Will The guns come out (2011)
Non fatevi ingannare dal nome dell'autore di Will the guns come out, non mi sono dato alla musica etnica. Pur avendo Hanni origini filippino-palestinesi in realtà è stato sputato fuori dalla scena di San Francisco dove si era però affermato non in ambito musicale ma nel vasto calderone del movimento degli skaters.
Le scarse informazioni che circolano in rete non ci dicono come sia arrivato ad incidere un disco ne chi siano i suoi collaboratori, ma in fin dei conti chi se ne impippa. Il disco è una sorta di allucinato compendio di generi e stili apparentemente in antitesi ma che qui trovano coerente sintesi, accumunati da una struttura elementare ma efficace che prevede una chitarra elettrica slabbrata a condurre il gioco e il contorno di ritmiche e rdf . Un rock frenetico, industriale (non industrial eh, piuttosto metalameccanico), metropolitano, approcciato come farebbe Beck se si calasse di (più)acido. La tracklist è composta di undici pezzi, otto inediti e tre cover (i Funkadelic di I got a thing già usati dalla Nike per un commercial , Louis Amstrong ed Elvis Presley); i riferimenti artistici sono numerosi e trasversali: dai Suicide a Jimi Hendrix passando per gli Stooges, i Primal Scream, Buddy Holly e Fatboy Slim. E' musica hard-rock suonata con piglio elettronico che non disdegna richiami ai sixties. E' una manciata di canzoni notevoli, Fuck it, you win; Come alive; la riproposizione di Heartbreak Hotel; Wait wait wait. Il tutto per una durata che non arriva alla mezzora.
Quando si dice breve ma intenso...
Le scarse informazioni che circolano in rete non ci dicono come sia arrivato ad incidere un disco ne chi siano i suoi collaboratori, ma in fin dei conti chi se ne impippa. Il disco è una sorta di allucinato compendio di generi e stili apparentemente in antitesi ma che qui trovano coerente sintesi, accumunati da una struttura elementare ma efficace che prevede una chitarra elettrica slabbrata a condurre il gioco e il contorno di ritmiche e rdf . Un rock frenetico, industriale (non industrial eh, piuttosto metalameccanico), metropolitano, approcciato come farebbe Beck se si calasse di (più)acido. La tracklist è composta di undici pezzi, otto inediti e tre cover (i Funkadelic di I got a thing già usati dalla Nike per un commercial , Louis Amstrong ed Elvis Presley); i riferimenti artistici sono numerosi e trasversali: dai Suicide a Jimi Hendrix passando per gli Stooges, i Primal Scream, Buddy Holly e Fatboy Slim. E' musica hard-rock suonata con piglio elettronico che non disdegna richiami ai sixties. E' una manciata di canzoni notevoli, Fuck it, you win; Come alive; la riproposizione di Heartbreak Hotel; Wait wait wait. Il tutto per una durata che non arriva alla mezzora.
Quando si dice breve ma intenso...
7,5/10
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