Nel 2013, sette anni dopo la pubblicazione di Gomorra, con tutto quello che il successo del libro ha comportato per il suo autore, Saviano tornava a riempire gli scaffali delle librerie con un volume inchiesta che aveva come protagonista assoluto il business della cocaina.
In largo anticipo su quella che sarebbe (tristemente) divenuta una tendenza di serie televisive e film che hanno celebrato i grandi narcotrafficanti della storia, Saviano puntava i riflettori su Colombia e Messico, patrie dei più importanti cartelli della droga, rimettendo in fila gli eventi storici che li hanno portati al centro della mappa del narcotraffico, ma anche sulle evoluzioni del mercato, che hanno allargato l'asse del business ad altri paesi del mondo (Italia, Russia, Nigeria).
Alcuni passaggi del libro riprendono vicende note in quanto entrate ormai nella storia recente e nella cultura popolare, ma molti altre sono vere e proprie scoperte, a volte sconvolgenti, come l'emersione di personaggi italiani totalmente sconosciuti alla massa, ma autentici deus ex machina del trasporto della droga, dalla produzione al consumatore.
E in un mercato nel quale i soldi sono così tanti dal dover essere "pesati e non contati", le nuove abilità richieste sono quelle logistiche, il come e dove far viaggiare la roba, per evitare controlli e sequestri. E' impressionante scoprire quanta coca viaggi da una parte all'altra del mondo e come una nuova modalità di spedizione, una volta scoperta, venga rimpiazzata da altre sempre più fantasiose. Di certo, la lettura di Zero zero zero fa nascere una nuova attenzione e sensibilità verso l'argomento, spesso ormai relegato, quasi con rassegnazione, in fondo alle notizie dei tiggì.
E' notizia recente che anche da questo libro di Saviano, dopo Gomorra e, pare, la Paranza dei bambini, sarà oggetto di una serie televisiva diretta dall'ormai lanciatissimo (anche a Hollywood) Sollima.
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