venerdì 31 agosto 2012

Happy birthday Compact Disc


Ricorre in queste settimane il trentesimo anno di vita del compact disc (il primo dischetto degli Abba fu stampato il 17 agosto 1982) e mi sembra che il compleanno sia stato di quelli mesti, presi come sono stati tutti quanti a ricordare al festeggiato quanto sia poco chic, obsoleto ed esteticamente sgradevole a differenza dei suoi antenati vinili e perfino delle musicassette. 

Visto che, per ragioni meramente anagrafiche, ho cominciato a poter acquistare dischi autonomamente proprio in corrispondenza del boom del cd (fine ottanta inizi novanta), mi sento di dover cantare fuori dal coro, provando ad andare controcorrente su molte affermazioni che sento in giro da media e conoscenti che la sanno lunga.
Uno dei tormentoni più insistenti è quello che i vinili suonano meglio dei cd. Beh, non è vero. Non del tutto almeno. Vero è che alcuni LP suonano meglio dei Compact Disc. Sarebbe interessante quantificarne la percentuale. In compenso, se parliamo di qualità del suono su apparecchi di riproduzione (hi-fi) comuni (i più diffusi) e non d'eccellenza (appannaggio di pochi) la suddetta buona resa sonora era comunque vincolata dal timing degli album. Fino alla fatidica soglia dei quaranta-quarantacinque minuti era probabile che il disco suonasse bene. Oltre, scivolando in quella zona d’ombra per la quale di norma non si procedeva a stampare un doppio (cinquanta-sessanta minuti), il suono era una vera schifezza. Per limitarmi ad un solo esempio, chi, come me, ha acquistato nel 1986 la prima versione di Master of Puppets dei Metallica (lenght cinquantacinque minuti) può avere un’idea di cosa parlo.
E ancora. Il vinile si deteriorava neh. Sembra che sta cosa non la ricordi nessuno. Se mettessi su oggi la mia copia di Darrkness on the edge of town quello che uscirebbe dallo stereo sarebbero più fruscii che schitarrate. Per i poveri mortali che avevano uno impianto hi-fi modesto inoltre, c’era anche il problema della puntina che a volte saltava sui solchi, quanto incide ciò con il piacere dell’ascolto?
Poi certo, c’è il culto per tutto quello che è il nostro passato e per l’oggettiva bellezza delle copertine degli album a 33 giri. Lì non ci sono cazzi, anche un disco anonimo o kistch aveva un fascino particolare. Io stesso, quando capita e senza svenarmi, continuo a comprare vinili (ultimo acquisto Yellow moon dei Neville Brothers, un paio di settimane fa), però ho l’impressione che questo aspetto sia diventato più un affare da inguaribili nostalgici e collezionisti snob e patologici, più che tema vero, tant'è che ultimamente nella frenesia del revival sono tornate di moda anche le musicassette, che rivestono senza dubbio un valore emotivo incommensurabile (le prime compilation, i walkman, le autoradio...) ma che in quanto ad estetica e purezza del suono non sono nemmeno lontanamente comparabili col compact disc. 


Nessuno dice di quanto l’avvento del cd abbia invece esaltato allora gli appassionati di musica. I primi fortunati che se lo poterono permettere ne raccontavano meraviglie, via via ingigantite fino a divenire leggende metropolitane. In molti (hey, that’s me!) ricomprarono l’intera discografia dei loro beniamini sul nuovo formato digitale mentre le major incentivavano l’acquisto dei cd inserendo nelle nuove releases delle bonus track rispetto alle versioni degli album in LP e MC. Il cd, data la sua longevità e resistenza, è stato anche, in anticipo sull’era del p2p, il primo supporto che alcuni negozi presero ad affittare, dando agli assetati di musica la possibilità di farsi una copia su cassetta dei dischi che incuriosivano ma che non stavano nel ridotto budget degli acquisti. 

E che dire degli mp3, i supporti preferiti delle nuove generazioni? Da una parte il cd viene superato dalla maggiore classe e avvenenza dei vinili, dall'altro dalla modernità e dalla possibilità di accumulo infinito del file mp3. 
In conclusione sembrerebbe non ci sia futuro nell'ascolto musicale per il compact disc. 
Occhio però, si diceva lo stesso dei long playing. 

3 commenti:

wvs ha detto...

Ci sono due fattori da prendere in analisi.

Uno è che molta gente adora LP e MC più dei CD per il semplice fatto che le imperfezioni e il deterioramento dei primi due formati danno alla musica stessa un suono che il CD annulla. Rende unico ogni album. L'LP aveva nel suo 'consumarsi' un perché, un fascino tutto suo all'orecchio di chi ascolta ogni singolo particolare e una MC riusciva a tirar fuori delle sonorità e dei bassi non distorti che su CD ti sogni.
Il secondo fattore è che il CD avrà regalato la 'perfezione' al suono e la possibilità di essere ascoltato migliaia di volte senza deteriorarsi o rovinarsi (a meno che non ci scrosti il ghiaccio sul parabrezza d'inverno), ma se ascolti i lavori di Who, Led Zeppelin, Beatles, Neil Young e gente di quel periodo lì riversati su CD, ti accorgeresti di quanto suonino male. La produzione dei dischi prima dell'avvento del CD era tutta ritagliata attorno al suono di LP e MC. È un po' come cercare di fare entrare una formina rotonda nella sagoma a stella... ce la si può fare, ma il risultato è che la formina si rovina miseramente.

Detto questo, alcuni CD dai '90 in poi suonano identici sia su CD che su LP, ma come hai detto tu è tutta una questione di fascino e, lasciatelo dire, ora che il CD va a morire, mi vien male. E mi fa rabbia, soprattutto perché è colpa dei suoi prezzi in un era dove le major non capiscono che se un prodotto non vende e lo fai comunque stra-pagare, di sicuro non lo aiuti. In italia paghiamo ancora 20 euro per un CD, quando in altri paesi europei (soprattutto fuori dalla zona euro) se lo paghi 10 euro è tanto. In America paghi 10 dollari un CD appena uscito, 5 dopo qualche mese. Penso che un mercato così invoglierebbe meno la gente a rifocillarsi in certi nidi tipo il P2P, no?

wvs ha detto...

*lidi, non nidi. :D

monty ha detto...

Grazie del contributo sam.
Mi può stare bene tutto, ma il suono
delle MC(originali) faceva veramente cagare,
trust me.