In occasione dell’imminente uscita
del terzo ed ultimo episodio della saga di Batman targata Christopher Nolan mi sono
deciso a recuperare i due film precedenti, andando così a colmare una lacuna
che per me, incallito fan dei super-dudes,
era un'anomalia, per poi chiudere trionfalmente la trilogia con la visione
in sala de Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno.
Premessa importante: nell’eterna
disputa tra i fumetti Marvel e DC, ho sempre considerato i primi prevalere nettamente sui
secondi. E’ fuori discussione però la straordinaria rilevanza che ha rivestito
nei fumetti (grazie alle opere di Frank Miller,da solo e con David Mazzucchelli, e Bill Sienkewicz) nella televisione, nel cinema, insomma nella cultura pop in
generale, l'uomo pipistrello creato nel 1939 da Bob Kane e Jerry Robinson.
I due film realizzati da Tim
Burton nel 1989 e nel 1992 restano capostipiti insuperati del genere, e
costituiscono un’ eredità da far tremare i polsi a chiunque non provenga da
Marte. Nolan cerca di aggirare l’ostacolo della pesante eredità realizzando un
film più moderno, un romanzo di formazione su Bruce Wayne e un documentario su Gotham city (la New York dell'universo DC Comics),
prendendosi in questo il tempo che serve, anche a costo di sacrificare la
compresenza di un villain noto che avrebbe alimentato l'interesse degli spettatori ma che avrebbe inevitabilmente eroso spazio
all’introspezione e all’origine del cavaliere oscuro. Un criminale mascherato comunque c'è
(Spaventapasseri),e seppur di minore importanza è comunque consono al clima di oscura decadenza di Gotham City.
Nolan se la cava bene anche
rispetto alla consuetudine generale dei film d’esordio sui super-eroi, alle prese con mille spiegazioni ed inesorabilmente
lenti e verbosi, distribuendo con sagacia (e ricorso ai flashback) scene d’azione e dialoghi, pescando a piene
mani dalle tavole di Mazzucchelli nel mostrare il controverso legame tra Bruce
Wayne e i pipistrelli che sfocia nell'inconfondibile iconografia del volatile notturno.
Magari strizza l’occhio anche ai film di 007 quando il miliardario eroe sceglie
gli armamentari di cui dotarsi per la sua lotta al crimine, ma in questi casi è
d’uopo parlare di tributo e non di plagio.
Un altro elemento che mi pare di
aver colto è un utilizzo all’antica degli effetti speciali, e quindi un uso limitato dell’ormai onnipresente green screen, con una predilizoione per i
combattimenti da strada rispetto a quelli in caduta dai grattacieli (ricordate lo
Spiderman di Raimi?). Certo che per traghettare la sua nave verso l'ambito porto del successo, Nolan ha potuto contare su di un cast
suntuoso: Christian Bale/Bruce
Wayne/Batman, Michael Caine nei panni di
un Alfred mai così informale e
intraprendente; Gary Oldman nella parte del detective Gordon; Morgan Freeman in
quella di un dirigente della Wayne’s Industries; Liam Neeson anello di
congiunzione tra l’inizio e la fine della storia e persino Rutger Hauer anche se in un cameo piuttosto anonimo.
Premettendo che la mia speranza è che qualcuno trovi il coraggio, un giorno, di realizzare la trasposizione
cinematografica di The Dark Knights Returns di Frank Miller, ho trovato Batman
Begins un reboot riuscito.
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