Underwater sunshine (or what we did on our summer vacation)
Cooking Vinyl (2012)
Aaahhhh (sospiro), i Counting Crows..... Se avessi avuto un blog ai tempi di August and everything after o Recovering the satellites vi avrei di certo fracassato le balle tutti i giorni, per quanto mi ammaliava il loro rock poetico e introspettivo capace di improvvise esplosioni di gioia. Già, anche se poi l'aspetto più rilevante dell'arte della band è che riusciva a creare quella rarissima empatia per cui sembrava che la loro musica, i loro testi, in quel determinato momento si rivolgessero proprio a me. Su tutto, la particolarissima voce di Adam Duritz amalgamava splendidamente il sound della band, conferendogli quel quid di ulteriore riconoscibilità tra mille altre proposte pop. La forza e il limite dei Counting Crows sta nel fatto che non erano nè indie nè mainstream e col tempo questa condizione (oltre ad un fisiologico calo di ispirazione) sembra aver impaludato il gruppo, che in vent'anni ha pubblicato solo cinque album.
Underwater sunshine (Or what we did on our summer vacation) è il sesto titolo della collezione, ed è un disco composto esclusivamente di cover. Dando una veloce occhiata alla tracklist noto che su quindici pezzi solo tre sono quelli che mi sono già noti (Return of the gravious angel, di Gram Parsons; You ain't going nowhere, di Dylan e The ballad of El Goodo, dei Big Star). Questa condizione mi ha tolto la possibilità dell'immediato confronto con gli originali, ma al tempo stesso è come se mi regalasse dei pezzi inediti.
E in effetti l'ascolto di Underwater sunshine (classica copertina surreale/onirica, marchio di fabbrica dei CC) è estremamente piacevole. Untitled (Love song) sarebbe dei The Roman Rye, ma i Counting Crows la fanno loro e Adam la indossa come un vestito su misura, facendoci un figurone. Lo stesso si può affermare per Start again dei Teenage Fanclub; Hospital di Coby Brown; mentre per Mercy dei Tender Mercies Duritz veste con successo i panni di Van Morrison. Sono convincenti anche Meet on the ledge dei Fairport Convention, Coming around dei Travis e Ohh la la dei Faces e il trittico conclusivo Jumping Jesus dei Sordid Humor e le già citate You ain't going nowhere e The ballad of El Goodo (la versione scaricabile da iTunes contiene due pezzi in più: Borderline di Madonna e Girl of the north country, ancora di Dylan).
E' chiaro che il disco di cover sa un pò di salvataggio in corner da una situazione di difficoltà (tra l'altro un buon terzo di questi pezzi arrivano dal repertorio di B-sides e inediti del gruppo e quindi sono già noti ai fans), ma se la necessità dei Counting Crows era quella di togliersi di dosso un pò di polvere e prendere la rincorsa per ripartire, l'obiettivo è stato a mio avviso centrato. E' chiaro che ora viene il difficile. La band (che nel tempo è rimasta sostanzialmente immutata nei suoi componenti) è chiamata a dare un seguito a quest'opera, cercando l'ispirazione e la convinzione dei tempi migliori. Il tempo ci dirà se Underwater sunshine è servito da start-up o ha segnato il definitivo declino.
7/10
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