Attivi da quasi trent'anni, gli svizzeri (del Canton Ticino) Gotthard sono riusciti a a ritagliarsi un proprio spazio nell'affollato campo di riferimento dell'hard rock, riuscendo a superare momenti di stanca, terribili traumi (la morte dello storico singer Steve Lee) ed arrivando, album dopo album, alla loro opera numero tredici, che, per non sbagliare i conti, hanno titolato proprio #13.
Il cantante Nic Maeder che strilla baad neews apre le danze di questo lavoro, che da subito appare potente e di immediata presa, muovendosi agevolmente nell'ambito hard rock melodico di stampo americano, con limitatissime influenze blues (forse giusto l'intro di Man on a mission).
Per il resto riffoni ad alto contenuto di carboidrati, melodie ineccepibili per il genere, refrain potenti, ottima personalità pur dentro un genere che, per antonomasia, non ha più nulla da dire, solo regalare attimi di divertimento con canzoni fatte bene.
E qui di canzoni ben scritte e ottimamente eseguite, anche grazie alla collaborazione di Francis Rossi degli Status Quo, ne troviamo una buona raccolta: da Every time I die dove riecheggiano i Mr Big, ad una Missteria con sottofondo ritmi arabeggianti, le toste Another last time; No time to cry e l'arena rock di Better than love. In molti hanno trovato inopportuno includere nella tracklist una cover degli ABBA, io, che non ha mai sopportato il gruppo svedese, penso invece che il trattamento a cui i nostri hanno sottoposto la hit S.O.S. sia di tutto rispetto, per come è stata mutata da motivetto pop a power ballad.
La Svizzera che ci piace.
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