lunedì 18 novembre 2024

Recensioni capate - La leggendaria storia degli 883

Sarà la nostalgia, come cantava quel tale, sarà che nel novantadue novantatre ascoltavo sì i Nirvana e i Sepultura ma il terreno comune per quelle estati di una compagnia quanto mai oscillante come gusti musicali furono proprio i primi due dischi degli 883, gli unici con il duo Pezzali Repetto dietro il monicker. Ma sarà anche che Syndney Sibilia, dopo il folgorante Smetto quando voglio (e i suoi sequel), si è ritagliato questo spazio di racconto nostalgic-pop su piccoli grandi avvenimenti nazional popolari (L'incredibile storia dell'Isola delle Rose; Mixed by Erry) e insomma ci ha preso bene la mano. Ne deriva che la serie Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883, al netto della celebrazione per gli attuali cinquantenni dell'ultimo "decennio analogico" rappresentato dai novanta, risulta fresca, divertente e pop nell'eccezione migliore. Sarebbe un prodotto riuscito anche se fosse totalmente frutto di fantasia, e in effetti le licenze che gli sceneggiatori si sono presi pare siano più d'una. Per parafrasare un altro disco dei primi novanta, Watch without prejudice.

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