Un altro grande nome va aggiungersi, dopo Faith No More, Limp Bizkit e Babyshambles, al cartellone di Rock In Idro, manifestazione in programma all'Idroscalo di Milano i prossimi 13 e 14 giugno: per la prima serata, quella che vedrà tra gli altri in azione sul palco Pete Doherty e Gogol Bordello, gli headliner saranno i Pogues, alfieri del folk-punk irlandese capitanati dal carismatico Shane McGowan.
martedì 31 marzo 2009
Boys are back in town!!!
Un altro grande nome va aggiungersi, dopo Faith No More, Limp Bizkit e Babyshambles, al cartellone di Rock In Idro, manifestazione in programma all'Idroscalo di Milano i prossimi 13 e 14 giugno: per la prima serata, quella che vedrà tra gli altri in azione sul palco Pete Doherty e Gogol Bordello, gli headliner saranno i Pogues, alfieri del folk-punk irlandese capitanati dal carismatico Shane McGowan.
lunedì 30 marzo 2009
What if
domenica 29 marzo 2009
Sorprese mainstream
Non sono mai stato un fan di Carboni, nonostante il bolognese abbia avuto un'ascendente formidabile sul mio giro di amici, una ventina e oltre d'anni fa (si può dire che lo ascoltassero tutti). Mi ha però incuriosito la scelta dei brani inclusi nell'album (di cover appunto) Musiche ribelli. Il recupero di Lolli e del suo brano più noto, sebbene di culto, Ho visto anche degli zingari felici, due canzoni non banali di DeGregori (La casa di Hilde e Raggio di sole), Eppure soffia di Bertoli, che fa tenerezza con il suo idealismo ambientalista, Vincenzina e la fabbrica di Jannacci.
venerdì 27 marzo 2009
I migliori della vita, 6
I Pantera erano attivi gia da una decina d'anni. Avevano iniziato cercando una loro cifra stilistica attraverso l'espressione di varie forme di metal, tutte piuttosto canoniche. Nel 1986 si unisce alla band il cantante Phil Anselmo e nel 1990 esce il disco della svolta: Cowboys from hell, che presenta il nuovo stile musicale della band che raggiunge poi il suo apice con Vulgar display of power.
Undici brani di indicibile violenza e rabbia, con Anselmo che a tratti canta con l'approccio che poi sarà battezzato growling, il chitarrista Dimebag Darrell che non perde una nota e i testi fanno da adeguato contrappunto all'insieme.
Il concerto di Milano a supporto del successivo Far beyond driven, mi ha confermato tutta la forza della band anche dal vivo. Da li a poco tutto sarebbe finito, altri tre dischi: uno buono (Far beyond driven) e due evitabili (The great southern trendkill e Reinventing the steel), poi Anselmo quasi ci lascia le penne per overdose, e Darrel, il chitarrista, non ha la stessa fortuna, visto che viene assassinato da un folle nel 2004, durante un concerto di un suo nuovo gruppo.
La band non c'è più. avrebbe anche poco senso oggi. Alla fine degli anni zero il growling e la brutalità nel metal sono quasi di moda, e nemmeno si può parlare di questo gruppo come di un precursore, dopo tutto questa roba è molto figlia dei Black Flag e dell'hardcore newyorkese. Nondimeno questo disco resta a mio modesto avviso imprescindibile per descrivere un genere e un periodo di mutamenti. Una volgare dimostrazione di forza quanto mai necessaria.
giovedì 26 marzo 2009
Last shots
1) Qualche problema con l'apparecchio acustico per Angus
2) Per gli spettatori distratti: ma come si chiama sta band?!?
3) Guardate, con una mano!!!
4) L'idolo pagano
mercoledì 25 marzo 2009
Get on the bus
martedì 24 marzo 2009
You friendly neighborhood Spiderman
Ho come la sensazione che il solerte pompiere avesse a casa il costume per usi più...privati, ma in ogni caso la l'espressione del viso del bimbo è meravigliosa.
Round and round it goes
lunedì 23 marzo 2009
Mare nostrum
domenica 22 marzo 2009
Running right off the track
Comunque sia, parcheggio tipo a sette chilometri dal forum e m’incammino verso il palazzetto tra le consuete bancarelle di t-shirt, l’odore di salamella e le note distorte di Black Ice che provengono dai diversi chioschi disseminati lungo il percorso.
Ritiro il mio biglietto alla cassa (fa ridere la pignoleria dell’addetto che verifica con cura i miei dati personali, mentre a pochi metri i bagarini si stanno facendo la casa al mare con la vendita illegale dei tagliandi ) e salgo le scale che portano all’interno. Alle 20.05 il forum è già praticamente pieno, e il pubblico sta riservando una calda accoglienza all’ open act degli irlandesi The Answer. Nonostante me li fossi anche un po’ studiati in previsione del concerto di stasera, non riescono proprio a coinvolgermi. Le canzoni scivolano via tutte innocue, il cantante fa mossette alla Chris Robinson che fa David Coverdale che faceva Robert Plant. Quasi irritante.
Una mezz’oretta di show e poi inizia l’attesa vera. C’è grandissima eccitazione tra il pubblico, le corna rosse luminose si vendono come il pane (5 € il pezzo, baby), i cori ANGUS-ANGUS partono senza soluzione di continuità. C’è davvero un’enorme aspettativa tra la gente che ha affollato il forum, e che in qualche caso ha cacciato qualche centinaio di euro ai bagarini per avere il suo posto al concerto.
Con una puntualità che testimonia grande rispetto per il pubblico, alle 21 si spengono le luci, e pochi istanti dopo parte un filmato a cartoni animati, nel quale i componenti della band sono su un treno (un boato accoglie le versioni cartoon di Brian Johnson, Malcolm Young, Cliff Williams e Phil Rudd) , trascinato da una locomotiva nella quale un Angus con coda e corna luciferine continua a caricare carbone con una pala nonostante il mezzo abbia già raggiunto la sua velocità massima e punti dritto un centro abitato. L’ingresso nel locomotore di due procaci e discinte signorine, che fingono di sedurre Angus per poi immobilizzarlo e cercare di frenare il treno non avrà successo. La locomotiva si schianta e irrompe realmente sul palco mentre parte il riff di Rock and roll train. Un inizio all’insegna del puro divertimento.
Dopo il singolo apripista per l’ultimo Black Ice, è la volta di Hell ain’t a bad place to be a cui fa seguito Back in black, che accende come una miccia l’entusiasmo, già bendisposto, dei diecimila presenti. Brian è in palla, recita egregiamente la sua parte , scherza, ride, gesticola, saluta e introduce quasi sempre i pezzi, manco fossero una band emergente. Si muove come un orso marsicano ubriaco, ma con simpatia.
Tocca ancora ad un pezzo dall’ultimo disco, Big Jack, e poi Dirty deeds done dirt cheap, Shot down in flames e l’apoteosi del sing along di Thunderstruck.
Ai lati del palco quattro schermi, due molto grandi e due più piccoli, al centro la locomotiva che in alcune parti del concerto viene coperta da uno schermo grande come il palco stesso. Fino a Black Ice (il brano), Angus si gestisce con parsimonia. Qualche duck walk, qualche gesto delle corna, ma il meglio deve venire. E arriva con The Jack, quando il chitarrista australiano, come da copione, si spoglia accompagnato dall’ossessiva base blues del pezzo. Resta in pantaloncini ed è così che finirà lo show.
Tolti Brian e Angus, gli altri del gruppo potrebbero benissimo essere delle statue di sale, non si muovono di un passo rispetto alla loro postazione, e Phil Rudd (batteria) ha l’aspetto di un impiegato del catasto.
Lo schema del concerto si ripete costante: finisce un pezzo, si spengono le luci e parte l’altro. Non succede mai che un brano confluisca in un altro. La band è comunque in ottima forma, e, considerando anche l’età media dei suoi componenti, non si risparmia. L’ultimo blocco di canzoni prima degli encores include War machine, che per me è il pezzo migliore di Black Ice, poi Shoot to thrill, You shook me all night long, e la potentissima TNT.
L’ormai classica bambola gonfiabile che accompagna il gruppo durante l’esecuzione di Whole lotta rosie, si gonfia in un istante e si sistema a cavalcioni sul locomotore: tette enormi, calze strappate, un po’ di pancia. Batte il tempo con il piede.
Chiude il set Let there be rock, e qui è davvero Angus time. La lunghissima parte chitarristica del brano vede il chitarrista percorrere tutta la passarella che si insinua tra il pubblico, fino alla pedana posta al centro del parterre, che si solleva di qualche metro, fino a diventare una sorta di altare, che sublima la sfacciata abilità di Young. L’interminabile assolo finisce sul livello rialzato del palco dove il leader degli AC/DC sfida il pubblico con la sua tecnica.
La conclusione del pezzo lascia tutti stremati. Ci si riposa qualche minuto e poi siamo pronti per la festa di Higway to hell e le cannonate di For those about to rock, che concludono quasi due ore di esibizione.
Gli AC/DC avrebbero tutte le carte in regola per apparire patetici, nel replicare in età da pensione le stesso copione, gli stessi atteggiamenti (cristo santo, gli stessi vestiti!) di 25 anni fa, ma evitano egregiamente questo rischio grazie ad un’enorme professionalità, l' affetto strabordante da parte dei loro fans (raramente mi è capitato di percepire tanta passione da parte del pubblico per un artista) e un compito portato fino in fondo con determinazione, senza fronzoli o cedimenti. Non hanno bisogno di recuperare il vecchio sound, come fanno ciclicamente loro illustri colleghi che nel tempo hanno diversicato l'approccio con l'hard rock, perchè non l'hanno mai abbandonato. Portano in giro il loro greatest hits live (ma non hanno mai acettato di pubblicare una raccolta, in nome dell'unicità degli album che li porta di conseguenza a non vendere mp3 su i-tunes) aggiungendo di volta in volta qualche brano per promuovere il nuovo disco.
Poi certo, avere un repertorio come il loro aiuta mica poco, eh.
In ultima analisi, il vostro fedele cronista si è divertito assai, ha cantato, ballato, partecipato diligentemente a tutti i cori da stadio proposti dalla band e perfino trovato una maglietta con il logo AC/DC della misura di Stefano. Cosa chiedere di meglio ad un rock and roll circus?
venerdì 20 marzo 2009
L'Inps può aspettare
giovedì 19 marzo 2009
Stasera
I’m a rolling thunder, a pouring rain
I’m comin’ on like a hurricane
My lightning’s flashing across the sky
You’re only young but you’re gonna die
I won’t take no prisoners, won’t spare no lives
Nobody’s putting up a fight
I got my bell, I’m gonna take you to hell
I’m gonna get you, satan get you
mercoledì 18 marzo 2009
Il diavolo e l'acqua santa
martedì 17 marzo 2009
Earlismi
Spotlight on
James strikes back
sabato 14 marzo 2009
Che cosa vedi?
Il film di Zack Snider segue pedissequamente lo svolgimento della narrazione originale, conservando per buona parte anche le battute (e sarebbe stato un delitto fare altrimenti) delle tavole illustrate. La scelta è felice e quasi obbligata, oltre a seguire, in ordine di tempo, la stessa intuizione alla base delle realizzazioni cinematografiche di Sin City e 300 (dello stesso Snider).
Non mi dilungo molto sulla storia, che si svolge in un'America alternativa, a metà anni ottanta, sotto il quinto mandato Nixon e con il pericolo più che mai concreto di una guerra atomica con l'Urss. Le due super potenze si misurano quotidianamente in un Risiko mortale, studiandosi e spostando truppe e armamenti come fossero soldatini di plastica.
Gli americani avevano avuto negli anni quaranta un gruppo di Super Eroi, colorati e inverosimili, come quelli realmente pubblicati ad esempio dalla Timely Comics e in seguito dalla Marvel Comics. In questo collettivo militavano, tra gli altri, il Comico (violento, fascista e invischiato in tutte le attività sporche della Cia) e Spettro di Seta, super eroina che diventerà madre di Spettro di Seta 2, che farà, insieme al Comico, da anello di congiunzione dai Minutemen alla nuova coalizione di super esseri del ventesimo secolo. I Watchmen appunto. La storia del film si svolge dopo il ritiro dalle scene anche di questo secondo gruppo, avvenuto per decreto legge.
Sono i personaggi a fare la differenza nella graphic novel di Moore e nel film di Snider. Diversamente da quanto accade nel fumetto e nel cinema supereroistico, nel quale il bene è ben distinto dal male, qui, anche a fronte di figure e azioni raccappriccianti, il contesto della storia spinge lo spettatore a chiedersi, se, il loro fine, l'obiettivo delle loro terribili gesta, non giustifichi in qualche modo i mezzi usati per raggiungerlo.
Il Comico è l'AmeriKa. Quella che rovescia le repubbliche socialiste in centro america, che uccide i dissidenti, che considera comunista chiunque non sia repubblicano, quella che si arroga il diritto di fare lo sceriffo del mondo. Armi e potere. Il diritto della forza.
Il Dr. Manhattan è un essere quasi divino. A seguito di un tremendo incidente ha acquisito poteri infiniti (tributo alle origini del 90% dei super eroi classici); se ne va in giro nudo (anche se è blu e risulta poco umano, non capita tutti i giorni di vedere mostrato al cinema con questa frequenza un nudo integrale maschile ), ha il potere di salvare tutti, ma filosofeggia sulla giustezza di farlo, sull'effettiva importanza di salvare il genere umano ("The existence of life is a highly overrated phenomenon").
Rorschach è uno psicopatico.Un uomo alla deriva, guidato solo dalle sue intransigenti regole, un'infanzia miserabile, una vita salvata (se di salvataggio si può parlare...) dalla violenza, dal male scelto come nemesi, da una lotta psichedelica contro le bugie e per la verità. Contro qualunque mediazione e compromesso ("anche di fronte all'apocalisse"). Dalle tavole alla pellicola, resta il mio character preferito.
Ozymandias, "l'uomo più intelligente del mondo", e a capo di un impero finanziario sterminato. Lucido, arrogante, presuntuoso. Ha scelto di ispirarsi, da quando restò da ragazzino orfano di entrambi i genitori, ad Alessandro Magno. Un megalomane con un piano megalomane.
C'è da notare come la produzione, se da un lato ha optato per un cast di volti poco noti ( fatta eccezone per Carla Gugino), dall'altro non ha certo lesinato risorse per i diritti d'autore sulle musiche, visto che la colonna sonora è composta esclusivamente da grandi classici e grandi intepreti. Simon & Garfunkel, Leonard Coehn, Nat King Cole, Jimi Hendrix scandiscono le fasi cruciali del film, e assumono a co-protagonisti della narrazione, con connubi riusciti tra musica (parole) e immagini. La parte del leone la fa Bob Dylan che partecipa direttamente (sui titoli di testa) e indirettamente (a metà film e sui titoli di coda) con le sue All along the watchtower e Desolation row interpretate rispettivamente da Hendrix e dai My chemical romance.
Ma The Watchmen (comics e film) si toglie anche lo sfizio di rispondere alla domanda che tutti i lettori di fumetti di super eroi si sono posti, una volta raggiunta l'adolescenza, come faranno l'amore questi super dudes? Come usano i loro poteri sotto le lenzuola?
venerdì 13 marzo 2009
Ancora The wrestler
http://onemoregig.blogspot.com/2009/03/il-corpo-wrestler.html
giovedì 12 marzo 2009
Nothing special
mercoledì 11 marzo 2009
Ram Jam!
Tutto, nel mondo di Randy, è fermo al suo momento di gloria e agli anni ottanta: l’hair metal, le cassette che usa per ascoltarlo, i suoi vestiti, la sua auto, i suoi capelli. E la realtà degradata in cui vive sembra assecondarlo, in tutto il film non si vede un solo cellulare, un computer moderno, o un qualunque segno del progresso tecnologico che si mostra attraverso gli status symbol attuali.
Randy si gioca le ultime carte per cercare una vita normale con l'amica ballerina di lap dance Pam (una bravissima Marisa Tomei ) e tentando di riavvicinarsi alla figlia che non vede da anni (Evan Rachel Wood, che invece non mi ha convinto). Dall'esito di questi drammatici confronti si decide il suo destino.
Le vicende di Randy ci vengono mostrate attraverso l'uso sgranato della pellicola, attraverso riprese che ricordano a volte quelle dei documentari verità, con la camera alle spalle del protagonista, che lo accompagna, quasi lo spinge, nel suo incedere insicuro.
Forse non sarebbe stato giusto dare l'Oscar a Rourke per la recitazione in questo film, in effetti, non è che si può parlare di una prova d'attore epocale.
lunedì 9 marzo 2009
Hi-Fi, Lo-Fi, Mp3 e Steven Wilson...
Il dibattito, ormai, dura da quando il formato mp3 ha iniziato ad avere una certa diffusione presso gli amanti della musica è l'iPod è esploso sui mercati internazionali: cosa vogliono, realmente, gli ascoltatori? Un riproduzione nitida ma "calda", con suontuosi rullanti, bassi profondi e una ricca apertura di frequenze che lasci trasparire in tutta la sua bellezza la trama sonora e le dinamiche di esecuzione? Non esattamente, almeno secondo gli esiti di una ricerca condotta dal professor Jonathan Berger dell'università di Stanford: su un campione di studenti sottoposti ad un blind test che prevedeva l'ascolto di brani musica in alta e in bassa risoluzione, la maggioranza degli interrogati si è espressa in favore della riproduzione per così dire in lo fi. Una sorpresa? Neanche tanto, asserisce Berger. "I ragazzi ormai sono abituati a fruire la musica sui riproduttori portatili: il sound più 'sottile' e meno definito di questo tipo di fruizione gli è ormai familiare, e lo preferiscono a quello ad alta fedeltà effettuato, ad esempio, su un buon inpianto stereo. Addirittura, gli stessi studenti che si sono espressi in questo modo trovano il suono del vinile - quello in genere preferito dagli audiofili - 'artefatto'".Un rischio, quello del sensibile abbassamento soglia di tolleranza qualitativa presso il grande pubblico, già espresso da Steven Wilson nel corso di una recente intervista , che attraverso filmati come questi
chiarisce in modo piuttosto esplicito la sua posizione nei confronti dei lettori mp3...
giovedì 5 marzo 2009
MFT, Marzo 2009
Questa è la musica che mi gira intorno in questo inizio di marzo 2009.
ALBUM
Cesare Cremonini, Il primo bacio sulla luna
AA/VV, Il paese è reale
Roberto Angelini, La vista concessa
Tom Petty and the Heartbreakers, Wildflowers
The Bronx, III
U2, No line on the horizon
U2, The joushua tree – Live in Paris
U2, Wide awake in America
Motorhead, Aces of spades
The Derek Trucks Band, Already free
Gli amici di Roland, omonimo
Nada, Live Stazione Birra
Ministri, Tempi bui
Chopin, Notturni
Bruce Springsteen, Working on a dream
Estere, Strega
Franz Ferdinand, Tonight: Franz Ferdinand
Hank III, Damn right rebel proud
Dan Auerbach, Keep it hid
The Killers, Day and age
Ron Franklin, City lights
Wavves, omonimo
Gaslight Anthem, The ’59 sound
Amadou & Mariam, Welcome to Mali
Little Angels, Little of the past
Heart, These dreams
Jonathan Byrd, The law and the lonesome
Loose tracks
I don’t know, Hank III
The fallen, Franz Ferdinand
Dangeroux, IAM
That’s not my name, Ting Tings
Back to the river, Susan Tedeschi
Enemy mind, The Bronx
I like to move it, Will. I. Am
Africa, Amadou & Mariam
Galveston bay, Jonathan Byrd
Il paese è reale, Afterhours
25 minutes to go, Johnny Cash
Screams in the ears, Bill Fay
I defy, Joan as the policewoman feat. Antony
Libri e Visioni
Finito Dexter, e Underground di DeLillo prende polvere sul comodino
La voglio anch'io una base a Vicenza
mercoledì 4 marzo 2009
I super de noartri
martedì 3 marzo 2009
Le prime grida di un vulcano
Vulcano
Ma che freddo fa...
lunedì 2 marzo 2009
Estere, intervista esclusiva!
Si, io e Sbresi siamo stati i fondatori, si sono avvicendati poi alla batteria varie persone fino all'arrivo di Feo nel 2006 e nel 2008 si è aggiunto Davide il nostro nuovo cantante.
Avete pubblicato quattro dischi e suonato un significativo numero di concerti. A che punto possiamo dire che sia la vita artistica del gruppo?
E' come se fossimo all'inizio, abbiamo fatto ancora poco, qualche bella esperienza dal vivo insieme a gruppi più noti di noi che ci ha fatto emozionare, ma vogliamo fare ancora molti altri concerti e altri dischi, stiamo lavorando e cercando un nostro stile.
Come è maturata la scelta di allargare il gruppo ad un quarto componente ?
Abbiamo iniziato a comporre brani che richiedevano una voce più espressiva della mia, che potesse essere all'altezza della musica, anzi , se possibile migliorare definitivamente la resa dei pezzi. Io non ero e non sono un cantante ero solo la voce del gruppo, ci serviva un cantante anche per non avere troppi limiti melodici. E poi in 4 ci si diverte molto di più.E’ vero che prima di arruolare Davide il gruppo ha rischiato di sciogliersi per i vostri rispettivi impegni?
No. C'è stata solo un pò di stanchezza perchè la ricerca del cantante è stata veramente lunga.
Di solito io e Sbresi scriviamo in acustico una traccia del brano e la portiamo in sala, testo, melodia e soprattutto un 'idea dell'atmosfera del brano, poi iniziamo a suonarla tutti assieme cercando di seguire ognuno il proprio istinto iniziando contemporaneamante ad arrangiare il pezzo. Ultimamente anche Davide e Feo stanno portando idee sia per i testi che per le melodie che poi cerchiamo di sviluppare assieme.
Il marchio di fabbrica dei vostri testi mi sembra sia un uso della lingua italiana con un particolare gusto per il surreale, l’alliterazione, i diversi significati di un’espressione. Sei d’accordo con questa descrizione, e chi è l’autore dei testi?
Io spesso descrivo, come in un quadro, una situazione reale, che vedo davanti ai miei occhi, come in duello sul porto di livorno o una situazione sentimentale come in porpora o in il pretesto.
Sbresi invece usa molto la metafora per descrivere un sentimento come in blu che è un inno alla noia.
Come è cambiato il tuo approccio allo strumento, dal momento in cui non devi più cantare, e ti ci puoi concentrare in esclusiva?
Avete sempre registrato in presa diretta, è solo un opzione dettata dalla necessità dettata di ottimizzare i tempi in studio, oppure è anche una scelta artistica?
Necessità di ottimizzare i tempi, anche se si percepisce probabilmente di più lo spirito del pezzo suonato dal vivo che è molto rock.
Registrare separatamente gli strumenti però migliora nettamente la qualità sonora oltre che permettere sovraincisioni che potrebbero migliorare l'arrangiamento del brano.
E perchè il duello della canzone si svolge sul porto di Livorno?
Duello sul porto di Livorno è il nostro piccolo tributo a questa città e alla sua scena musicale. livorno è affascinante, odora di vita ed esperienze ed molto ironica. io sono particolarmente affezionato alla poesia del poeta piero ciampi e al rock de lenostrescimmie un grande gruppo rock degli anni 90.
Spesso abbiamo parlato della situazione della musica dal vivo in italia; la maggior parte dei locali sembra offrire spazio quasi esclusivamente per le cover band, che infatti si moltiplicano come un infezione per la quale non è ancora stata trovata la cura. E purtroppo sembra che il pubblico preferisca vedere la centesima cover band di Vasco Rossi piuttosto che musica originale. Qual è il punto di vista di una band come gli Estere, che da sempre porta in giro un progetto autonomo ?
Per molti gestori di locali, di solito l'importante è che porti gente a mangiare il panino e bere la birra e per loro puoi anche fare un concerto di rutti... Per fortuna però a milano ci sono anche gestori che rischiano facendo suonare musica diversa.
Tante persone però vogliono andare a sentire la canzone che possono ballare o cantare perchè già la conoscono... Anche se negli utlimi tempi, forse grazie al passaparola su internet, vedo locali riempirsi per gruppi anche non molto conosciuti ma che fanno un' ottima pubblicità all'evento, facendo felici anche i gestori dei locali immagino...
Comunque io a vedere una cover band di qualsiasi gruppo non mi emoziono.
Avete già in programma alcune date di supporto al nuovo disco?
Suoneremo con gli Audiorama.
Chi non viene lo togliamo dal testamento.
Sappiamo che tu Livio sei un fan di Bob Dylan. Per concludere l’intervista vorrei chiedere ad ogni componente degli Estere di indicare i suoi tre album preferiti di ogni tempo.
Preferiti di ogni tempo è impossibile, io ne dico tre tra tutti quelli che sono stati essenziali per la mia sensibilià musicale:
polaroidiuntuffo - c.o.d.
temple of the dog - temple of the dog
germi - afterhours
Diamond dog - David Bowie
Sgt Pepper's lonely hearts club band - The Beatles
Under the table and dreaming - Dave Matthews Band
Absolutely live - The Doors
Ten - Pearl Jam
Metropolis part.2 - Dream Theater
per Davide:
Grace - Jeff Buckley
The white album - The Beatles
Who's next - The Who
Chiuderei con i complimenti all'art director della magnifica copertina di Strega e rinnovando i ringraziamenti a Livio, Sbresi, Feo e Davide.
Estere: sito; myspace. LIVE ALLE SCIMMIE, sui Navigli a Milano il 5 marzo 2009