lunedì 15 marzo 2021

It's never too late to mend: Radiohead, Kid A (2000)



Ho approcciato la prima volta "l'internèt" ad inizio nuovo millennio, indicativamente nel 2002. Per capirci quando ci si accedeva con il modem 56k che faceva quell'inconfondibile suono all'atto del collegamento, quasi il segnale giungesse da una lontana galassia o da uno di quei film di fantascienza che contribuivano ad alimentare la nostra fantasia da bambini. Ecco, in quel periodo gli utenti dei forum musicali più aperti alle novità ed attenti alle mutazioni della musica rock (a differenza di me) si erano buttati senza rete sul fenomeno Radiohead. Tralasciando la produzione della band nei novanta, culminata con un disco di parziale rottura come OK Computer, i primi anni duemila vedranno gli inglesi imporsi definitivamente con tre titoli quali Kid A, Amnesiac e Hail to the thief in soli quattro anni. Io cercavo di stare al passo, e nonostante il dilagare del p2p, compravo ancora i dischi a scatola chiusa (così feci anche con Kid A, come potete vedere dall'immagine del post che cattura il generoso lavoro di artwork del CD) visto che la curiosità non mi è mai mancata. Tuttavia i Radiohead "me rimbarzaveno" proprio, pertanto presto vi rinunciai per tornare alle mie comfort zone musicali.

Stacco. Qualche mese fa ho messo ordine in una delle mie colossali playlist alloggiate nella chiavetta usb della macchina e, giunto a quella che copre il meglio del ventennio 2000/2020 (una robetta da duecento canzoni), sono inciampato in Everything in its right place
Beh, non so se capita anche ad altri di ascoltare svariate volte qualcosa senza avere particolari feedback, per poi, all'improvviso, avvertire un legame ed una tale voglia di "dipendenza" da quelle note da non poterne più fare a meno. Ecco, Everything in its right place ha rappresentato per me proprio questa sensazione: la scintilla, la chiave per entrare in quel lavoro cerebrale, emotivo, complesso, bellissimo, che risponde al titolo di Kid A.
Ora, sono consapevole che entusiasmarsi oggi per un disco di vent'anni fa, universalmente considerato un capolavoro della musica moderna, non depone a favore della mia credibilità (ma per questo vale sempre l'auto descrizione in alto a destra sotto il mio nickname), ma vi ricordo che il titolo di questa rubrica è pur sempre "non è mai troppo tardi per redimersi", e quindi.

Devo comunque confessare, in buona sostanza (cit.), come l'epifania nei confronti di questo disco mi abbia colpito violenta ed improvvisa non per il bellissimo salmo posto in apertura (Everything in its right place, appunto) che ancora conserva un'architettura "canonica" di canzone pop colto, ne per il post rock di Optimistic o la struggente depressive ballad How to disappear completely
Kid A mi è esploso in testa per quel capolavoro che risponde al titolo di The national anthem, pezzo baciato da quelle botte di ispirazione irripetibili, che travolgono, come l'onda perfetta fa con il surfista, prima l'artista e poi l'ascoltatore. The national anthem inizia con un giro di basso semplice ma ipnotico, sul quale si innesta una melodia cosmico-psichedelica propiziatoria dell'esplosione, improvvisa e dissonante, di fiati free jazz. Un pezzo epocale e totalmente inaspettato, soprattutto se si pensa alle produzioni precedenti della band.
Ovvio, il disco non è solo questo. Gli esperimenti ambient, elettronici, post-tutto (rock, punk, pop) sono la cifra stilistica dell'opera che cartucce da sparare ne ha in ogni traccia (che vogliamo dire dell'inarrivabile multistrato sonoro di Idioteque?), ma che ricava la sua forza dall'incredibile ed irrepetibile equilibrio raggiunto dall'unione di brani diversi che riescono ad armonizzarsi fra loro.

Un disco che, per la totale libertà espressiva con la quale è stato concepito, sembra arrivare direttamente dagli anni settanta, ma che al tempo stesso possiede un mood avanguardistico che lancia il guanto di sfida agli anni zero (allora) appena nati.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

vedi? oggi non sapevo cosa ascoltare, ed eccoci qua: rispolveriamo Kid A.

monty ha detto...

almeno qui servo a qualcosa :D