lunedì 3 agosto 2020

Liberato, Liberato (2019)

Liberato : CD album di Liberato | LaFeltrinelli

Ha creato e sta tutt'ora creando molto hype l'elemento mistero attorno al progetto Liberato, visto che non è nota l'identità della persona che si cela dietro il nome dell'artista. Per quanto mi riguarda, la cosa non mi tange minimamente, come direbbe il buon Danny Glover in Arma letale: sono troppo vecchio per queste stronzate, e ne ho viste troppe per trattenere il respiro di fronte ad un'operazione di marketing studiata a tavolino.
Non è questo ciò che conta, così come la modalità di rilascio delle tracce, anche questa in linea con un'attenta strategia moderna, che ha visto pubblicare su youtube i singoli pezzi a partire dal febbraio del 2019, con interesse e successo sempre più crescenti.

La cosa importante è sempre e solo la proposta musicale, e in questo senso Liberato fa centro, grazie ad un elegante confezione musicale in ambito modern errebì, con sconfinamenti dichiarati nel dance floor o nel reggaeton, se non nella canzone napoletana. Da un punto di vista lessicale, Liberato fa sua, enfatizzandola, la commistione tra dialetto e lingua inglese lanciata dalla posse di Pino Daniele più di quarant'anni fa, aggiungendo occasionalmente anche qualche sconfinamento in America Latina. 

Le liriche abbracciano esclusivamente temi legati a relazioni sentimentali, sia che si soffermino su idilli amorosi che, viceversa, su abbandoni. La forma canzone si prende tutte le libertà del caso, fuori dai recinti di strofe e ritornelli il cantato viaggia in libertà su beat quasi sempre rilassati, ripetendo ossessivamente alcuni mantra lirici, quasi delle nenie che subdolamente ti si inchiodano in testa.
Succede così che ti trovi come un pirla a canticchiare in continuazione Nove maggio; Tu me faje ascì pazz'; Intostreet o Tu t'è scurdat' 'e me.
Produzione e arrangiamenti molto trendy e contestualizzati ai mood d'oltreoceano, il che fa pensare a tutto meno che ad un parvenu.

Indubbiamente degno di attenzione.

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