L'ex sicario Sergio, ritiratosi a Malta dove gestisce un locale, viene contattato dall'amico d'infanzia Francesco e da sua sorella, che vogliono ingaggiarlo per vendicarsi della banda dei fratelli Ventura.
La soggettiva del piano sequenza iniziale chiarisce subito che il regista debuttante Simone Hebara non ha nessuna intenzione di farsi condizionare dallo status di film indipendente, e quindi dal contenimento dei costi di realizzazione, per regalare al pubblico un noir di livello.
Hebara si appropria della lezione dei crime classici, azzeccando gli elementi fondanti di una narrazione di questo tipo: i tempi della tensione, location, fotografia e, soprattutto, il villain: il violento e sadico Edgardo Ventura, di cui Matteo Quinzi fornisce un'interpretazione che resta impressa.
Vero, la storia muove sullo spunto di una criminalità romana, ammanigliata con la politica e orfana della banda della Magliana, se vogliamo già raccontata in tante altre produzioni, ne tantomeno il film è esente da pecche, ma non è questo il punto, se ci cercasse l'originalità del plot in una storia di genere non si farebbero più film così. La valutazione si gioca invece sulla riuscita messa in scena di una vicenda che mette assieme vendetta, malaffare, violenza, corruzione e quello che gli anglosassoni chiamano deathwish. In questo ambito tragico il regista dirige congruamente un protagonista tormentato come il sicario Sergio (l'habituè di queste produzioni Claudio Camilli), riuscendo a condurlo all'unica conclusione possibile, senza tuttavia far calare mai la tensione.
Tu che leggi sai che questo è il punto in cui mi lamento del poco coraggio dei produttori italiani e dell'esortazione a dare a tutti i Simone Hebara che abbiamo i mezzi per fare un film all'anno.
E, sarò ormai prevedibile come gli svarioni di Salvini, ma è esattamente ciò che faccio.
Disponibile per il noleggio su Prime Video.
Nessun commento:
Posta un commento