It follows appartiene al mio genere di horror preferiti.
Essendo infatti io, nonostante la non più veneranda età, ancora a disagio con slasher, splatter e più in generale con tutta la violenza esibita senza filtri, gli unici film di genere che riesco a godermi senza distogliere lo sguardo, sono quelli costruiti su tensione e atmosfera.
Proprio come questa pellicola di David Robert Mitchell, sceneggiatore e regista di una storia che si dipana nella periferia di una Detroit messa a dura prova dalla crisi economica, con protagonisti un gruppo di adolescenti (ma non bimbiminkia), i cui genitori non compaiono mai, e che in generale sembrano vivere un'esistenza priva della guida di persone adulte. L'ambientazione malinconica e la fotografia fredda fanno da contorno alla vicenda di una sorta di maledizione che si trasmette attraverso i rapporti sessuali e che si manifesta sotto forma di un essere con sembianze umane, variabili anche da un istante all'altro, che segue senza sosta, con lo scopo di trucidare, il malcapitato cui è stata "passata" la soprannaturale condanna.
Fuori di facile metafora sui costumi sessuali dei giovani moderni, il film tieni incollati sul divano a chiappe strette, i giovani interpreti sono ben calati nella parte e la regia trasmette magnificamente non solo paura e disagio connessa alla trama, ma anche la deriva del gruppo di ragazzi, presi probabilmente ad esempio di un'intera generazione.
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