La cittadina di Amity, su di un'isola al largo di New York, si prepara ad accogliere le consuete ondate di famiglie e turisti per la stagione estiva. Proprio all'approssimarsi della festa nazionale del 4 luglio però una ragazza viene uccisa di notte da uno squalo. Il medico legale, condizionato dal sindaco, afferma si sia trattato dell'elica di una barca e quindi, contro il parere dello sceriffo Brody, non introduce divieti alla balneazione. Da lì a poco anche un ragazzino verrà attaccato mortalmente dalla stessa bestia. A quel punto non è più possibile negare l'evidenza della presenza di un pericoloso predatore marino.
Quando uscì Lo squalo avevo all'incirca sei anni, ma ricordo distintamente i manifesti del film che tappezzavano il mio paese (con ogni probabilità da noi arrivò uno o due anni dopo, in seconda o terza visione) e che lasciavano presagire qualcosa di terrificante. Ovviamente non lo vidi all'epoca, e anche se in seguito ho avuto innumerevoli occasioni per recuperare la visione di questa pellicola, mandata migliaia di volte dalle reti berlusconiane, chissà perchè, non l'ho mai fatto.
Per il resto, beh, sequenze e dialoghi che sono entrati nella storia del cinema e del quotidiano ("Ci serve una barca più grossa"), così come la colonna sonora. E tutto questo, a prescindere dal genere (in questo caso puro intrattenimento) è caratteristica riservata ai soli film che hanno fatto la storia del cinema.