, soprattutto fiscali, compiuti in palese e voluta elusione della legge.
Allora forse è il caso di approfondire e bilanciare meglio questioni che, seppur nate su motivazioni giuste, possono diventare strumenti di “repressione” nelle mani sbagliate.
Chiudo con una considerazione sulle polemiche di questi giorni riguardo le liste civiche “sponsorizzate Grillo”(sarà contento Beppe, non c’è giornale, TG o approfondimento che non parli di lui in questi giorni).
Il popolo dei grillini a quanto pare si sta dividendo, perché non vuole “sporcarsi le mani” con la politica, io invece ritengo che questa sia l’unica strada che il comico ha per dare continuità alla sua azione. E vedere se ha le gambe per andare oltre la denuncia fine a se stessa. E’ una scelta che approvo, che va nella direzione del confronto, della mediazione e del dibattito. Le liste civiche di Grillo potrebbero trovarsi a vincere le elezioni, chessò a Pontedera, dovendo poi amministrare con forze politiche tradizionali, magari culturalmente agli antipodi rispetto ai ragazzi volenterosi del comico genovese, e questo potrebbe essere, nella migliore delle ipotesi un momento di crescita politica per entrambe le forze in campo.
Ma solo nella migliore delle ipotesi.