Gli In This Moment tentano il colpo grosso.
Che la dimensione metal cominciasse a stare stretta alla band losangelina della lanciatissima singer Maria Brink era emerso già dagli ultimi lavori, e in particolare da Ritual (2017).
Evidentemente la band, che nasce metalcore, ha fatto tesoro delle critiche ricevute per quell'album e ha operato dei correttivi, ma sempre perseverando sulla strada maestra dell'allargamento della fanbase.
E in questo Mother degli In This Toment degli esordi (e di metal) rimane ben poco.
Un male?
Non necessariamente.
Le quattordici tracce del disco (per circa cinquantacinque minuti di durata) muovono infatti su scenari musicali desolati e oscuri a cui non serve la suggestione del growl (che infatti viene usato in rarissimi casi) o della violenza musicale per affermarsi nella loro nitida oscurità.
Anche l'annuncio della scelta delle cover, almeno in due casi su tre, aveva lasciato perplessi. Fly like an eagle della Steve Miller Band e, soprattutto, la sputtanatissima We will rock you dei Queen rischiavano di essere un disastro di dimensioni apocalittiche.
L'interpretazione della band è invece post-apocalittica, innovativa e dannatamente efficace, al punto da riconciliare con canzoni ascoltate migliaia di volte. In particolare We will rock you rinasce letteralmente, anche grazie al featuring di Lizzy Hale (Halestorm) e Taylor Momsen (Pretty Reckless).
La terza cover spiazza invece per altre ragioni, trattandosi di Into dust di Mazzy Star, gruppo che occupa tutt'altro scaffale "filosofico" rispetto ai ITM.
The In-Between; Hunting grounds (con Joe Cotela dei nu-metallers Ded); la old style Lay me down e As above, so below rappresentano invece il meglio dei pezzi inediti, per un disco che coniuga sapientemente suggestioni gotiche e refrain catchy, risultando nel suo insieme riuscito e convincente.
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