Balls out
(Republic Records 2011)
Let me cum in Let me cum in Let me cum in your ass tonight!
Let me cum in Let me cum in Let me cum in your mouth tonight!
Let me cum in Let me cum in, baby swallow my creamy load - don't bite!
Let me cum in Let me cum in Let me cum in your mouth tonight...
Let me cum in Let me cum in Let me cum in your mouth tonight!
Let me cum in Let me cum in, baby swallow my creamy load - don't bite!
Let me cum in Let me cum in Let me cum in your mouth tonight...
Beh, potete anche fermarvi qui. Avete copertina e refrain di uno dei brani (Let cum in, traccia numero 13) di Balls out, elementi uno più esplicito dell'altro riguardo al tema portante del Steel Panther-pensiero, non c'è molto altro da aggiungere. A parte che il genere propugnato dai quattro (sia nel sound che nel look) è l'hair metal più becero e ignorante che ha infestato gli anni ottanta. Ah, sia chiaro che i suddetti termini (hair metal anni ottanta, becero,ignorante) per il sottoscritto sono da prendere come complimenti.
Tutto negli Steel Panthers è fermo all'epoca aurea di quel genere musicale, in un periodo in cui sembrava niente potesse fermare le acconciature dei Poison, la misoginia dei Motley Crue, il mascara dei Winger e gli acuti dei Ratt. Ecco, i nostalgici di tutta quella roba lì possono allegramente ritrovarsi nelle tracce dalla uno alla quattordici di questo platter (e nei nick dei componenti il gruppo: Lexxi Foxxx, Starr, Stix...) con una maggiore dose di volgarità da hard-core movie quale bonus aggiuntivo.
Chiarito il contesto, passiamo alle canzoni. Leviamoci subito il fastidio dell'originalità, questo sound aveva detto tutto quello che aveva da dire venticinque anni fa, figuriamoci. In ogni caso ci vuole un certo (cattivo) gusto a mettere insieme un progetto di questo tipo in maniera credibile e in questo senso pezzi come Supersonic sex machine, Just like Tiger Woods, 17 girls in a row, It won't suck itself (guest il mai dimenticato Nuno Bettencourt degli Extreme e Chad Kroeger dei Nickelback), If you really really love me, Weenie ride e la già citata Let me cum in potrebbero dignitosamente stare in uno dei dischi delle band capostipiti del genere. E va da sè che anche questo è un complimento.
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