In una Seul che ha ormai assunto, amplificandoli, tutti i clichè disumanizzanti delle grandi metropoli occidentali e orientali, Seok -Woo è un broker cinico e spietato, che ha una vita personale a pezzi. Divorziato, con una figlia piccola (Soo-an) che non vede praticamente mai, dedito solo ed esclusivamente alle sue speculazioni finanziarie.
Il giorno del compleanno della figlia, dopo aver dato ennesima prova della sua assenza (attraverso il regalo di una Wii che la bambina già possiede), Seok-Woo accetta a malincuore di soddisfare la richiesta della piccola, che vuole vedere la madre, ed ex-moglie, che vive a Busan (circa 300 chilometri da Seul).
Saliti sul treno diretto a Busan, scopriranno con orrore, assieme agli altri passeggeri, che il Paese è sconvolto da un'epidemia che contagia le persone trasformandole in mostri "infetti" affamati di carne umana, e che anche il treno non è un posto sicuro, visto che una contagiata è riuscita a salirci prima della sua partenza.
Ci sono due modi di fare uno zombie movie (questi non sono zombi, ma insomma è per capirci): uno è dedicarsi esclusivamente allo splatter e al divertimento da pop-corn, senza approfondimento ne menate, e un altro è quello messo magnificamente in scena dal regista Yeon Sang-Ho (autore anche di soggetto e sceneggiatura), che, dentro un film lungo (due ore), ma che vola senza pesare mai, mette dentro tutto, dalle tipiche tematiche dell'assedio, alle grandi e spettacolari sequenze d'azione, anche di massa, al melodramma tipicamente orientale fino a, sopratutto, una forte ed evidente critica sociale al sistema classista e iniquo della "nuova" Corea del Sud.
Insomma, un film imperdibile, che diverte, avvince, commuove e, soprattutto, fa pensare.
Gira da tempo sui canali digitali RAI, dategli una chance (magari prima che il governo del cambiamento chiuda RAI Movie), oppure investite qualche euro nel dvd, che come si può apprezzare nell'immagine postata, contiene anche un anime di novanta minuti che fa da prequel alla storia.
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