lunedì 29 novembre 2010
Problemi di linea
sabato 27 novembre 2010
Album o' the week / Billy Bragg, Talking with the taxman about poetry (1986)
Negli ultimi anni partecipavo quasi per dovere e senza molto entusiasmo a queste mobilitazioni d'organizzazione, ma stavolta è diverso. Forse il vaso è davvero colmo, o magari c'è bisogno di stringere i ranghi, la necessità di stare in mezzo al mare di bandiere rosse. C'è l'illusione di contribuire a dare una spallata definitiva a questo esecutivo-azienda del cavaliere nero. Probabilmente non sarà così, ma la speranza mi basta a caricarmi di sano entusiasmo lottaiolo e perciò mi preparo, berretto rosso calcato in testa e Billy Bragg nel lettore mp3, a marciare.
Talking with the taxman about poetry è dell'ottantasei, praticamente un concept album socialista, un invito alla rivolta contro la politica della Tatcher. Impegno sociale, denunce alla società inglese, anti-imperialismo, inni da corteo.
There is power in a factory, power in the land
Power in the hands of a worker
But it all amounts to nothing if together we don’t stand there is power in a union
Now the lessons of the past were all learned with workers’ blood
The mistakes of the bosses we must pay for
From the cities and the farmlands to trenches full of mud
War has always been the bosses’ way, sir
The union forever defending our rights
Down with the blackleg, all workers unite
With our brothers and out sisters from many far off lands
There is power in a union
Now I long for the morning that they realise
Brutality and unjust laws can not defeat us
But who’ll defend the workers who cannot organise
When the bosses send their lackies out to cheat us?
Money speaks for money, the devil for his own
Who comes to speak for the skin and the bone
What a comfort to the widow, a light to the child
There is power in a union
The union forever defending our rights
Down with the blackleg, all workers unite
With our brothers and out sisters from many far off lands
There is power in a union.
venerdì 26 novembre 2010
Il santo
Con Sinners and saints si risente invece il sound senza confini che mi ha portato a definire i Mavericks come i Creedence Clearwater Revival degli anni novanta. Si capisce subito dalla prima canzone del disco (la title track) che si respira un'aria diversa rispetto al recente passato. Una lunga introduzione di tromba mariachi in stile Herp Albert ci conduce al cantato ed ad un'accattivante composizione che oscilla tra melodie arabe e sudamericane. A seguire il rhythm and blues di Living for today con i fiati che pompano sangue nelle vene e nella successiva San Antonio baby la fisa sorregge uno scatenato tex mex.
Dopo il canonico slow 'Til i gain control again, Malo va in modalità Elvis Presley (una delle mie preferite!) e attacca Staying here, un bel midtempo soul. Tequila e birra tornano a scorrere a fiumi con Superstar, mentre Sombras timbra un altro gradito comeback, quello alla melodia sudamericana.
Ma non c'è festa per ritorno a casa che si rispetti senza la conclusione di effetti pirotecnici e fuochi artificiali. E infatti gli ultimi colpi sono garantiti da Better in Texas che, a dispetto del titolo, è un altro vorticoso omaggio alla musica messicana. Mrs Brown, fiati e cori che maramaldeggiano, è una bonus track che avrebbe meritato di essere titolare.
giovedì 25 novembre 2010
I giorni dei morti viventi 1-3
Il serial, la cui prima stagione consta di soli sei episodi, mette in scena un presente alternativo popolato, per cause misteriose, da eserciti di zombie che vagano affamati per le strade alla ricerca di carne viva (umana o animale) di cui nutrirsi.
Rick Grames è uno sceriffo della periferia di Atlanta che rimane ferito in uno scontro a fuoco prima del contagio, e che si sveglia dal coma giusto in tempo per trovare l'ospedale e la città invasi dai non morti e la sua famiglia scomparsa da casa. Si mette allora in marcia, e dopo aver scovato qualche sparuto essere umano che è sopravvissuto perlopiù nascondendosi, scopre la regola principale per restare vivo: evitare ogni tipo di rumore, gli zombie ne sono attratti come falene dalla luce. Ne consegue che usare le armi da fuoco per eliminarli è un'azione mortalmente controproducente.
Devo dire che ho cominciato a guardare The Walking Dead con molta diffidenza. Lo spunto di partenza infatti mi interessava quanto a Mourinho giocare la Mitropa Cup. Col tempo però mi sono ricreduto. Certo, gli zombie a volte provocano effetti di involontaria comicità, ma nel complesso la tensione regge, e ci sono alcune trovate davvero riuscite (ad esempio il protagonista e un socio che per non farsi annusare dagli zombie, si spalmano addosso budella, sangue e resti vari di un morto vivente e percorrono la strada che li separa dalla libertà mischiandosi a queste spaventose creature) oltre a dei congrui cliffhanger al termine di ogni puntata.
Da segnalare la presenza di Sarah Wayne Callies (la dottoressa Tancredi di Prison Break) e gli interessanti cameo dei fratelli Dixon, beceri e razzisti, interpretati dal sempre ottimo Michael Rooker e dal bravo Norman Reedus (Boondock Saints, Blade 2).
Three to go.
martedì 23 novembre 2010
Forti coi deboli / 2
Questo impegno informale dei datori di lavoro condiziona pesantemente le scelte dei precari. E' ovvio che rischiare una causa contro un'azienda significa compromettere ogni potenziale rapporto futuro, e con esso ogni possibilità di essere stabilizzato regolarmente, senza cioè conflitti legali.
lunedì 22 novembre 2010
MFT, novembre 2010
ASCOLTI
REM, Document
Tim Buckley, Morning Glory
John Mellencamp, Worlds and music
Lady Gaga, The fame monster
Iggy Pop and the Stooges, Raw power
Afterhours, Germi
The Cult, Pure Cult
Robert Plant, Band of Joy
Raul Malo, Sinners & saints
Eric Clapton, Clapton
Bruce Springsteen, The promise
Dalla De Gregori, Work in progress
VISIONI
The Walking Dead, prima stagione
Romanzo Criminale, prima e seconda stagione
LETTURE
Paolo Sorrentino, Hanno tutti ragione
Problemi col ferro
domenica 21 novembre 2010
That's life!
è un apparecchio momentaneo
infilato sotto il petto
Forse perché da quella data di settembre
è aumentato il senso
corrisposto del sospetto
Dal cielo arrivano le bombe
garantite intelligenti
che feriscono i sopravvissuti
e comunque crean carie ai denti
Che vita!
Ah, puoi dirlo, sento sempre il peso
di un controllo appeso al collo
Che vita!
Si direbbe fuori dal contesto
su nell’universo nello spazio…
Infatti forse un po’ per punizione
che ci batte in testa il sole
nonostante la tettoia
Non credo che nessuno ormai si stupirebbe
se un bambino gli chiedesse
a cosa serve una grondaia?
A cosa servono i palloni
incastrati sotto le marmitte
a ricordare quando fuori
si giocava fra le 127
Che vita !
Ah puoi dirlo sento sempre il peso
di un ricordo appeso al collo
Che vita !
Pietro Mennea e Sara Simeoni
son rivali alle elezioni…
Però sul ponte fra Messina e Reggio
gli operai a gettoni sono progettati dalla Sony
Alla mafia han dato in cambio un Tamagochi
e il monopolio nazionale
del settore videogiochi!
E mentre inaspettatamente
comincio a perdere i capelli
Ho visto in giro i miei gemelli
pettinati ancora uguali-guali
Che vita!
Ah, puoi dirlo, sento sempre il peso
di un controllo appeso al collo
Che vita!
Si direbbe fuori dal contesto
su nell’universo nello spazio
Che vita !
Ah puoi dirlo sento sempre il peso
di un ricordo appeso al collo
Che vita !
Pietro Mennea e Sara Simeoni
son rivali alle elezioni…
sabato 20 novembre 2010
Album o' the week/ REM, Document (1987)
Aridatece quella band.
venerdì 19 novembre 2010
La fine dell'innocenza
Harry ha dodici anni, vive con i genitori e la sorellina di nove ai margini della cittadina di Marvel Creek, in una casa a ridosso della palude. Il padre Jacob è un uomo severo ma giusto, che rispetta tutti (neri compresi) e da tutti è rispettato, svolge l'attività di agente di polizia (pur non avendo divisa e non essendo uno sceriffo) oltre ad occuparsi del negozio di barbiere del paese.
Proprio durante una di queste scorribande Harry e Tomasina (Tom) fanno una scoperta agghiacciante: il cadavere di una donna orribilmente seviziato.
Tra gli omicidi e la caccia ai negri considerati colpevoli a prescindere, Jacob cerca di innalzare una barriera di equità e di rispetto della legge tanto giusta quanto destinata ineluttabilmente a frantumarsi. Harry invece, nella tipica incoscenza dei bambini, vivrà un estate terribile e meravigliosa, che gli resterà marchiata a fuoco per tutta l'esistenza e segnerà la fine della sua innocenza.
Joe R. Lansdale è un autore straordinario, unico e impossibile da limitare nel recinto di un genere letterario. Dico cose risapute se ricordo che la sua arte spazia dal noir alla fantascenza al western al fantasy fino al cosidetto pulp fiction, riuscendo quasi sempre a mantenere la qualità a livelli d'eccellenza.
In fondo alla palude racchiude in se le diverse anime dello scrittore,è un noir, un romanzo storico ma anche un opera di formazione, nel solco, per dire, di Mark Twain.
Attraverso gli occhi di Harry osserviamo infatti un pezzo di storia americana. Quello delle diseguaglianze, della violenza, delle sopraffazioni. Che però, seppur allo stato embrionale, è anche quello della lunga strada per la conquista dei diritti.
La violenza che si respira nel libro non è solo quella del serial killer, anzi, quella probabilmente è la meno paurosa, perchè fa parte dell'anormalità dell'essere umano, della malvagità che si manifesta attraverso l'opera di un singolo essere che diviene mostro (e infatti il mistero riguardo l'identità dell'assassino non è il punto di forza del racconto, visto che si intuisce abbastanza presto).
Quello che terrorizza nel profondo è invece la violenza del sottotesto, della mancanza di un autorità giusta, di un clima da costante sopraffazione da parte del più forte, o del branco, nei confronti dei più deboli. Contro questa cattiveria, reale, palpabile e documentata, gli atti di coraggio sono sparuti e destinati a fallire.
Tutto torna. Citando Ellroy, l'America, a differenza del piccolo Harry non può perdere l'innocenza, semplicemente perchè non l'ha mai avuta.
mercoledì 17 novembre 2010
Raisin' emotions
Dopo il grande riscontro di critica avuto con Raisin sand, l'album del 2008 registrato insieme alla Krauss, Robert Plant torna, novello hobo, con un viaggio a piedi lungo i binari della tradizione popolare americana, succhiando fino in fondo le radici del rigoglioso albero musicale statunitense. Lo fa attraverso undici cover e un brano originale.
Si apre con con Angel dance, e nonostante il pezzo sia del repertorio dei Los Lobos risulta evidente il richiamo alla classica progressione irish folk . House of cards è invece un arioso soul, originariamente composto da Richard Thompson, ex componente dei Fairport Convention.
Central two-o-nine, la traccia numero tre, è l'unica di proprietà di Plant (insieme a Miller). Si tratta di un affascinante blues acustico che mi rimanda alle prime cose da solista di Mark Lanegan, mentre con la successiva Silver rider siamo ad uno degli acme del disco, canzone splendida, struggente, capace di grande fascinazione. L'inizio non è lontano dalla tradizione dei migliori slow dei Led Zeppelin, ma poi muta di forma, mantenendo sempre alta l'emotività e regalandoci un palpitante contributo della Griffin al controcanto.
Il rock and roll di You can't buy my love e sopratutto la ballatona crooning Falling in love again non possono non riportarmi agli Honeydrippers, strampalato progetto di cover partorito con Jimmy Page pochi anni dopo lo split degli Zeppelin (ricordate Sea of love?). I peli del collo tornano a rizzarsi su Monkey, altro grandissimo duetto con Patty Griffin, poi c'è spazio ancora per un'efficace cover di prezzemolino Townes Van Zandt, la non notissima Harm's swift way, e per due traditional del diciannovesimo secolo riadattati da Plant e Miller (Cindy i'll marry you someday e Satan, your kingdom must come down, gospel rurale che avrebbe potuto tranquillamente stare nella ost di Brother, where art thou?).
Plant si sta ritagliando quasi fuori tempo massimo una seconda giovinezza attraverso il recupero di una tradizione classica che quando era un martello degli dei aveva solo sfiorato, senza immergersene. L'ispirazione e la voce sono a livelli di maturazione eccezionale, e così la determinazione nelle interpretazioni.
martedì 16 novembre 2010
Forti coi deboli / 1
L'obiettivo dichiarato di questo insieme di norme è quello di intervenire sulla materia del diritto del lavoro semplificandone alcuni aspetti, in realtà, concettualmente si riprende la strada della destrutturazione dei diritti già iniziata con la legge 276/03 (che molti ancora chiamano legge 30 o legge Biagi) e che verosimilmente proseguirà con l'attacco allo Statuto dei lavoratori (da sostituire con lo "statuto dei lavori"), già iniziato con il tentativo di aggiramento dell'art. 18, smascherato (dalla Cgil) e cancellato dal testo di legge.
La parola d'ordine quindi è depotenziare il diritto del lavoro. Un diritto, vale la pena ricordarlo, nato sul principio di considerare il lavoratore parte debole e come tale meritevole di tutela attraverso la legge e la contrattazione collettiva, rispetto all'altro soggetto chiamato in causa, il datore di lavoro.
Con gli interventi di questo esecutivo, dal suo insediamento fino al collegato lavoro, non sarà più così.
lunedì 15 novembre 2010
Work in progress
I problemi si chiamano "compiti a casa". Anche qui m'immaginavo una situazione idilliaca, padre e figlio che sbrigano in armonia le faccende di prima elementare, ma non avevo fatto i conti con l'iper dinamicità di Stefano, che a stare fermo una mezzoretta per ripetere le sillabe, leggerle o compilare una paginetta di nove non ci pensa proprio.
Per farla breve, giorno dopo giorno parto con una scorta di pazienza tipo escort che aspettano che a mr B. faccia effetto il viagra, e finisco con sclerate epocali.
domenica 14 novembre 2010
Web alla francese
sabato 13 novembre 2010
Album o' the week / Ministry, KΕΦΑΛΗΞΘ (1992)
Un recupero doveroso, quello di KΕΦΑΛΗΞΘ (noto anche come Psalm 69) quinto album della ragione sociale Ministry, dietro alla quale si cela sostanzialmente il solo Al Jourgensen, coadiuvato, nel corso degli anni, da diversi collaboratori.
venerdì 12 novembre 2010
Photobook
"Dal letto della cameretta guardando il soffitto"
"Action Man e Hulk(particolare)"
"Relaxin'"
continua...
giovedì 11 novembre 2010
Promesse in anteprima
Anche mettendo in conto le scontate difficoltà di collegamento al sito, un bell'antipasto di quella che sarà l'indigestione dell'anno.
martedì 9 novembre 2010
Why them Lord?
Sì, se il lavoro di recupero nei suoi archivi porta alla luce brani dalla bellezza cristallina, che coprono quasi un trentennio (70/95) di stili e influenze.
Come fosse un prezioso vino d'annata, si assapora la voce di Ray, il suo stile pianistico, di ogni singola nota distillata dalla band, come nel lentaccio There'll be some change made, di un irresistibile midtempo quale Isn't wonderful, della contaminazione tra modern e classic soul di I don't want no one but you, del quasi country di She's gone.
lunedì 8 novembre 2010
Happiness is...
Bene, tra tanti bassi e qualche alto, uno degli aspetti positivi del mestiere del sindacalista è proprio quello di sedere a volte al tavolo delle trattative con direttori del personale stronzoni (grand. figl. di putt. lup. mannar.) e temutissimi dai dipendenti, in una condizione di parità. Di più. Se la trattativa è pesa, con licenza di rispondere per le rime alle loro provocazioni, farli incazzare, prenderli per il culo, minacciarli di iniziative conflittuali. In sostanza mandarli a quel paese (cosa che ovviamente fanno anche loro nei nostri confronti). Di avere in sostanza possibilità vietate ai comuni dipendenti che vogliano conservare il proprio posto di lavoro.
Dura poco. E quasi sempre, in un modo o nell'altro il sciur padrun trova il modo di fartela pagare, ristabilendo così la giusta distanza tra lui e te. Ma i brevi istanti in cui gli tieni testa, come se fosse la cosa più normale del mondo, in cui l'abisso che ti separa socialmente è annullato da un ponte costituito da un tavolo di una sala riunioni, in cui gli leggi negli occhi l'incredulità di non trovarsi di fronte ad uno dei suoi tanti yes man, beh, in quegli istanti ti illudi che forse il tuo mestiere ha ancora un senso, nonostante tutto.
sabato 6 novembre 2010
Album o' the week / Bon Jovi, Greatest hits (2010)
Ogni resistenza è inutile. Lo so che lo bramate.
venerdì 5 novembre 2010
Capolavoro
Per la miseria, siamo oltre i proverbi, i detti, i modi di dire. E' la versione 3.0 del noto "predica bene e razzola male" o di "fate come dico ma non fate come faccio". Siamo all'equilibrismo politico-verbale più estremo. Assistiamo affascinati ad intrepide scalate di vette inesplorate di paraculismo. Al paradosso eletto ad unico stile di vita.
I soldi non sono finiti
Vabbeh dài, non stiamo a guardà il capello...
http://city.corriere.it/2010/11/05/milano/documenti/scuola-fondi-private-ammorbidire-chiesa-30933262837.shtml
giovedì 4 novembre 2010
Venite a prendermi
Vorrei invece far notare gli effetti collaterali di questa vicenda. Quelli partiti come scosse di assestamento dall'entourage del presidente, dalla cerchia di amici, graziati e/o premiati per la loro condotta, if you know what i mean.
In testa il direttore honoris causa, Emilio Fede, che molti insistono a vedere come figura comica, macchietta innocua, e che invece io ho sempre qualificato come personaggio sordido, rancoroso e vendicativo. L'anchorman del TG4 è stato tirato in ballo (non è la prima volta e nemmeno l'ultima, visto il delinearsi del caso Perla Genovesi/Nadia Macrì) per aver procurato carne fresca al capo e quindi per favoreggiamento della prostituzione. Bene. Fede scrive una lettera al Corriere della Sera (pubblicata ieri) per lamentarsi dei contenuti di alcuni articoli che riprendevano le notizie di cui sopra. Grande. L'infangatore professionista che si lamenta degli schizzi di melma altrui, l'indiscusso re dei provocatori e delle sentenze sputate senza contraddittorio che reclama equilibrio e correttezza. Il tono usato per tutta la lettera è quello dell' avvertimento mafioso, che gli appartiene totalmente: "(...) Io avvisi di garanzia non ne ho ricevuti. Auguratevi, comunque, che non ne riceva. Ve lo auguro con tutto il cuore. Perchè altrimenti, dovessi chiamare gli avvocati di tutto il mondo, vi porto in tribunale. Cosa che non ho mai fatto verso un collega. Ma voi colleghi lo siete soltanto perchè iscritti allo stesso albo professionale." Giù la maschera, Emilio.
Poi Berlusconi attacca i gay (una chiara strategia mirata a far casino, non una boutade improvvisa nè una barzelletta carpita mentre non sapeva ci fossero telecamere) e la Carfy, ministro delle pari opportunità in un paese nel quale la recrudescenza violenta contro gli omosessuali è in preoccupante aumento che fa? Minimizza. "E' solo una battuta". E già. Sò ragazzi...
E così via. Feltri e Belpietro che non scrivono una riga riguardo l'intenzione del premier di chiudere (no, dico chiudere) per un mese i giornali in caso di pubblicazioni illecite di intercettazioni telefoniche,Gasparri, La Russa e Cicchitto che allargano sorridenti le braccia e minimizzano"che volete che sia". Bersani invece, ah Bersani è lì che si macera nel dubbio: "Ma a parlare del troiaio di Berlusconi gli farò mica un favore in termini di consensi?".
Ma per fortuna c'è Giovannardi, il grande moralizzatore, il fustigatore di costumi, l'impalatore dei peccatori. Di fronte al premier che fa festini a base di droga e troie ha dichiarato, impavido e sguardo fiero che...che...ecco...ehm... Vai cosi Giovy.
E come dimenticare quel tal cardinale che "eh, ma la bestemmia va contestualizzata..."
Gente, non è che tra figuranti a vario titolo nel libro paga (soubrette su scranni politici, fascisti nei vari dicasteri, prelati abbondantemente finaziati, giornalisti graziati o semplicemente ossequiosi) e un'opposizione meditabonda/moribona, questo è come se si fosse barricato dentro la nostra democrazia con i viveri per altri vent'anni?
No chiedo, eh.
martedì 2 novembre 2010
Links
A parte l'incredibile coincidenza personale mi chiedo, come si sarà attivato il link tra i serial? Stesso regista di The Shield? Stesso autore? Tributo di un fan della serie tra i produttori?
lunedì 1 novembre 2010
Changin' of the guard
Proveniente politicamente dal P.S.I. , come il segretario uscente Epifani, una vita nella Fiom, poi nella categoria degli agro-industriali (la Flai) e infine, da una decina d'anni, segretaria della CGIL Lombardia, la Camusso è nata a Milano nel 1955 e fa sindacato dal 1975.
Per la prima volta la CGIL sarà guidata da una donna e questo è un fatto senza dubbio positivo, che accade peraltro in un momento delicatissimo per la nostra organizzazione, isolata dalle strategie del governo, dalle scelte assertive di CISL e UIL e con il "problema" Fiom.
Qual'è invece il bilancio della gestione Epifani? Positivo, secondo me. Considerata sopratutto la difficoltà di subentrare a Sergio "tre milioni di persone" Cofferati, che all'epoca sembrava avesse il destino della sinistra nelle sue mani. Personaggio schivo, timido, grande politico e poco populista, Epifani ha gestito tutto sommato bene crisi drammatiche (su tutte quella dell'Alitalia) riuscendo spesso a marcare la differenza con le altre sigle sindacali.
Il primo appuntamento importante della Camusso, test match con il popolo rosso delle piazze, è per il 27 novembre a Roma,quando si svolgerà la manifestazione nazionale della CGIL con a tema i diritti e il futuro.
Io ci sarò. In bocca al lupo Suzie.