Ho l'impressione che Danko Jones (leader e titolare della ragione sociale della band canadese) a sto giro, in fase embrionale di lavoro a Rock and roll is black and blue, si sia immerso nell'ascolto della produzione più recente dei Red Hot Chili Peppers. Con il risultato di allargare il suo range d'ispirazione, che andava indicativamente dagli AC/DC ai Motley Crue, alla band di Flea e Antony Kiedis.
La considerazione emerge spontanea a fronte dell'ascolto di tracce come Terrified, Get up, Just a beautiful day, Conceited o I don't care, che raccolgono le briciole dell'ispirazione dei puparuoli. Per il resto alla voce headbangin' segnatevi Legs e per quella "proviamo un hit commerciale" Always always, che dopo un intro alla Angus Young si rivela forse il pezzo più radiofonico del disco.
Trovo l'album complessivamente un pelino sotto Under the belt (scusate il gioco di parole), anche a causa dell'assenza di un brano travolgente al pari di I think bad Thought, e con ogni probabilità una sforbiciata di due-tre brani (sono quindici quelli che compongono la tracklist) male non gli avrebbe fatto.
Insomma, si viaggia sempre col volume a palla, la testa che fa sìsì e il gomito fuori dal finestrino dall'auto, solo che si fa meno strada del solito.
6,5/10
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