giovedì 25 febbraio 2016

Trump like them

Negli anni della grande passione politica, dell'antiberlusconismo, che probabilmente era più aggregante delle idee (poche e confuse) del centrosinistra, di quel centrodestra visto come incarnazione di tutto ciò che più detestavo non solo nella politica, ma anche nella vita pubblica, ho sempre sostenuto che gli Stati Uniti, pur a fronte di un'infinità di criticità e contraddizioni, potevano almeno contare su di un tessuto sociale che aveva evidentemente sviluppato i giusti anticorpi per scongiurare l'affermazione di fenomeni populisti e demagogici come quello del Cavaliere.
 
A quanto pare il tempo mi ha dato torto.
In passato ci siamo mangiati il fegato per i vari Reagan, Bush sr e Bush jr, ma oggi la minaccia Donald Trump fa impallidire anche gli aspetti più reazionari di questi ex-presidenti.
Nonostante abbia contro una buona parte dello stesso partito che lo sostiene (i repubblicani), i media, lo star system (posizione forse solo di facciata), addirittura il Papa; nonostante le imbarazzanti gaffe e le agghiaccianti dichiarazioni razziste, sessiste e classiste, quest'uomo pare inarrestabile al punto che si teme asfalti i propri avversari nel supermartedì del prossimo primo marzo (si voterà in quattordici Stati).
Sembra proprio che Trump incarni l'esempio più eclatante del totale imbarbarimento della società civile, della deriva culturale, del definitivo abbandono dell'uso della ragione in favore, non del sentimento, ma del libero sfogo della pancia dell'elettorato.
Eletto o no (si mormora che parte dei Repubblicani potrebbe persino votare la Clinton per evitare questa ipotesi), il timore che l'effetto dello "stile Trump" contagi il resto del mondo occidentale è grande, in considerazione dei preoccupanti bacilli influenzali che già attanagliano l'Europa, attraverso il nazionalismo di buona parte dell'est (ma non solo) e il vincente trend del "dagli all'immigrato" che conosciamo molto bene anche in casa nostra.
 
Di fronte a questo fenomeno, ad una campagna elettorale ignorante, fatta di muri, proiettili imbevuti di sangue di maiale destinati ai musulmani, di atteggiamenti misogini e altre varie amenità, un terrificante sospetto si fa largo: non è che dopo Andreotti, ci faranno rimpiangere anche Berlusconi?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A volte mi manca già. Almeno lui era un supercattivo dichiarato. E poi era divertente.
Che ne pensi dei capelli? Meglio il trapianto di Silvio o il peluche di Donald?

monty ha detto...

E' uno scontro tra titani.
Uno s'è rovesciato una boccetta di inchiostro nero sul cranio,
l'altro secondo me ha acquistato per fini personali la Trudi.
Al confronto il mitologico riporto di Schifani è virtuoso.
E purtroppo quello che sta sotto i capelli è di gran lunga peggiore...