giovedì 5 maggio 2022

Gov't Mule, Heavy load blues (2021)

 

Arrivati al ventesimo album e dopo un flirt interminabile, i Gov't Mule celebrano la loro unione con il blues. La musica del diavolo infatti aveva sempre innervato muscoli e ossa della band, ma non aveva mai avuto l'onore esclusivo dei riflettori, spartendosi la scena con il soul, il rhythm and blues, il folk, il southern e il rock, da sempre cibo dell'anima degli onnivori sudisti.

La tracklist di Heavy load blues è (non) equamente suddivisa - 60/40 -  tra classici e pezzi inediti. Le due tipologie sono comunque del tutto indistinguibili, grazie alla qualità dei pezzi firmati dal leader Warren Haynes e alla scelta di interpretare standard poco noti al grande pubblico. 
Il pezzo forse più conosciuto è piazzato subito, in apertura di disco, e si tratta di Blues before sunrise di Elmore James, proposto nel suggestivo stile grezzo originale. 
Ci sarà poi spazio per il blues elettrico infarcito di soul alla BB King (Hole in my soul; Wake up dead), le immancabili ballate cariche di pathos e disperazione (Love is a mean old world; Heavy load; l'allure di errebì di Ain't no love in the heart of the city, le liaison tra blues e rock and roll (Snatch it back and hold it; Last clean shirt). 
Sugli scudi ovviamente la Gibson di Haynes che tesse e ricama come se non avesse fatto altro per tutta la vita (e in effetti...), ma il sound GM non sarebbe ciò che conosciamo senza la maestosità delle tastiere di Danny Louis, che a volte si nascondono umilmente, altre si prendono con arroganza la scena, come nell'apoteosi jam di nove minuti di I asked for water (She gave me gasoline). 

Che ti piaccia o meno il blues, fossi in te un giro tra queste note me lo farei. 

I Gov't Mule saranno quest'estate in Italia.

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