mercoledì 23 maggio 2007

Camorra for dummies


Gomorra di Roberto Saviano si conclude illustrando uno dei grandi business della camorra, lo smaltimento dei rifiuti. Il TG5 di Rossella lo definirebbe “un argomento di drammatica attualità”, mostrando le immagini della spazzatura ammontonata in questi giorni per le strade di Frattamaggiore e degli altri comuni di quella zona e magari mandando folkloristiche interviste agli abitanti della zona esasperati. Saviano chiude la sua opera prima descrivendo minuziosamente come, dove e per conto di chi, i clan smaltiscono rifiuti di ogni tipo. Occultandoli nelle viscere della terra, nelle cave naturali, nel mare. Stuprando con ferocia e senza sosta il loro stesso territorio, provocando danni ecologici incalcolabili e facendo alzare in modo esponenziale, in alcune zone depositarie di rifiuti tossici, la percentuale di malati di tumore. Smaltiscono i veleni di tutta Italia, nord e nord-est in primis, permettendo alle grandi fabbriche di risparmiare l’80, il 90% di quanto avrebbero dovuto pagare rispettando le regole relative allo smaltimento.Paradossalmente, nonostante il pauroso volume d’affari di questo business, i rifiuti locali, quelli cioè ordinari prodotti dalla popolazione, vengono lasciati a marcire, a putrefarsi, a infestare l’aria, a bruciare nei cassonetti.

Non ho mai letto prima d’ora un libro inchiesta sulle mafie. Sono certo però che ne sono stati scritti a decine da giornalisti, giudici, ex magistrati, politici. Non so spiegarmi perché questo di Roberto Saviano sia diventato un caso editoriale, al pari delle pubblicazioni per adolescenti di Moccia. Certo, un po’ il linguaggio usato, un pò il modo in cui Saviano ha scelto di parlare di un argomento drammatico e secondo me sconosciuto ai più nelle sue dimensioni, possono aver contribuito a rendere questa opera vincente.

Considerata la ferocia delle famiglie di questo cartello criminale, dei suoi adepti, e di chi brama di farne parte, è innegabile che Saviano,un giornalista meno che trentenne, abbia avuto coraggio a scrivere questo libro, a tirare in ballo grandi aziende, i politici, a mettere alla berlina potentissimi boss del passato e del presente. E a continuare ad avere un atteggiamento determinato ed aggressivo nei confronti delle famiglie, come quando, durante una serata promozionale, si è scagliato duramente contro un appartenente ad un clan camorristico, notato tra il pubblico, verosimilmente per spaventarlo con la sua presenza.

Non riesco a trovare difetti a questo lavoro, l’autore ha fatto un lavoro di ricerca sul campo, nel porto di Napoli, a Secondigliano, Casal di Principe, nelle ville confiscate ai boss, in strada con i ragazzini non ancora adolescenti che sognano di morire da boss, ha ascoltato le playlist negli i-pod dei killer di camorra solo per scoprire che si caricano per gli omicidi ascoltando i nuovi melodici napoletani; sciorina dati raccapriccianti sui soldi: a milioni, che servirebbero i numeri ad iperbole di zio paperone per contarli; sui morti:a migliaia, per strategie economiche, per le guerre dei clan, per uno screzio, perché passavano di lì, perché hanno detto no.

Dipinge un quadro senza speranze e senza prospettive di quelle zone della Campania; entrare nel Sistema (oltre naturalmente a emigrare) è in molti casi l’unica via d’uscita dalla miseria e dalla strada. Non valutate questa frase come una frase fatta,un’ alibi già sentito in lungo e in largo;c’è un dato concreto che la supporta: un soldato della camorra porta a casa uno stipendio, e se muore o viene arrestato garantisce alla sua famiglia un sostentamento, una sorte di pensione di reversibilità, concessa dal clan per il quale lavora, finchè ovviamente non viene deposto e sostituito da un'altro cartello criminale.

Leggendo Gomorra ci si trova davanti a centinaia di nomi, boss, killer,sottoposti,ragazzi comuni,politici,conniventi a vario titolo. In qualche caso tornano alla mente nomi sentiti distrattamente al telegiornale, in altri capi clan che hanno mosso montagne di miliardi hanno un nome insignificante, mai sentito prima, eppure per un periodo sono stati tra le persone più potenti d’Italia. Emergono anche, distillati come gocce di un’antidoto raro e per questo prezioso, atti di coraggio improvvisi, da parte di semplici cittadini, politici o preti che hanno pagato le loro azioni quasi sempre con la morte e qualche volta con lo sradicamento dalla loro realtà, dagli affetti e dal lavoro per entrare nel programma di protezione dello Stato.

Il titolo che ho scelto per questo post non è dunque sarcastico o irrispettoso, le famose guide “for dummies” spiegano ai neofiti, in maniera elementare e passo dopo passo, il funzionamento di cose complicate. Lo stesso fa Saviano con il Sistema: spiega a cittadini disattenti, disinteressati, nati nelle latitudine giuste come la camorra, attraverso attente strategie economiche e con tatticismi militari spietati ha ottenuto il controllo di buona parte del territorio e dell’economia italiana.

sabato 19 maggio 2007

La musica di qualità

Poche pippe mentali guagliò, la musica di qualità è tutta quella dalla quale ci facciamo sollazzare, subendola inerti con sorrisi beoti stampati in viso,e nessun altra. Listen without prejudice è l'unica regola. Cristo santo, durante il mio viaggio tra le riviste musicali italiane mi hanno spacciato tali schifezze per capolavori, da farmi venire il rigetto, a me che ho tenuto in piedi per anni l’editoria rock italiana! Un capolavoro l’ultimo Shines? Ma fottetevi, l’avete ascoltato My name is Buddy di Ry Cooder? E Joanna Newson? Per la miseria piazzate nel lettore West di Lucinda Williams e non fate i fighetti snob!
Jesse Malin fa grande FM rock, scopiazzando qua e là, commettendo con Prisoners of Paradise un plagio epocale ai danni di My sharona dei Knack, ma raggiunge lo scopo di fare un disco di canzoni divertenti e cazzute, lenti e pezzi tirati come dio comanda.
Il fatto è che sono troppo affezionato alla forma classica della pop song, strofa-ritornello-strofa-ponte-ritornello, non è un problema di durata, tre minuti o sette fa uguale, è un discorso di struttura. Sarà per questo che non ho mai digerito il prog (e ci ho provato, credetemi), anche se sto apprezzando Fear of a blank planet dei Porcupine Tree.
Sono ricettivo, apprezzo i consigli diretti o indiretti da qualunque fonte arrivino, il forum, i blog degli amici, Vanity Fair che leggo sul cesso (anche se la rubrica musicale la fanno fare a Luca Sofri), Sorrisi e Canzoni a casa dei miei. Se avessi avuto il p2p a 19 anni credo sarei impazzito, imploso.
Come al solito vado fuori tema, e allora la chiudo qui. Tutta questa melina per dirvi che sto ascoltando con un certo gaudio Hybrid theory dei Linkin Park, che fino all’altro ieri mi stavano sui coglioni, e incredibilmente mi divertono persino i Battles, fate un po’ voi.

Tentazione

Sto pensando di farmi una due giorni romantica a Parigi approfittando dell’offerta Ryanair in corso e valida fino a lunedì. Il punto è che la mia signora conosce i suoi turni (e quindi i giorni di riposo) solo fino alla fine del mese, e solo tra una decina di giorni verrà a sapere quelli di giugno. A Maggio niente sabati o domeniche di riposo per lei, io non posso proprio prendere ferie, quindi devo orientarmi su giugno. Lascerei a malincuore Stefano ai nonni, ma tra il lavoro, il montaggio dei mobili, l'imbiancatura della stanza del piccolo e il facchinaggio per eliminare i mobili vecchi, uno stacco di due giorni ci vorrebbe proprio.E visto che i biglietti sono sostanzialmente gratis,sto pensando di prenderli uguale e poi male che vada rinuncio.Per l’hotel invece aspetto i turni, purtroppo quello si paga.
Comincio a documentarmi sulla zona di Parigi dove prendere alloggio per una notte, cosa vedere e a cosa rinunciare in due giorni scarsi di vacanza, cerco il mio preziosissimo volume “Il francese a fumetti”.
Ah dimenticavo, l'iniziativa vorrebbe essere una sorpresa, perciò siate discreti...

venerdì 18 maggio 2007

Magnetic Fields, 69 love songs


Ho da tempo una strana forma di attrazione e di riverenza verso questo disco, mi affascina e non so perché, visto che non ho mai ascoltato nemmeno un solo frammento di una sola canzone, e non ho mai osato rovinare cotanta passione platonica scaricandolo. Lo voglio e basta.

L’ho corteggiato a lungo leggendo recensioni, imparando a memoria alcuni dei titoli delle canzoni, “love is like jazz”; “ all my little word” ; “zebra”; "fido, your leash is too long"; e adesso mi sento pronto a possederlo. Oggi farò l’ordine a Sweet music, il negozio di Salsomaggiore che vende per corrispondenza, e con soli € 21.99 andrò a vedere le carte di questa ossessione. Un po’ fremo. Bramo per questo incontro a lungo atteso e so che anche lui è eccitato, come per un blind date. Saremo all’altezza delle aspettative?

domenica 13 maggio 2007

Beppe

Giovedì sono stato chiamato, insieme ai delegati sindacali interni e al caporeparto, dal responsabile del personale di un'azienda del mio settore per gestire un "caso umano". Un lavoratore cinquantenne che, a seguito di difficoltà personali (un divorzio tre anni fa), ha cominciato una deriva che lo ha portato a presentarsi al lavoro costantemente ubriaco. La mansione che svolge è autista di furgoni sul piazzale degli aeromobili a Linate. Il suo stato di salute è talmente precario che sovente si addormenta tra un viaggio e l'altro, a volte addirittura mentre guida. Solo la sua buona stella finora gli ha impedito di cagionare danni a se stesso o agli altri. Questo direttore del personale, a confronto di altri pezzi di merda che si trovano in giro per aziende, è una persona ragionevole e tutto sommato comprensiva, più di una volta ha chiamato il lavoratore per dargli una raddrizzata, la cura però ha avuto effetto poche settimane e poi si ricomincia come prima.

I colleghi non lo sopportano più. Lavora male, e spesso si devono fare carico delle sue dimenticanze, è sempre aggressivo, è sporco. Mi hanno raccontato che dopo il divorzio aveva avuto il colpo di fortuna di ricevere un'eredità in denaro, ma che, frequentando una prostituta nigeriana, è entrato in un giro di sciacalli che gli hanno prosciugato tutto.

In mia presenza al capo del personale diceva che se "quella là" (la nigeriana) lo sposasse, lui smetterebbe immediatamente di bere e righerebbe dritto; che quando passa davanti al bar, non sempre vorrebbe entrarci, ma "mi chiamano dentro, e allora come si fa?"; e che "ho bisogno di un mese di ferie perchè sono stanco".

Di fronte alla minaccia di liceziamento se non si mette a posto, mi sono offerto di accompagnarlo ai servizi sociali del suo paese, ho preso contatto con l'assistente sociale e fissato un appuntamento per la prossima settimana.
Non so se lui verrà.
Ma vedendo quest'uomo di cinquant'anni, distrutto e senza prospettive future, davanti al capo del personale che lo incalzava, non mi sono sentito un uomo migliore di lui. So che le spirali di autodistruzione sono trappole micidiali e appaiono le uniche vie di fuga, quando la tua vita è andata a puttane. Cosa impedisca ad uno di caderci non lo so; gli amici, la famiglia, il carattere. La fortuna.
Ai presenti nella stanza serve uno come Beppe, li fa sentire migliori, dà senso e valore alle loro vite, ai loro matrimoni alla loro stanca routine. Pensano che tutto sommato non si possono lamentare, tornano a casa meno avviliti del consueto, pensando che qualcosa di buono hanno combinato, in fondo.
Guardo Beppe e ho l'impressione che nel suo delirio alcolico colga questi aspetti, che reciti il suo ruolo consapevole della sua utilità, nel contesto della vita degli altri.
VI AGGIORNO
Ci è venuto Beppe, dall’assistente sociale. Ed ha anche accettato di seguire un programma di “ascolto” presso una struttura specializzata di un paese vicino al suo. L’unica cosa che ha detto,interrompendo l’assistente sociale che con tono di voce professionalmente pacato gli spiegava perché sarebbe stato per lui opportuno recarsi in questa struttura, e alzando l'indice come uno scolaro che vuole rispondere per primo alla domanda del prof, è stato: “si, ma guardi però che io non sono alcolizzato”. Dopo una decina di minuti eravamo fuori, mi sembrava tranquillo e soddisfatto. Adesso viene il difficile, ma intanto Beppe - Azienda 1-0.

mercoledì 9 maggio 2007

Love songs




Mio cugino aveva due grandi e uniche passioni musicali, Celentano e gli Squallors. Fino alla maggiore età passavamo tutte le estati insieme, a casa degli zii a Eboli, o in altri luoghi di villeggiatura. L’estate del 1985, una delle ultime insieme, io ero già in fissa per Springsteen e lui non faceva altro che ascoltare il disco nuovo degli Squallor: Uccelli d’Italia. La parabola di questo strano gruppo napoletano era in fase calante, ma quel disco conteneva due brani che mi sono rimasti appiccicati addosso per più di vent’anni; roba cioè che ogni tanto, senza una ragione partivo a cantarli, e non riuscivo a fermarmi.

Di recente ho provato a cercarli su slsk, e dopo qualche tentativo andato a vuoto li ho trovati. Una canzone in particolare contiene un passaggio che può essere inserito a giusto titolo tra i testi delle songs più note del pop rock, al pari di satisfaction, wish you were here, blowin in the wind, london calling e le altre che hanno fatto la storia della musica e della letteratura rock. E’ un urlo di disperazione da parte di un uomo la cui donna, affetta probabilmente da qualche grave patologia, non riesce ad evitare di concedersi a chicchessia nel quartiere, al punto che lui, il cantante, non può più farsi vedere in giro. E allora quest’anima sconvolta, disperata, ma sempre innamorata della sua donna, prende una drammatica ma evidentemente inevitabile decisione: diventare il magnaccia della sua fidanzata. Nel testo questo passaggio doloroso viene narrato con garbo e finezza, fino all’epocale passaggio finale, carico di pathos e tensione, in cui il nostro da libero sfogo al suo ego ferito (traduco per chi ne ha bisogno):


Pe' stu vico nun ce passo cchiù,
pe bucchin che 'n c'è fatto tu,
pe nu poco 'e murtadella te chiavasti o' salumiere,
te pigliasti 'a manuvella da Peppin o' parrucchiere,
ma io songo 'nnammurato 'e te, e nun piglio manco 'nu cafè,
pecchè 'o bar affianco 'o vascio piglia 'e cazzi pe' briosce,
sta miniera mmiezzo 'e ccosce sfrutterò..

(…)



E si tengo ancora 'a Cadillac, è pecchè tu 'o pigli dint'e ppacche,
quand n'ommo resta sulo, è pecchè l'avuto 'nculo,
ma stavota l'aggio mis' nculo a te..
(‘O RICUTTARO NNAMMURATO)

TRAD.

per questi vicoli non ci passo più
a causa dell’elevato numero di pompini che hai elargito
per un po’ di mortadella ti sei concessa al salumiere
la stessa cosa hai fatto con peppino il parrucchiere
ma io sono innamorato di te
e non riesco più nemmeno a bere un caffè
perché al bar di sotto prendi i cazzi per le brioches
questa miniera che hai tra le gambe la farò fruttare

(…)

e se mi posso permettere ancora la cadillac
è perché tu lo prendi tra le chiappe
usualmente, quando un uomo resta solo, è perché è stato inculato
ma in questo caso, sono io ad aver inculato te…


anche l’altra canzone è un lancinante grido di dolore da parte del protagonista abbandonato dal suo amore che urla alla notte tutta la sua inquietudine:

“nun teng che ffa, m' vac a cuccà,
e nun dorm, e ritorn co pensier a 'sta pucchiacc,
a 'stu cazz e ceralacc, cant semp "I'm loving you"...
vafanculo cu chi vuò tu,
n'ata vota my heart is blue,


si 'stu core rimane sulo tu vafanculo cu chi vuò tu,
n'ata vota t'aggia vasà, n'ata vota t'aggia chiavà,
nun fa nient si m' ne pent, si ropp tu nun m' cac' cchiu'...”
(VAFANCULO CON CHI VUO’ TU)

TRAD.
non ho niente da fare, vado a letto
non riesco a prendere sonno, e penso a questa pucchiacca (vagina)
a ‘sto pene duro come la ceralacca, continuo a cantare i’m loving you…
vaffanculo con chi ti pare
ancora una volta my heart is true
se il mio cuore resta solo tu vaffanculo con chi ti pare
un’altra volta devo baciarti
un’altra volta devo chiamarti
non importa se poi mi pento e tu non mi caghi più

Date anche voi il vostro contributo alla riscoperta di tesori nascosti di inestimabile valore culturale e artistico e abbandonate il vostro essere uomini a queste note, che sapranno lenire tutti i vostri turbamenti amorosi.

sabato 5 maggio 2007

Passa 'o tiempo e che fa

Prima o dopo doveva succedere.
Abbiamo comprato la cameretta al pupo, e quindi la stanza che usavo come studio e archivio va svuotata. Dentro custodivo sopratutto vinili, poi anche libri e cd che non hanno trovato posto nelle librerie in soggiorno. Riesco a trovare posto in casa solo per il 50-60% degli ellepì e meno della metà dei libri (molti tascabili) , cd (già scartati a loro tempo dalla cdteca principale) le ultime, romantiche, musicassette. Ho coperto il pavimento di copertine di longplaying, faccioni sorridenti e incazzati; paesaggi; disegni; pose ridicole; look assurdi; capelli permanentati, gellati, assenti, lisci, imbrillantinati; macchine; pochi strumenti musicali, che strano. Ho fatto due pile, una diretta all'arca di Noè del salotto e una al purgatorio del garage. Devo dire che negli anni, e attraverso gli ordini postali a prezzi stracciati su top ten, nannucci e sweet music, ho raccolto davvero tanta merda, molte volte mai nemmeno ascoltata .
Poi è toccato ai libri, einaudi,feltrinelli,oscar mondadori. Qui le opzioni erano tre, visto che qualcosa rimarrà nella stanza di Stefano: 1) i privilegiati che resteranno 2) i meno fortunati che andranno in garage (dove lo spazio è in esaurimento) 3) quelli che passeranno a miglior vita, riciclati dalla spazzatura. Idem per le riviste musicali.
Poi è stata la volta di smontare e portare giù due pesanti scaffali IKEA che mi avevano seguito da quando vivevo solo in un'altra casa. Hanno fatto il loro tempo, due traslochi li hanno profondamente segnati, ormai non stavano su nemmeno con il viagra.
Ecco, è rimasta solo la scrivania col pc dalla quale sto scrivendo,ed è una situazione che mi suggerisce immagini cinematografiche che non riesco a tradurre, peccato.

martedì 1 maggio 2007

Primo maggio di cattivi pensieri


Buon primo maggio a tutti i lavoratori.
Soprattutto ai precari a vario titolo, in somministrazione, CO.CO.PRO,a tempo determinato, in affitto, sotto caporalato, stagisti.
Un esercito di milioni di persone, e mi riferisco solo al lavoro “regolare”, cui,se non rientrano nel migliaia di morti/anno, spesso vengono negati i diritti delle leggi 300/70 (statuto dei lavoratori); 151/01 (testo unico maternità, paternità e congedi); 66/03 (orario di lavoro); senza contare poi i bollini per la pensione, la malattia e l’infortunio.
I sindacati (CGIL in testa) sono ormai composti per la metà da pensionati, non sono in grado di rispondere ai fabbisogni di questa massa critica di persone che cambia più lavori in tre mesi di quanti ne hanno cambiati in 30 anni i loro genitori.
Le aziende hanno tutti gli strumenti possibili e immaginabili per ottimizzare le risorse, ma vanno male comunque. Il loro sport preferito si chiama chiagn'e fott,fott e 'chiagne.


Mi piace rifugiarmi nel sarcasmo amaro di Comuntwist dei 99 Posse, che nel 2001 cantavano così:

Perché quando il compagno Marx

si portava ancora non male

il nemico del popolo era il padrone ed il capitale,

ma adesso che non va più e lo stato sociale è finito

il nemico del povero è il più povero e così all’infinito

Sono comunista totalmente fuori moda

sono comunista che per questo non vi vota

talmente fuori moda e talmente comunista

CHE BALLO IL TWIST!


E allora let's twist again...