Da quando ho iniziato a mettere il voto accanto alla lista dei film visti nei miei consuntivi bimestrali, non è mai capitato che piazzassi ad un titolo un "s.v." (senza voto).
Siccome l'ho fatto per Il tempo dei cani pazzi, mi sembra giusto spiegarne il motivo.
Questa pellicola, che si inserisce nel filone gangster movie, è semplicemente una delle produzioni più senza senso che abbia mai visto. Talmente sfasata che è difficile pensare sia frutto di incompetenza tecnica, e che, piuttosto, sia stata pensata proprio con questo scopo.
A fronte di un cast lussuoso, tra personaggi principali (Richard Dreyfuss; Gabriel Byrne; Jeff Goldblum; Ellen Barkin; Diane Lane) e camei (Gregory Hines; Burt Reynolds; Richard Pryor; Billy Idol; Paul Anka; Henry Silva), il regista (nonchè sceneggiatore e attore, nel ruolo di Falco) Larry Bishop riesce a mettere insieme un puttanaio senza capo ne coda, una storia incomprensibile, dei dialoghi al livello di The room (considerato il più brutto film della storia del cinema, celebrato da The disaster artist), e infine una regia allucinante, tra carrellate, ralenty e primi piani piazzati letteralmente alla cazzo.
Gli attori appaiono, comprensibilmente, spaesati, incastrati in characters che li obbligano a recitazioni costantemente fuori dalle righe, in un film che sembra una parodia dei gangster movie, ma non sembra rendersene conto.
L'incredulità ti assale e ti chiedi come sia possibile con un budget importante e un cast di questo livello assistere a qualcosa di così sconclusionato e surreale.
E allora ti sovviene che la chiave di lettura possa essere proprio questa, una colossale presa per il culo dello spettatore avvezzo a questo genere cinematografico, diversamente non si spiega il perchè ai tre personaggi principali vengano dati nomi che si distinguono tra loro in pratica solo per la prima consonante (Vic, Mick, Nick).
In pratica un colossale trip di acido elargito gratuitamente a tutti.
Una specie di The ring in cui dopo la visione non si muore, ma si viene presi da visioni lisergiche.
In pratica un colossale trip di acido elargito gratuitamente a tutti.
Una specie di The ring in cui dopo la visione non si muore, ma si viene presi da visioni lisergiche.
Per questo, un film così, un'esperienza extrasensoriale, non può essere giudicato contenendosi dentro il limitato perimetro di un voto. Gioca in un altro campionato.
2 commenti:
da quanto leggo mi ricorda un po' "Smokin' Aces", del 2006, non so se l'hai visto. Un casino totale pervaso da un'aura "vorrei essere Tarantino, ma anche Guy Ritchie" in cui si confonde tutto. Ma lì la sensazione di voler prendere per il culo lo spettatore non c'era proprio.
Buono sapersi, Smokin aces l'ho registrato di recente ed era in attesa di essere visto...
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