I Nashville Pussy hanno imparato bene la lezione dell'immobilismo musicale. E' inutile affannarsi ad evolvere il proprio sound per soddisfare afflati artistici o, come più spesso accade, alla ricerca di maggiori fortune commerciali. Se si riesce ad essere credibili e coerenti e resistere nel tempo, prima o poi le gratificazioni, o perlomeno il rispetto incondizionato, arriveranno.
Ecco perchè questo Pleased to eat you, settimo full lenght di inediti in vent'anni di carriera discografica non contiene novità di rilievo rispetto alla consolidata cifra stilistica della band guidata dalla chitarrista Ruyter Suys e dal marito, il cantante/chitarrista Blaine Cartwright: punk-hard rock, con echi southern e blues.
Come sostengo sempre, a fare la differenza non è lo stile, ma la forza delle canzoni. E qui dentro, come tradizione, di forza ce n'è a pacchi, a partire dall'incipit in stile Motorhead dell'opener She keeps me coming and I keep going back, accompagnata da un video che ricalca quello realizzato dalla band di Lemmy per God save the queen.
Da qui un susseguirsi di tracce adrenaliniche intervallate da rivisitazioni blues (Woke up this morning) o la imprevedibile ma azzeccatissima cover di CCKMP (Cocaine Can I Kill My Pain) di Steve Earle (dall'album I feel alright), vero e proprio apice del disco.
Nessuna novità, nessun rilievo da muovere. Avanti così.
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