martedì 13 novembre 2012

L'argilla è immobile, ma il sangue è randagio

Oggi è un grande giorno. Ho finalmente terminato di leggere Il sangue è randagio, capitolo conclusivo della Underworld USA Trilogy di James Ellroy, inaugurata nel 1995 con l'epocale American Tabloid
Ho iniziato il romanzo nel 2009, poco dopo la sua pubblicazione. L'ho abbandonato, l'ho ripreso per abbandonarlo di nuovo. Mi sfiancava ma non riuscivo a smettere di provarci, tanto è forte il debito di riconoscenza che nutro verso questo scrittore. 
Con tenacia, quest'estate ho deciso di ricominciarlo da capo districandomi tra le varie sottotrame e la miriade di personaggi allo stesso modo in cui l'avrebbe fatto un personaggio di Ellroy. Ho preso una penna e fatto uno schema, collegato i nomi, lasciato che scattassero i clic giusti nel cervello. Pagina dopo pagina.
E alla fine la sapete una cosa? Ellroy è sempre il migliore. Ellroy è dio.
A presto la recensione.

P.S. La citazione del titolo, che funge anche da premessa al libro ("L'argilla giace inerte, ma il sangue è vagabondo; il respiro è una cosa che non dura. In piedi ragazzo; quando il viaggio sarà finito avrai tempo per dormire") è tratta da Reveille, una poesia di A.E. Housman


2 commenti:

lafolle ha detto...

lo sto leggendo anch'io.
ho appnea scavallato le 600 pagine.
duretto. ma comincio a capirci qualcosa!
mi passi gli appunti?

Anonimo ha detto...

Bravo che ti sei applicato. Forse però la letteratura non dovrebbe essere così faticosa... Ellroy=dio...mah!
Dopo di lui ne ho letti tanti migliori...