La parabola artistica di Chris Stapleton è ormai storia, sugellata com'è stata dal successo di Traveller (2015), lo straordinario debutto a 37 anni di questo artista del Kentucky arrivato dopo una vita di "back office" a scrivere canzoni per altri.
La fortuna nello show biz segue modalità misteriose. Abbiamo dovuto aspettare molto perchè Stapleton ci si rivelasse ma oggi siamo al cospetto, probabilmente, del miglior artista di americana della sua generazione. Questo Starting over ce lo dimostra in maniera inequivocabile, laddove ce ne fosse stato ulteriormente bisogno. Le quattordici tracce che compongono il lavoro sono tutte (eccetto Worry be gone, cover di Guy Clark e Joy of my life di John Fogerty) composte da Chris, da solo, o coadiuvato da altre penne (tra le quali spiccano Mike Campbell, chitarra degli Heartbreakers, "Big" Al Anderson, frontman degli storici NRBQ e... Morgane Stapleton, sua moglie e produttrice).
Il viaggio nel sud degli States comincia con la title track, un country folk intenso e coinvolgente puntellato, come buona parte dei brani della tracklist, dalle prestigiose tastiere di Benmont Tench degli Heartbreakers, che è solo la prima tappa di un percorso che toccherà tutti gli stili e gli umori di questa parte del mondo. E' infatti uno straordinario tributo allo swamp rock dei padri Creedence Clearwater Revival quello che ascoltiamo con la ispiratissima Devil always made me think twice, mentre è un rock and roll alla maniera texana quello che si sprigiona tra le note di Arkansas. Non possono mancare, e non mancano, le canzoni più intimiste, sull'amore, (con il valzer When I'm with you e con Maggie's song si aggira felice il fantasma di The Band), sull'abbandono e, naturalmente, sulla scimmia dell'alcool (Whiskey sunrise).
Insomma, nè più nè meno, un disco di sontuosa americana. Un'altra volta.
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