Ad gruppo di pericolosissimi super-criminali, rinchiusi nel carcere di Belle Reve, viene proposto un significativo sconto della pena in cambio della partecipazione ad una missione letalmente pericolosa su di un'isola centroamericana, teatro di pericolosi esperimenti scientifici. Tra gli altri, fanno parte di questo raffazzonato team Harley Quinn, Bloodsport, Peacemaker e il Colonnello Flag, unico militare (non villain) della squadra.
In periodi di bulimia da cinecomics, in pochi badano al nome del regista. Voglio dire, sono lontani i tempi di Raimi (Spider-man) o dei Batman di Burton o di Nolan. Se in questo caso i produttori hanno piazzato quello di James Gunn ben presente in alto sulla locandina è perchè sapevano quello che facevano. Al regista de I guardiani della galassia, passato alla DC dopo aver rotto con la Marvel (nel frattempo ha ricucito), bastano infatti pochi minuti di film per far dimenticare quella cloaca purulenta che era il precedente Suicide Squad, regalandoci una pellicola nel quale la sua mano è gioiosamente riconoscibile in ogni scena.
Con una "mano" così dietro la mdp, Margot Robbie finalmente non sembra spaesata nei panni della Quinn, Idris Elba (Bloodsport) fa bene il suo, e persino John Cena (Peacemaker), pur rielaborando la recitazione degli ipetrofici action anni ottanta, sembra quasi un attore (ho detto quasi).
Poche balle: questo Suicide Squad è divertente, esplosivo ed eccessivo. Un intrattenimento di lusso, insomma e probabilmente il miglior film dell'arrancante universo DC Comics (al netto di Joker, che però aveva un tentativo di taglio autoriale).
Per chi non si fosse ancora vaccinato, dotarsi di green pass varrebbe la pena anche solo per vederlo al cinema.
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