Eccoci dunque (dopo il primo e il secondo capitolo) al terzo decennio di film della vita. Si va dal 1988 al 1997 e qui la mia fame di cinema si fa insaziabile: tra pellicole recuperate grazie all'introduzione in casa del videoregistratore e frequentazione assiduo-compulsiva delle sale, vedo la media di un film al giorno. Ne consegue che i titoli si moltiplicano e la scelta si fa sempre più ardua, al punto che in molti casi s'imporrebbe l'ex aequo, condizione purtroppo non prevista dalle regole del gioco.
1988
A memoria ricordavo molti più titoli degni di citazione per quest'anno, ma evidentemente sbagliavo. Nella categoria commedia mi sono piaciuti Un pesce di nome Wanda e Piccolo diavolo di Benigni. Verdone rilascia il suo film più amaro: Compagni di scuola. Colors potrebbe essere il solito cliché sulla coppia poliziotto giovane (Sean Penn) e poliziotto anziano (Rober Duvall) ma a mio avviso si spinge oltre e l'olandese Amsterdamned percorre con autorevolezza la via europea al noir. Ma se c'è una ragione per la quale vorrei ancora oggi abbracciare forte Giuseppe Tornatore, beh ecco, risponde al nome di Nuovo Cinema Paradiso.
1989
Il film più citato in quel periodo dalla mia comitiva? Marrakech Express di Salvatores ("erano aaanniii che non mi divertivo così"), e non fosse altro che per questa nota nostalgica si aggiudica il prize dell'anno. Ma non dimentico il Batman di Burton, Fà la cosa giusta di Lee, Drugstore cowboy di Van Sant, l'epocale Harry ti presento Sally, il corrosivo La guerra dei Roses e il piccolo ma affascinante Mystery train.
1990
Quei bravi ragazzi. Con menzione d'onore per Turnè, ancora Salvatores, con dei grandissimi Bentivoglio, Abatantuono e Laura Morante.
1991
Il gioco si fa peso. Pensavo fosse amore e invece era un calesse è un gioiellino delicato, dove Troisi trova un magico, irripetibile equilibrio tra sentimento e commedia. Restando sul fronte italiano, Benigni inventa un character che resterà nella memoria di tutti: Johnny Stecchino. D'oltreoceano arrivano però JFK (Stone); Point Break (Bigelow); Thelma & Louise (R. Scott); e il crudo Whore (di Ken Russell con Theresa Russell). Dall'Irlanda, mio posto dell'anima, Alan Parker ci parla di musica ed emarginazione con The Commitments. A chi va la palma di vincitore? Il silenzio degli innocenti di Demme.
1992
L'esordio, tra Shakespeare e Fernando Di Leo, di Quentin Tarantino: Le Iene.
1993
Procedendo in ordine alfabetico, già alla lettera C sono colto dall'empasse: 6 Gradi di separazione; America oggi; Buon compleanno Mr Grape; Caro Diario. Non è finita qui: Philadelphia, Shindler's list, Nel nome del padre e Una vita al massimo (sceneggiato da Tarantino, e si vede). Da inguaribile innamorato dei gangster movie, scelgo Carlito's way, con un Al Pacino definitivo.
1994
Ancora Tarantino. Scusate la ripetitività, ma Pulp Fiction non è derogabile. Nemmeno da quel piccolo capolavoro di cinismo,anarchia e cattiveria che risponde al nome di Blown Away, da quella dichiarazione d'amore verso il cinema che è Ed Wood, dal delirio psichedelico di Natural Born Killers (anche qui c'è lo zampino di Quentin) o da Forrest Gump.
1995
Altra grande annata per quello che concerne la mia videoteca del cuore. Grandi thriller/noir come Piccoli omicidi tra amici; Cosa fare a Denver quando sei morto; Copycat; Seven e I soliti sospetti. Il film più equilibrato e straziante sulla pena di morte (Dead man walking); uno dei massimi capolavori di Disney/Pixar (Toy Story) e il delizioso Smoke. Ma io sono ancora oggi affascinato dal talento della Bigelow, che con Strange Days ha raggiunto il suo apice visionario e violento.
1996
Con Scream Wes Craven rovescia come un calzino tutti i cliché horror, riuscendo incredibilmente a far ridere e terrorizzare a morte. Verdone con Sono pazzo di Iris Blond fa uno dei suoi film più delicati e completi. I Cohen ci danno in pasto il capolavoro Fargo e Cronenberg con Crash continua a vivisezionare il corpo umano per veicolare la propria arte. I tossici scozzesi di Trainspotting lasciano un segno profondo sull'immaginario collettivo e sulla cultura popolare. Ognuno di questi film potrebbe ambire ad essere premiato, però la mia scelta va a Io ballo da sola di Bertolucci per ragioni emotive che per una volta non starò ad approfondire.
1997
E' l'anno di Titanic che, comunque la si pensi, è grande cinema. Lo stesso dicasi per Benigni e il suo discusso La vita è bella (film che a scanso di equivoci, ho adorato). Poi Boogie nights; Carne Tremula; Donnie Brasco (l'ultimo grande titolo sulla mafia americana?); Face/Off; il terrificante Funny Games; il Tarantino minore ma per il sottoscritto sempre convincente di Jackie Brown; l'esordio su grande schermo dell'opera di James Ellroy, il mio scrittore preferito, con L.A. Confidential; Will Hunting; gli italiani Ovosodo e In barca a vela contromano. Può sembrare una scelta snob, ma vi prego di credere alla mia integrità di appassionato se metto davanti a tutti Gattaca e il suo futuro alternativo spietato, credibile e assolutamente realistico.