Ogni volta che scrivo la recensione di un serial vengo colto dallo stesso dubbio. Entrare o non entrare nei dettagli della storia? In teoria andrebbe fatto, nella pratica si rischia di rovinare la sorpresa al potenziale curioso. E questo porta alla questione cruciale: la review la scrivo per chi ha già visto il telefilm e vuole confrontarsi negli altrui pareri o per chi si vuole fare un idea di massima del titolo senza averlo visto? Di norma risolvo l'amletico dubbio barcamenandomi democristianamente tra sottintesi, insinuazioni e strizzatine d'occhio a chi già sa e cercando di creare un ponte con gli altri. Ci provo anche a sto giro.
Empire Boardwalk è un affresco grandioso di un'epopea drammatica e affascinante, il primo dopoguerra americano. Più in particolare il periodo del proibizionismo ad Atlantic City, città considerata allora del divertimento e del peccato. La prima stagione era stata eccezionale ed aveva presentato le complesse personalità dei suoi protagonsti, il tesoriere/deus ex machina della città Nucky Thompson (Steve Buscemi), la moglie Margaret Shroeder (Kelly MacDonald), il fratello sceriffo Eli Thompson (Shea Whighan), il reduce Jimmy Darmody (Michael Pitt) e l'agente federale Nelson Van Alden (Michael Shannon).
La seconda ruota attorno alla congiura che mira a rovesciare il trono di Nucky, con le strategie ordite dal suo vecchio mentore, il commodoro Kaestner, Eli Thompson, Darmody (figlio del commodoro ma cresciuto Nucky stesso) e un manipolo di potenti lobbisti che si schierano per il "nuovo ordine" ad Atlantic City. Gli eventi porteranno ad una spirale di violenza sempre più profonda, e delineeranno la terribile personalità manipolatrice di Gillian Darmody (Gretchen Mol) madre di Jimmy.
Nonostante la stagione sia molto buona e di certo più dinamica della prima, ho registrato un leggero calo rispetto alla tenuta complessiva della storia rispetto alla stagione d'esordio. Alcuni passaggi a mio avviso potevano essere ridotti nella durata (l'angosciante gravidanza dell'amante di Van Alden o l'escursione nel bosco del reduce sfregiato Richard, ad esempio) mentre alcuni personaggi sono sviluppatti in maniera poco convincente (è proprio il caso di Van Alden/Shannon , straordinario nella sua doppia personalità durante la prima stagione e qui un pò frustrato, ma anche di un'azione che Buscemi/Anouki compie nel finale che mi è parsa davvero incoerente con il suo carachter), ma è chiaro che stiamo parlando del classico pelo nell'uovo, perchè Boardwalk Empire si conferma comunque produzione di livello superiore, anche grazie alle new entry del tuttofare (in ogni senso!) irlandese Owen Slater (interpretato da Charlie Cox) e della nuova procuratrice Esther Randolph (Julianne Nicholson).
E di livello superiore è l'interpretazione di Michael Pitt. Ho riguardato di recente uno dei primi episodi della prima stagione ed ho avuto la conferma che il suo personaggio ha subìto, grazie alla bravura di Pitt, una trasformazione (fisica, posturale, di autostima) straordinaria. Jimmy Darmody è una figura in conflitto lacerante con se stesso, i suoi ideali ("sono morto in una trincea di guerra", afferma verso il finale) ed i suoi affetti (la moglie, il commodoro, Nouki, la madre). Questi scontri interiori gravano come massi pesanti sulle sue spalle, inducendo a pensare che siano loro, e non la ferita di guerra, a farlo zoppicare. Opportuno in questo senso il flashback che ci viene mostrato in una delle ultime puntate, una sorte di origine del Jimmy Darmody adulto.
Visti gli accadimenti conclusivi, mi sarebbe piaciuto che Boardwalk Empire fosse terminato qui, una magnifica opera unica divisa in due parti (un pò come Romanzo Criminale, paragone che qualcuno troverà irriverente), che si evitasse cioè il proliferare di un numero indefinito di stagioni ed episodi, vincolati nella durata dal responso del pubblico.
Vi dico subito che questo mio desiderio non sarà esaudito, perchè nel buisiness televisivo, come in quello dell'alcol di contrabbando, i gusti della gente sono sovrani e dunque a settembre partirà la terza, nuova stagione.
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