Barney Thomson si trascina stancamente con la sua vita di barbiere in un barber shop alla periferia di Glasgow nel quale è l'ultimo dei dipendenti. Saltuariamente assiste l'anziana madre, una donna anaffettiva e dedita al gioco e all'alcol. Un giorno, a seguito di un alterco con il figlio del proprietario, gestore del negozio, Barney ne provoca accidentalmente la morte e, per paura delle conseguenze, decide di chiedere aiuto alla madre per occultare il cadavere. Sfortuna vuole che la Polizia locale, e in particolare il detective Holdall, inglese trapiantato in Scozia, colleghino la sparizione del figlio del proprietario ad una serie di delitti seriali che da tempo stanno sconvolgendo la regione.
Segnalo molto volentieri questo piccolo film (dal grande cast), passato mi sembra del tutto inosservato, nel quale trionfa la migliore tradizione della black comedy inglese, grazie anche ad un trio di protagonisti (ma c'è anche James Cosmo, storico attore inglese che ha trovato la notorietà per il ruolo di Jeor Mormont ne Il trono di spade) che fanno a gara di bravura. Infatti, a fianco di un Robert Carlyle (anche regista) che si misura con un character consumato da frustrazione e autocontrollo, maramaldeggiano alla grande una quasi irriconoscibile Emma Thompson nel ruolo della madre di Barney, e, soprattutto, un attore per il quale stravedo: il massiccio Ray Winstone nel ruolo del detective inglese che non fa nulla per nascondere quanto detesti la Scozia (contraccambiato in questo dai locali), e che sarebbe anche il più bravo della squadra, non fosse per la feroce competizione con la zelante ed ottusa collega Robertson (Ashley Jensen) che gli annebbia la ragione. Detto della pigra e sbagliatissima scelta operata per il titolo italiano (aridanghete!), che anonimizza l'opera, soprattutto rispetto all'epico titolo originale (The legend of Barney Thomson), il film riesce ad essere estremamente godibile e divertente senza tuttavia esimersi dal mostrare le condizioni di abbandono e decadenza nelle quali versa la periferia scozzese, fotografata al pari di una città fantasma del vecchio west. Siamo quindi nel rigoroso rispetto dell'assioma intrattenimento/messaggio politico-sociale proprio del miglior film di genere.
Da recuperare.
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Vajece
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