Chiusa l'analisi delle uscite country (in senso moolto lato della definizione) passiamo ai lavori metal della recente tetralogia di Hank III. Attention deficit domination è, seppur in tema di metallo pesante, una novità dello stile dell'outlaw texano che in genere si misurava con il cowpunk e tutte le derivazioni più sudicie dell'hardcore. Il genere qui interpretato è invece rigoroso doom: lento, angosciante e sofferto, suonato in tutte le sue parti strumentali e (ovviamente) cantato dal solo Hank.
Pur amando i Black Sabbath, che sono indicati dai più come inventori del genere, non sono un particolare appassionato dell'evoluzione che lo stile ha assunto negli anni. Il doom contenuto in ADD poi, con i suoi riff ossessivi, ipnotici, decadenti e (ahimè) ripetitivi non è probabilmente il massimo per un'eventuale iniziazione al sound. I Candlemass di Epicus Doomicus Metallicus per dire, sembrano quasi maggiormente accessibili rispetto a questo lavoro. Che poi qualche pezzo notevole lo contiene anche, I feel sacrificed per esempio,insieme a Make a fall, Demons mask o a Get str8, personalmente però, devo estrapolarli dal contesto complessivo per apprezzarli, perchè oltre cinquanta minuti di queste atmosfere, con tre pezzi che gravitano attorno agli otto minuti, sono troppi anche per un die-hard fan del cappelluto singer quale ritengo di essere.
Una considerazione sul cantato. Ascoltando il lavoro in più di un'occasione mi è scattato il collegamento tra il modo d'intonare i pezzi di Williams e quello di Layne Staley degli Alice in chains. Leggendo i crediti dell'album ho scoperto che proprio a lui è dedicato l'intero lavoro. Difficile a questo punto pensare ad una coincidenza.
La valutazione finale dell'album è dunque condizionata dalla mia scarsa tolleranza al sottogenere, e quindi strettamente personale (beh, come sempre del resto), un adepto del doom darebbe magari un giudizio completamente diverso. Per me, come dicevo, si arriva alla sufficienza e stop.
2 commenti:
Vedendo sta copertina ho capito perchè ti piace hank III...
Dè, no?!?
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